Costa, Giornata della Memoria: testimonianze e attività alle medie ''per non dimenticare''
Una mattinata interamente dedicata alla memoria, in ogni sua forma, quella che si è tenuta quest'oggi presso la scuola media Don Bosco di Costa Masnaga. In occasione della Giornata della Memoria, che cade proprio il giorno 27 del primo mese dell’anno, il corpo docenti ha infatti voluto dar vita ad un’iniziativa alla scoperta della storia, riflettendo su una pluralità di temi.
''Memoria è una parola immensa, che ci porta irrimediabilmente al passato e a una precisa pagina di storia. La mente corre subito ai cancelli di Auschwitz incrostati di morte e fame, ai volti dei deportati scavati dalla disperazione e dalla disumanità, alle pagine dei libri di storia'' ha spiegato la docente Giulia Mauri. ''Il punto è che la memoria è di certo questo, ma non solo. La giornata della memoria serve infatti a ricordarci che l’umanità è lenta a imparare e che i tanti morti di ieri non sono soli. Se aguzziamo bene lo sguardo ci accorgiamo che gli sterminati di ieri sono oggi in compagnia di uno stuolo di persone ancora emarginate, discriminate, perseguitate, trucidate''.
Le referenti del ''sabato tematico'' - momento che è divenuto con gli anni una tradizione per gli alunni della scuola media masnaghese - Elena Grebaz e Giustina Di Silvestro, ci hanno accompagnati di aula in aula, facendoci entrare a contatto con i diversi ospiti che hanno reso possibile questa iniziativa. Ricordiamo infatti la presenza di Enrico Rigamonti che ha presentato il quadro storico relativo ai Lager della Germania Nazista, o ancora Clementina Colzani, classe 1938, che ha guidato gli studenti alla scoperta della vita di una bambina nell’Italia della seconda guerra mondiale.
Clementina, tra poco 86enne e quasi bisnonna, ha infatti vissuto la storia fascista sulla sua pelle: negli anni della guerra, infatti, suo papà era lontano da casa e, una volta fatto rientro in famiglia, è venuto a mancare per una malattia. Anni dopo la giovane si è sposata con un partigiano, portando avanti la sua testimonianza di bambina di guerra. Da citare poi l’emozionante e interessante spettacolo proposto da Andrea Buffa, che ha riportato gli alunni indietro di 80 anni fino alle olimpiadi del 1936, che si sono svolte nel mezzo della propaganda di Hitler.
''C’erano due ragazzi, uno biondo e tedesco, l’altro nero: eppure loro non si vedevano così. Per loro erano entrambi due ragazzi di 23 anni con la passione e la competenza per lo sport, che divennero amici. Quella che negli anni Nazisti veniva percepita come una cosa strana, è invece normale, si chiama amicizia e nasce tra gli uomini'' ha affermato Buffa.
Importante anche la testimonianza dell’autore barzaghese Natale Perego, che ha presentato ai ragazzi il suo libro ''Un urlo nero sulla scuola''. Il volume, infatti, racconta il dramma di Gorla, un quartiere di Milano, che accadde nell’ottobre del 1940 devastando la vita di centinaia di famiglie. Il testo dell'ex docente si è quindi occupato di fare luce con un libro dedicato ai ragazzi ma non solo, su una strage spesso dimenticata, parlando anche di amicizia e di scuola.
Anche l'insegnante Elena Grebaz ha voluto avvicinare gli studenti alla sua storia personale, quella che ha toccato direttamente la sua famiglia e, in modo particolare, suo padre Luciano. Come ha spiegato la professoressa infatti, il genitore venuto a mancare in giovane età è stato uno dei tanti giovani esuli istriani.
Un altro aspetto importante di questo percorso nella memoria, poi, è stato quello affrontato dal laboratorio teatrale della scuola media, composto da ben 32 studenti. Le referenti ci hanno raccontato l’impegno che ogni alunno ha messo nella rappresentazione, che è stata frutto delle loro idee personali sul senso di bene e male nella storia.
''Il copione per questo spettacolo è nato da una riflessione fatta con i ragazzi sui concetti di storia, di memoria e di pregiudizio'' hanno detto le docenti. Tutti e trentadue, dunque, sono stati coinvolti nella messa in scena dello spettacolo: alcuni si sono occupati delle luci e del suono, mentre altri della recitazione. Tre video rappresentativi del concetto di memoria hanno dunque guidato i piccoli attori in una rappresentazione molto emozionante. Il succo dello spettacolo, come ci hanno detto le professoresse, stava proprio nel concetto di storia come qualcosa di attivo, di vivo, che ognuno di noi può costruire ogni giorno anche partendo da piccole azioni quotidiane.
Ogni classe terza, ma non solo, ha quindi approfondito in maniera personale il concetto di memoria: chi ha affrontato il tema del Nazismo nella musica, chi invece ha condiviso la storia di un uomo di Galbiate che venne deportato ad Auschwitz perché antifascista. O ancora, ricordiamo l’analisi fatta in merito al testo ''Se questo è un uomo'' di Primo Levi, o l’analisi di una serie di eccidi che si sono susseguiti nella storia.
Insomma, una giornata ricca di significato che lascerà sicuramente il segno nelle centinaia di studenti coinvolti. ''Oggi vogliamo che la giornata della memoria dia a tutte le studentesse e a tutti gli studenti un paio di occhiali per sapere individuare le ingiustizie, le storture, le cattiverie che accadono tutti i giorni'' la riflessione di Mauri. ''Se siamo consapevoli di quello che è successo ieri, dobbiamo anche capire che se non facciamo nulla oggi, la storia è destinata a ripetersi'' ha concluso.
