Costa/Garbagnate: il libro sul ''gender gap'' di Giulia Mauri
''Ma è una roba da femmine?'' è il titolo del libro sul femminismo scritto da Giulia Mauri, 31 anni, originaria di Garbagnate Monastero e residente a Lecco. Insegnante alla scuola secondaria don Bosco di Costa Masnaga, la giovane ha raccolto in un volume le sue riflessioni sul divario di genere ed è stata ospite, sabato 24 febbraio, della biblioteca masnaghese nell’ambito del progetto annuale ''Avis, donare è cultura'' promosso dalla sezione locale dell’associazione. Quest’anno il tema scelto per questa iniziativa dedicata ai volumi tematici è stato proprio quello del ''gender gap''.
''La parità di genere ha un valore universale, riguarda tutti noi ed è anche un indicatore del livello di civiltà raggiunto da una comunità'' è il pensiero del presidente di Avis Costa Masnaga, Gabriele Muzzi. ''Se stiamo qui a parlarne è perché si tratta di un obiettivo non ancora raggiunto. Colmare questa lacuna è un impegno che dobbiamo assumerci sia come società, sia come singoli individui, nessuno può chiamarsi fuori. È indispensabile che la coscienza collettiva compia una evoluzione di consapevolezza per realizzare che siamo tutti unici e nessuno è superiore ad un altro''.
Giulia ha raccontato l’origine del libro, nato dall’esperienza tra i banchi di scuola e dall’interesse personale. ''La tematica del femminismo e parità di genere mi ha sempre interessata e, in particolare modo per il mio ruolo di insegnante, mi interessa la pedagogia di genere, anche se chiarisco subito di non essere un’esperta'' ha detto Giulia. ''Siamo abituati a pensare che maschi e femmine sono sullo stesso piano ma, già entrando in aula, ci si accorge che hanno comportamenti diversi. Tante cose che crediamo essere diverse per biologia, sono comportamenti indotti da una cultura. C’è una specie di rimando implicito al fatto che i bravi in matematica siano i maschi ma, se andiamo in paesi dove non ci sono stereotipi legati alla materia, maschi e femmine hanno risultati simili. Durante l’intervallo a scuola, i maschi tendono a occupare maggiore spazio, mentre le femmine sono spesso educate a essere remissive. Sono comportamenti adottati e non naturali. Si dice che le femmine sono più ordinate e silenziose: lo è davvero o perché vengono educate in questo modo da piccole?''.
Molto dipende dall’ambiente in cui cresciamo e la realtà dimostra che la disparità di genere è ancora oggi molto presente nel lavoro (le donne impiegate sono poco più della metà, il 55%) e nelle retribuzioni (in media guadagnano il 13% in meno). In 18 Stati su 27 le donne sono lavoratrici precarie e anche la politica non sfugge a questa disuguaglianza: due su 24 le donne elette presidenti di commissioni permanenti alla Camera e al Senato.
''Sono forti gli stereotipi di genere ed è doloroso che i ragazzi non abbiano consapevolezza. Ha senso dare modelli positivi con l’uomo e la donna sereni che seguono gli interessi'' ha aggiunto Giulia. Da otto anni docente di italiano, storia e geografia, ha iniziato a introdurre il tema della parità di genere nelle lezioni in classe con i suoi alunni, durante le ore di educazione civica. ''Tanti argomenti si allacciano al programma, dando una prospettiva più ampia, come con l’esercizio di un cambio dei ruoli nelle fiabe in cui sono protagoniste le principesse oppure a quelle in cui i maschi sono protagonisti come muscolosi, forti, avventurieri. Se ci pensiamo, tutti gli stereotipi di genere i bambini li hanno addosso dalla nascita, a partire dai colori rosa per le femmine e azzurro per i maschi. Secondo me l’educazione potrebbe funzionare meglio se cercassimo di eliminare queste differenze''.
Giulia Mauri ha quindi raccolto in un volume gli appunti che aveva preso in anni di approfondimento sulla questione. Il libro comincia con un cappello introduttivo sul femminismo e prosegue con i problemi a cui devono far fronte le ragazze oggi: il peso, il fatto di non essere brave in matematica e nelle materie scientifiche, il tabù sulle mestruazioni. ''Ho scritto alcune soluzioni pratiche che si possono mettere insieme ed è il corpo centrale del libro che prosegue con un capitolo sulla prospettiva nel mondo e un altro su cosa significa essere maschi oggi''.
