La nonna con foulard kefiah e il militare con scudo e manganello
Il carabiniere con manganello in mano, con ginocchiere protettive, bracciali, casco, scudo risponde a una signora anziana, grigia di capelli, con un volto segnato dalla fatica, dalla vita, con il suo foulard kefiah sulle spalle, che manifesta per la pace in Palestina, a una sua interlocuzione.
La signora anziana rivolgendosi al militare: “Che cosa ha detto il vostro Presidente? Scusa? Che cosa ha detto il Presidente Mattarella? “
Carabiniere: “Con tutto rispetto (per la donna), Io non lo riconosco come mio Presidente, non l’ho votato, non l’ho scelto io, non lo riconosco.”
A dire quella frase con convinzione, orgoglio è un militare della Repubblica mentre sta svolgendo una funzione di ordine pubblico. La questione è grave nel non riconoscere la Presidenza della Repubblica mentre indossa la divisa. Il carabiniere con quell’affermazione si identifica con un marchio politico di appartenenza abbastanza chiaro.
Con quale spirito democratico svolge la funzione di servizio pubblico per la sicurezza?
Quanti la pensano come lui, in modo così sfacciato?
La retorica della banalizzazione si farà sentire: è un poveretto, è la solita barzelletta del carabiniere, bisogna lasciar perdere.
E’ forse il segno, il sintomo di una ideologia sovranista che si sta diffondendo all’interno dei lavoratori delle Forze Armate?
E’ una domanda inquietante. No. Non si può, non si deve lasciar perdere.
Bisogna aprire una riflessione profonda e seria.
Le Istituzioni e il dettato Costituzionale sono i pilastri fondanti dello Stato democratico. Gli uomini passano, i politici salgono e scendono, così i partiti. Le istituzioni restano e continuano a svolgere la loro funzione democratica inclusiva.
Per anni, quando pazienti con disagio mentale, si angosciavano per la perdita di un familiare o per il cambio del terapeuta di riferimento, rispondevo convintamente che l’istituzione sanitaria continuava a esserci, che c’era sempre per loro, che non sarebbero stati abbandonati.
Quell’angoscia abbandonica, di esclusione, di isolamento, di afonia, di assenza di parola è abbastanza presente. Per l’attuale maggioranza è importante occupare il potere con un consenso minimo. I numeri sono come i polli di Renzo. Sono parole al vento.
La funzione del Presidente Mattarella è scomoda.
Lunga vita presidente.
Nello scrivere questa evocazione, riemergono dei fantasmi, dei richiami nefasti. La metto tra parentesi.
Oggi avrei voluto scrivere dell’umo nudo che cammina lungo gli argini del lago tra una riva e l’altra, tra Malgrate e Lecco. L’uomo rievoca Woodstock, il parco Lambro e non solo: nudi, irriverenti, anticonformisti i corpi si aggiravano liberi nel parco e nella spianata deserta a suon di musica.
Denudarsi, camminare di giorno lungo le strade è un atto forte, un atto di coraggio, di sfida pacifica. Certo, poi, però, va considerata la ‘morale pubblica’ e la ‘salute mentale’. Una cosa è certa: l’uomo nudo non ha il manganello, lo scudo, il casco, è nudo.
Come sosteneva l’etologo e zoologo Desmond John Morris: l’uomo è una scimmia nuda.
La signora anziana rivolgendosi al militare: “Che cosa ha detto il vostro Presidente? Scusa? Che cosa ha detto il Presidente Mattarella? “
Carabiniere: “Con tutto rispetto (per la donna), Io non lo riconosco come mio Presidente, non l’ho votato, non l’ho scelto io, non lo riconosco.”
A dire quella frase con convinzione, orgoglio è un militare della Repubblica mentre sta svolgendo una funzione di ordine pubblico. La questione è grave nel non riconoscere la Presidenza della Repubblica mentre indossa la divisa. Il carabiniere con quell’affermazione si identifica con un marchio politico di appartenenza abbastanza chiaro.
Con quale spirito democratico svolge la funzione di servizio pubblico per la sicurezza?
Quanti la pensano come lui, in modo così sfacciato?
La retorica della banalizzazione si farà sentire: è un poveretto, è la solita barzelletta del carabiniere, bisogna lasciar perdere.
E’ forse il segno, il sintomo di una ideologia sovranista che si sta diffondendo all’interno dei lavoratori delle Forze Armate?
E’ una domanda inquietante. No. Non si può, non si deve lasciar perdere.
Bisogna aprire una riflessione profonda e seria.
Le Istituzioni e il dettato Costituzionale sono i pilastri fondanti dello Stato democratico. Gli uomini passano, i politici salgono e scendono, così i partiti. Le istituzioni restano e continuano a svolgere la loro funzione democratica inclusiva.
Per anni, quando pazienti con disagio mentale, si angosciavano per la perdita di un familiare o per il cambio del terapeuta di riferimento, rispondevo convintamente che l’istituzione sanitaria continuava a esserci, che c’era sempre per loro, che non sarebbero stati abbandonati.
Quell’angoscia abbandonica, di esclusione, di isolamento, di afonia, di assenza di parola è abbastanza presente. Per l’attuale maggioranza è importante occupare il potere con un consenso minimo. I numeri sono come i polli di Renzo. Sono parole al vento.
La funzione del Presidente Mattarella è scomoda.
Lunga vita presidente.
Nello scrivere questa evocazione, riemergono dei fantasmi, dei richiami nefasti. La metto tra parentesi.
Oggi avrei voluto scrivere dell’umo nudo che cammina lungo gli argini del lago tra una riva e l’altra, tra Malgrate e Lecco. L’uomo rievoca Woodstock, il parco Lambro e non solo: nudi, irriverenti, anticonformisti i corpi si aggiravano liberi nel parco e nella spianata deserta a suon di musica.
Denudarsi, camminare di giorno lungo le strade è un atto forte, un atto di coraggio, di sfida pacifica. Certo, poi, però, va considerata la ‘morale pubblica’ e la ‘salute mentale’. Una cosa è certa: l’uomo nudo non ha il manganello, lo scudo, il casco, è nudo.
Come sosteneva l’etologo e zoologo Desmond John Morris: l’uomo è una scimmia nuda.
Dr. Enrico Magni - Psicologo, giornalista