''Memoria è una parola immensa, che ci porta irrimediabilmente al passato e a una precisa pagina di storia. La mente corre subito ai cancelli di Auschwitz incrostati di morte e fame, ai volti dei deportati scavati dalla disperazione e dalla disumanità, alle pagine dei libri di storia'' ha spiegato la docente Giulia Mauri. ''Il punto è che la memoria è di certo questo, ma non solo. La giornata della memoria serve infatti a ricordarci che l’umanità è lenta a imparare e che i tanti morti di ieri non sono soli. Se aguzziamo bene lo sguardo ci accorgiamo che gli sterminati di ieri sono oggi in compagnia di uno stuolo di persone ancora emarginate, discriminate, perseguitate, trucidate''.
Le referenti del ''sabato tematico'' - momento che è divenuto con gli anni una tradizione per gli alunni della scuola media masnaghese - Elena Grebaz e Giustina Di Silvestro, ci hanno accompagnati di aula in aula, facendoci entrare a contatto con i diversi ospiti che hanno reso possibile questa iniziativa. Ricordiamo infatti la presenza di Enrico Rigamonti che ha presentato il quadro storico relativo ai Lager della Germania Nazista, o ancora Clementina Colzani, classe 1938, che ha guidato gli studenti alla scoperta della vita di una bambina nell’Italia della seconda guerra mondiale.
Clementina, tra poco 86enne e quasi bisnonna, ha infatti vissuto la storia fascista sulla sua pelle: negli anni della guerra, infatti, suo papà era lontano da casa e, una volta fatto rientro in famiglia, è venuto a mancare per una malattia. Anni dopo la giovane si è sposata con un partigiano, portando avanti la sua testimonianza di bambina di guerra. Da citare poi l’emozionante e interessante spettacolo proposto da Andrea Buffa, che ha riportato gli alunni indietro di 80 anni fino alle olimpiadi del 1936, che si sono svolte nel mezzo della propaganda di Hitler.
''C’erano due ragazzi, uno biondo e tedesco, l’altro nero: eppure loro non si vedevano così. Per loro erano entrambi due ragazzi di 23 anni con la passione e la competenza per lo sport, che divennero amici. Quella che negli anni Nazisti veniva percepita come una cosa strana, è invece normale, si chiama amicizia e nasce tra gli uomini'' ha affermato Buffa.
Importante anche la testimonianza dell’autore barzaghese Natale Perego, che ha presentato ai ragazzi il suo libro ''Un urlo nero sulla scuola''. Il volume, infatti, racconta il dramma di Gorla, un quartiere di Milano, che accadde nell’ottobre del 1940 devastando la vita di centinaia di famiglie. Il testo dell'ex docente si è quindi occupato di fare luce con un libro dedicato ai ragazzi ma non solo, su una strage spesso dimenticata, parlando anche di amicizia e di scuola.
Anche l'insegnante Elena Grebaz ha voluto avvicinare gli studenti alla sua storia personale, quella che ha toccato direttamente la sua famiglia e, in modo particolare, suo padre Luciano. Come ha spiegato la professoressa infatti, il genitore venuto a mancare in giovane età è stato uno dei tanti giovani esuli istriani.
Un altro aspetto importante di questo percorso nella memoria, poi, è stato quello affrontato dal laboratorio teatrale della scuola media, composto da ben 32 studenti. Le referenti ci hanno raccontato l’impegno che ogni alunno ha messo nella rappresentazione, che è stata frutto delle loro idee personali sul senso di bene e male nella storia.
''Il copione per questo spettacolo è nato da una riflessione fatta con i ragazzi sui concetti di storia, di memoria e di pregiudizio'' hanno detto le docenti. Tutti e trentadue, dunque, sono stati coinvolti nella messa in scena dello spettacolo: alcuni si sono occupati delle luci e del suono, mentre altri della recitazione. Tre video rappresentativi del concetto di memoria hanno dunque guidato i piccoli attori in una rappresentazione molto emozionante. Il succo dello spettacolo, come ci hanno detto le professoresse, stava proprio nel concetto di storia come qualcosa di attivo, di vivo, che ognuno di noi può costruire ogni giorno anche partendo da piccole azioni quotidiane.
Ogni classe terza, ma non solo, ha quindi approfondito in maniera personale il concetto di memoria: chi ha affrontato il tema del Nazismo nella musica, chi invece ha condiviso la storia di un uomo di Galbiate che venne deportato ad Auschwitz perché antifascista. O ancora, ricordiamo l’analisi fatta in merito al testo ''Se questo è un uomo'' di Primo Levi, o l’analisi di una serie di eccidi che si sono susseguiti nella storia.
Insomma, una giornata ricca di significato che lascerà sicuramente il segno nelle centinaia di studenti coinvolti. ''Oggi vogliamo che la giornata della memoria dia a tutte le studentesse e a tutti gli studenti un paio di occhiali per sapere individuare le ingiustizie, le storture, le cattiverie che accadono tutti i giorni'' la riflessione di Mauri. ''Se siamo consapevoli di quello che è successo ieri, dobbiamo anche capire che se non facciamo nulla oggi, la storia è destinata a ripetersi'' ha concluso.
S.L.F.