Nibionno: dopo le polemiche Sardone presenta il suo libro

''Una serata contestata ma, secondo me, dovuta. La conoscenza fa la differenza''. Nell’aprire l’incontro di ieri sera, Laura Di Terlizzi, sindaco di Nibionno, ha respinto al mittente tutte le accuse, comprese quelle sulla decisione di accogliere l’onorevole Silvia Sardone, eurodeputata della Lega e autrice del libro ''Mai sottomessi – cronache di un’Europa islamizzata'', nel salone dell’oratorio di San Giuseppe a Cibrone.
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L'onorevole Sardone (a sinistra) e il sindaco Di Terlizzi

''Ringrazio don Mario per averci concesso questo spazio per presentare un libro teso alla salvaguardia delle nostre tradizioni. In questo stesso luogo a fine dicembre, durante lo spettacolo natalizio, le maestre dell’asilo statale hanno chiesto al don di non dedicare ai loro piccoli alunni, per lo più mussulmani, un pensiero incentrato sul Natale né di impartire loro una benedizione. Tale richiesta è stata fonte di grande imbarazzo per don Mario'' ha spiegato il primo cittadino di fronte a un centinaio di persone. ''Togliere al parroco l’opportunità di impartire una benedizione natalizia mi è sembrata una delle sottomissioni di cui parla Silvia Sardone nel suo libro. L’ho letto tutto molto attentamente prima di accettare l’invito dell’onorevole assieme agli altri colleghi sindaci. Per questo ho ricevuto degli attacchi paurosi, solo perché abbiamo organizzato una serata culturale''.
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Dopodiché, la presa di posizione. ''Io mi sento garante di questa comunità ogni volta che concedo una cittadinanza italiana o accolgo dei profughi. La comunità di cui mi sento garante, però, parte da un presupposto fondamentale, ovvero quell’articolo 21 della Costituzione che sancisce la libertà di pensiero. Chi sono io per togliere a qualcuno la possibilità di venire qui a presentare un libro? Silvia Sardone è la benvenuta così come lo sono tutti coloro che verranno dopo di lei purché le cose siano fatte con rispetto ed educazione''.
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Oltre a diversi amministratori e consiglieri comunali di centrodestra, tra il pubblico c’erano anche Daniele Butti, segretario provinciale della Lega, e Antonio Rossi, salutato con grande affetto dall’onorevole Sardone. ''Un po’ mi spiace che non ci sia stata alcuna contestazione. Io non temo confronti. Del resto, in questo libro non attacco nessuno. Semplicemente rivendico la nostra identità, i nostri valori, le nostre tradizioni. Le nostre radici sono cristiane, senza di esse non ci sarebbero né l’Italia né l’Europa'' ha aggiunto l’eurodeputata leghista.
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''Mai sottomessi – cronache di un’Europa islamizzata'' è stato scritto assieme a Massimo Sanvito, giornalista di Libero, ed è stato pubblicato nell’ottobre 2023. ''Secondo una recente ricerca, tra 200 anni nascerà l’ultimo italiano. Io temo che con quell’ultimo italiano moriranno la nostra cultura e i nostri valori. Ne faccio una questione non di sangue ma di storia e anche di libertà. Ci sono sicuramente dei problemi economici. Per esempio, credo che inserendo la condizione per cui entrambi i coniugi devono lavorare si potrebbe allargare la platea dei beneficiari della misura dei nidi gratis'' ha proseguito Sardone. ''Tuttavia, c’è soprattutto un problema culturale. Noi tendiamo a fare meno figli mentre altre culture tendono a farne di più. Per questo, credo sia necessario mettere dei paletti. Se indietreggiamo e lasciamo un tessuto socioculturale molle di sicuro una cultura più radicale si intromette''.
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La differenza tra ''inclusione'' e ''integrazione'' rappresentava il cuore del ragionamento dell’autrice. ''Integrazione vuol dire che io mi inserisco. Inclusione vuol dire che io ho un cerchio e lo allargo. Se una persona viene in Italia la cultura di riferimento è la nostra. Della cultura che c’è nel suo paese non mi interessa nulla. Quando vedo persone che, nonostante abbiano trascorso dieci anni in Italia, non parlano la nostra lingua e vivono nei ghetti penso che non si siano integrate'' ha evidenziato Sardone. ''Quelli che vogliono uno stato basato sulla fede religiosa non siamo noi. Non capisco perché dobbiamo togliere i crocifissi o i presepi dalle scuole solo per non urtare la sensibilità di qualcun altro. Quei simboli rappresentano la nostra storia''.
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Particolarmente duro l’attacco contro il velo islamico. ''La Commissione europea sta cercando di sdoganare il velo islamico come ''simbolo di diversità e quindi di integrazione''. Per me, invece, il velo islamico è simbolo di sottomissione. A quella sottomissione Saman, la giovane ragazza di Novellara, voleva ribellarsi ed è stata uccisa per questo'' ha concluso l’onorevole. ''Nonostante tutti i gravi insulti che ho ricevuto, non ho raccolto alcuna solidarietà da parte delle donne di una certa parte politica. Io non nego il problema del patriarcato o del gender gap. Anzi, credo che il velo islamico sia simbolo del vero patriarcato. Io non capisco dove siano finite le sessantottine di una volta. Il massimo che certe persone sono riuscite a fare per le donne in Iran è stato tagliarsi una ciocca di capelli''.
A.Bes.
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