Ospedale Mandic: non lasciamo che succeda
Di fronte alle piccole o grandi ingiustizie ci sono non molti modi di porsi: o si subiscono e si sta a guardare o si contrastano.
Di fronte alla grandi questioni che riguardano il nostro vivere o ci si limita a discettare sui grandi sistemi o, oltre a questo pur doveroso livello, se ne misura le ricadute concrete e i più che auspicabili relativi sviluppi su tangibili realtà locali.
Sono in sostanza queste le considerazioni che mi sortiscono dopo aver letto su Merateonline l'ennesima sua coraggiosa “denuncia” circa il graduale impoverimento dell'Ospedale Mandic contornata da articoli e lettere d'apprezzamento del trattamento ivi riscontrato ma anche dispiaciute per il protrarsi di questa situazione su reparti e maestranze.
Io da non meratese, ma abitante di uno dei territori limitrofi, è da molto tempo che ne seguo le sorti e, pur da semplice cittadino, cerco di contribuire, perlomeno con qualche scritto, a contrastare questa documentata involuzione.
Proprio in ragione di ciò mi son chiesto e chiedo a chi legge cosa si possa fare d'altro e di concreto, convinto che solo la convergenza di più persone potrebbe invertire la tendenza negativa.
La risposta che mi sono dato è quella di contribuire ad utilizzare al meglio questa importante struttura che, peraltro, ho appurato essere frutto in passato di donazioni e contributi economici della popolazione meratese. Un motivo in più per non rischiare di lasciarla spegnere, come del resto era successo anche da noi molti anni fa ad Oggiono per il nostro pur più piccolo ospedale.
E allora ecco che pur essendo più comodo per me andare all'Ospedale Manzoni di Lecco ho scelto convintamente il Mandic, avendone peraltro già riscontrato in precedenza il livello d'assistenza, per un intervento chirurgico a cui sarò sottoposto proprio in questi giorni.
Senza alcuna retorica si potrebbe dire, parafrasando il bel riferimento fatto nell'ottimo suo articolo da parte di Danele De Salvo ( arguta anche la lettera di Francesco Scorzelli) alla canzone di Vasco Rossi “Gli Spari Sopra”: “Non lasciate che succeda e dite non è colpa mia”.
Del resto sarebbe pure pertinente quel riferimento, documentato più volte anche da Merateonline, a chi ha negato anche nel recente passato il depauperamento graduale del nosocomio: “...ora state più attenti perché ogni cosa è scritta”.
Sintetizzando : ognuno che ha ben contezza di quanto sta succedendo provi a domandarsi cosa può fare anche per i motivi che richiamavo all'inizio di questo mio scritto e considerando il Mandic un tangibile e riscontrabile “banco di prova locale” delle più volte dichiarate volontà, ai vari livelli istituzionali, di rivalorizzare una qualificata Sanità Pubblica, invertendo la consolidata tendenza a lasciarla spesso impoverire a vantaggio di quella “Privata”.
Quindi presidiare “sul campo” il Territorio da ogni ulteriore ipotesi di arretramento coinvolgendo responsabilmente la Cittadinanza ma anche e sopratutto esercitando una energica e costruttiva “pressione” sulle istituzioni più prossime e cioè le Amministrazioni Comunali del Territorio.
Sempre secondo questa logica approfitto per porre qui brevemente all'attenzione dei vari responsabili quello che si sta registrando – per quanto riferitomi dal personale preposto, salvo verifica - nell'ambulatorio oggionese dell' Asst di Lecco, la cosiddetta “Casa di comunità”:
Apparecchiatura radiologica da qualche tempo ko (mancanza del pezzo ricambio non più sostituibile) con prime date da giugno per prestazioni radiologiche sia per l'ospedale di Lecco che di Merate; Oculistica: su tutta l'Asst di Lecco per prime visite non c'è posto sino al dicembre 2025 e idem per Dermatologia; Fisiatria: presenza ultima addetta Agosto 2021; Dentista: Sede di Oggiono rimasto solo 1 dei 3 precedentemente presenti; Come Organico di Oggiono non sono assicurate le coperture “esterne” per ferie, malattie ecc. ecc.: in sostanza bisogna arrangiarsi arrivando ad avere agli sportelli anche solo 2 addetti.