L’ultimo capitolo contiene alcuni spunti sui miglioramenti che si possono attuare. ''Non c’è soluzione, è una sorta di guida che può essere letta già dalla terza media. Il mio obiettivo era palesare un problema, dimostrare che esistono gli stereotipi, ci danneggiano e pensare a come toglierli con piccoli accorgimenti da tutti i giorni - ha dichiarato Giulia - Sono abbastanza fiduciosa perché già il fatto che se ne parli, genera consapevolezza. Penso che le nuove generazioni abbiano buone qualità. Spero che seminando oggi, si possano raccogliere frutti domani''.
''La parità di genere ha un valore universale, riguarda tutti noi ed è anche un indicatore del livello di civiltà raggiunto da una comunità'' è il pensiero del presidente di Avis Costa Masnaga, Gabriele Muzzi. ''Se stiamo qui a parlarne è perché si tratta di un obiettivo non ancora raggiunto. Colmare questa lacuna è un impegno che dobbiamo assumerci sia come società, sia come singoli individui, nessuno può chiamarsi fuori. È indispensabile che la coscienza collettiva compia una evoluzione di consapevolezza per realizzare che siamo tutti unici e nessuno è superiore ad un altro''.
Giulia ha raccontato l’origine del libro, nato dall’esperienza tra i banchi di scuola e dall’interesse personale. ''La tematica del femminismo e parità di genere mi ha sempre interessata e, in particolare modo per il mio ruolo di insegnante, mi interessa la pedagogia di genere, anche se chiarisco subito di non essere un’esperta'' ha detto Giulia. ''Siamo abituati a pensare che maschi e femmine sono sullo stesso piano ma, già entrando in aula, ci si accorge che hanno comportamenti diversi. Tante cose che crediamo essere diverse per biologia, sono comportamenti indotti da una cultura. C’è una specie di rimando implicito al fatto che i bravi in matematica siano i maschi ma, se andiamo in paesi dove non ci sono stereotipi legati alla materia, maschi e femmine hanno risultati simili. Durante l’intervallo a scuola, i maschi tendono a occupare maggiore spazio, mentre le femmine sono spesso educate a essere remissive. Sono comportamenti adottati e non naturali. Si dice che le femmine sono più ordinate e silenziose: lo è davvero o perché vengono educate in questo modo da piccole?''.
Molto dipende dall’ambiente in cui cresciamo e la realtà dimostra che la disparità di genere è ancora oggi molto presente nel lavoro (le donne impiegate sono poco più della metà, il 55%) e nelle retribuzioni (in media guadagnano il 13% in meno). In 18 Stati su 27 le donne sono lavoratrici precarie e anche la politica non sfugge a questa disuguaglianza: due su 24 le donne elette presidenti di commissioni permanenti alla Camera e al Senato.
''Sono forti gli stereotipi di genere ed è doloroso che i ragazzi non abbiano consapevolezza. Ha senso dare modelli positivi con l’uomo e la donna sereni che seguono gli interessi'' ha aggiunto Giulia. Da otto anni docente di italiano, storia e geografia, ha iniziato a introdurre il tema della parità di genere nelle lezioni in classe con i suoi alunni, durante le ore di educazione civica. ''Tanti argomenti si allacciano al programma, dando una prospettiva più ampia, come con l’esercizio di un cambio dei ruoli nelle fiabe in cui sono protagoniste le principesse oppure a quelle in cui i maschi sono protagonisti come muscolosi, forti, avventurieri. Se ci pensiamo, tutti gli stereotipi di genere i bambini li hanno addosso dalla nascita, a partire dai colori rosa per le femmine e azzurro per i maschi. Secondo me l’educazione potrebbe funzionare meglio se cercassimo di eliminare queste differenze''.
Giulia Mauri ha quindi raccolto in un volume gli appunti che aveva preso in anni di approfondimento sulla questione. Il libro comincia con un cappello introduttivo sul femminismo e prosegue con i problemi a cui devono far fronte le ragazze oggi: il peso, il fatto di non essere brave in matematica e nelle materie scientifiche, il tabù sulle mestruazioni. ''Ho scritto alcune soluzioni pratiche che si possono mettere insieme ed è il corpo centrale del libro che prosegue con un capitolo sulla prospettiva nel mondo e un altro su cosa significa essere maschi oggi''.
L’ultimo capitolo contiene alcuni spunti sui miglioramenti che si possono attuare. ''Non c’è soluzione, è una sorta di guida che può essere letta già dalla terza media. Il mio obiettivo era palesare un problema, dimostrare che esistono gli stereotipi, ci danneggiano e pensare a come toglierli con piccoli accorgimenti da tutti i giorni - ha dichiarato Giulia - Sono abbastanza fiduciosa perché già il fatto che se ne parli, genera consapevolezza. Penso che le nuove generazioni abbiano buone qualità. Spero che seminando oggi, si possano raccogliere frutti domani''.
M.Mau.