Si giudichi se queste siano condizioni “normali”.
Di fronte alla grandi questioni che riguardano il nostro vivere o ci si limita a discettare sui grandi sistemi o, oltre a questo pur doveroso livello, se ne misura le ricadute concrete e i più che auspicabili relativi sviluppi su tangibili realtà locali.
Sono in sostanza queste le considerazioni che mi sortiscono dopo aver letto su Merateonline l'ennesima sua coraggiosa “denuncia” circa il graduale impoverimento dell'Ospedale Mandic contornata da articoli e lettere d'apprezzamento del trattamento ivi riscontrato ma anche dispiaciute per il protrarsi di questa situazione su reparti e maestranze.
Io da non meratese, ma abitante di uno dei territori limitrofi, è da molto tempo che ne seguo le sorti e, pur da semplice cittadino, cerco di contribuire, perlomeno con qualche scritto, a contrastare questa documentata involuzione.
Proprio in ragione di ciò mi son chiesto e chiedo a chi legge cosa si possa fare d'altro e di concreto, convinto che solo la convergenza di più persone potrebbe invertire la tendenza negativa.
La risposta che mi sono dato è quella di contribuire ad utilizzare al meglio questa importante struttura che, peraltro, ho appurato essere frutto in passato di donazioni e contributi economici della popolazione meratese. Un motivo in più per non rischiare di lasciarla spegnere, come del resto era successo anche da noi molti anni fa ad Oggiono per il nostro pur più piccolo ospedale.
E allora ecco che pur essendo più comodo per me andare all'Ospedale Manzoni di Lecco ho scelto convintamente il Mandic, avendone peraltro già riscontrato in precedenza il livello d'assistenza, per un intervento chirurgico a cui sarò sottoposto proprio in questi giorni.
Senza alcuna retorica si potrebbe dire, parafrasando il bel riferimento fatto nell'ottimo suo articolo da parte di Danele De Salvo ( arguta anche la lettera di Francesco Scorzelli) alla canzone di Vasco Rossi “Gli Spari Sopra”: “Non lasciate che succeda e dite non è colpa mia”.
Del resto sarebbe pure pertinente quel riferimento, documentato più volte anche da Merateonline, a chi ha negato anche nel recente passato il depauperamento graduale del nosocomio: “...ora state più attenti perché ogni cosa è scritta”.
Sintetizzando : ognuno che ha ben contezza di quanto sta succedendo provi a domandarsi cosa può fare anche per i motivi che richiamavo all'inizio di questo mio scritto e considerando il Mandic un tangibile e riscontrabile “banco di prova locale” delle più volte dichiarate volontà, ai vari livelli istituzionali, di rivalorizzare una qualificata Sanità Pubblica, invertendo la consolidata tendenza a lasciarla spesso impoverire a vantaggio di quella “Privata”.
Quindi presidiare “sul campo” il Territorio da ogni ulteriore ipotesi di arretramento coinvolgendo responsabilmente la Cittadinanza ma anche e sopratutto esercitando una energica e costruttiva “pressione” sulle istituzioni più prossime e cioè le Amministrazioni Comunali del Territorio.
Sempre secondo questa logica approfitto per porre qui brevemente all'attenzione dei vari responsabili quello che si sta registrando – per quanto riferitomi dal personale preposto, salvo verifica - nell'ambulatorio oggionese dell' Asst di Lecco, la cosiddetta “Casa di comunità”:
Apparecchiatura radiologica da qualche tempo ko (mancanza del pezzo ricambio non più sostituibile) con prime date da giugno per prestazioni radiologiche sia per l'ospedale di Lecco che di Merate; Oculistica: su tutta l'Asst di Lecco per prime visite non c'è posto sino al dicembre 2025 e idem per Dermatologia; Fisiatria: presenza ultima addetta Agosto 2021; Dentista: Sede di Oggiono rimasto solo 1 dei 3 precedentemente presenti; Come Organico di Oggiono non sono assicurate le coperture “esterne” per ferie, malattie ecc. ecc.: in sostanza bisogna arrangiarsi arrivando ad avere agli sportelli anche solo 2 addetti.
Si giudichi se queste siano condizioni “normali”.
Germano Bosisio