Cremella: l'anoressia online nella serata con il dottor Chinello per conoscere e prevenire

I disturbi alimentari rappresentano una delle più gravi piaghe della nostra società. Si stima infatti che nel nostro Paese ci sia una prevalenza dello 0.2-0.8 % per l'anoressia e dell'1-5 % per la bulimia. A tal proposito su iniziativa di Stefano Tavilla, che ha perso la figlia Giulia a soli 17 anni per bulimia mentre era in lista di attesa per una struttura dedicata, l’associazione ''Mi Nutro di Vita'' ha promosso l’introduzione di una giornata dedicata a questo tipo di condizioni chiamata ''La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla''. Tale ricorrenza cade il 15 marzo, nonché il giorno della morte di Giulia.
L’importanza della tematica trattata è tale da aver portato alla dilatazione dell’organizzazione di eventi correlati all’intera settimana circostante il 15 marzo, dando vita alla cosiddetta ''Settimana Lilla'' (9-16 marzo). Si tratta di una serie di giornate dedicate alla sensibilizzazione della popolazione riguardo il tema dei disturbi alimentari.
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Il relatore (al centro) con gli organizzatori della serata

In questo contesto il Comune di Cremella ha organizzato lo scorso mercoledì sera un incontro dal titolo ''L’Anoressia Online'', presso la sala consiliare comunale. 
Le tematiche dell’evento erano davvero importanti e di grandissima attualità: l’impatto del web, ed in particolare dei cosiddetti blog pro-anoressia (ProAna) sullo sviluppo dell’anoressia dal punto di vista dei rischi, della prevenzione e delle red flag che ci devono far sospettare. A parlarne dinnanzi ad un pubblico attento è stato il dottor Alessandro Chinello, psicoterapeuta, specialista in neuropsicologia e ricercatore presso la fondazione Maria Bianca Corno (Monza).
I presupposti per una serata che potesse portare un tema così delicato su un piano dialettico di alto livello c’erano tutti e le aspettative non sono state disattese. In prima istanza ha preso parola il sindaco di Cremella, Ave Pirovano, che ha fatto gli onori di casa. ''Sono molto felice del fatto che un evento così altamente formativo si svolga nel nostro paese. Io penso che il mondo online ci stia rovinando in quanto le persone tendono a cercare i sintomi delle malattie navigando su siti poco qualificati assimilando informazioni errate''.
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Da sinistra Ave Pirovano, Cristina Brusadelli e il dottor Alessandro Chinello

Spazio poi all'assessore a servizi sociali e politiche giovanili Cristina Brusadelli che ha sottolineato quanto sia importante diffondere nozioni scientifiche al numero più elevato possibile di persone. ''La conoscenza è una delle armi più potenti per poter fare prevenzione. L’incontro di oggi si inserisce proprio in quest'ottica''.
La kermesse è poi entrata nel vivo dell’argomento trattato, grazie all'intervento del dottor Chinello. ''Oggi trattiamo i disturbi alimentari con un taglio un po’ diverso da quello più canonico, facendo riferimento a forme patologiche strettamente correlate al mondo del web. In prima istanza abbiamo constatato che la parola –prevenzione- sia poco cercata su internet, a sostegno della tesi secondo la quale in Italia si tende a curare più che a prevenire''. 
Emergono dei particolari inquietanti: ''Il web è popolato da gruppi definiti –ProAna- cioè delle vere e proprie comunità online in cui giovani, principalmente ragazze ma anche ragazzi, di età tendenzialmente compresa fra i 13 e i 30 anni si scambiano nozioni alimentari e contenuti multimediali senza alcuna base scientifica e che tendono verso la sfera del disturbo alimentare. Queste persone hanno concezioni fuorvianti del corpo umano, un profondo senso di appartenenza al gruppo, un supporto identitario dato da una comunità che vive il rifiuto o l’estrema selettività del cibo come un atto eroico di forza nei confronti del proprio corpo''.
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I ragazzi si fidelizzano e si prostrano di fronte ad un dogma che di scientifico ha sostanzialmente nulla: ''i giovani presenti in questi gruppi venerano la cosiddetta Dea Ana, dedicandole poesie e preghiere. Coloro che perdono la vita a causa del rigetto del cibo vengono visti come degli eroi mentre coloro che trovano la forza di chiedere aiuto nelle sedi competenti vengono considerati dei falliti e dei miserabili''.
Il dottor Chinello ha anche tracciato una sorta di identikit per cercare di smascherare eventuali partecipanti a queste community: ''generalmente i ragazzi appartenenti a questi gruppi sono caratterizzati da isolamento affettivo, difficoltà nel comunicare la sofferenza, forte bisogno di essere accettati, maggior tendenza al perfezionismo e crescente sfiducia nella medicina''.
Infine un appello sulla necessità di investire maggiormente sulla ricerca in questo ambito, per la quale l’Italia attualmente rappresenta uno dei fanalini di coda. ''Agli inizi degli anni ‘90 in USA e all’inizio del 21°secolo in Europa, queste persone si riunivano in blog pubblici più facilmente identificabili. Oggi invece si fa riferimento a gruppi WhatsApp e Telegram il cui ingresso è altamente selettivo e la cui esistenza è difficile da stanare. Nel 2012 Instagram ha bandito l’hashtag #ProAna. La fondazione Maria Bianca Corno rappresenta un esempio virtuoso di ricerca in questo campo; tuttavia affinché si possa creare una rete di solida conoscenza e prevenzione fitta ed efficace, è necessario un maggior coinvolgimento della comunità scientifica e delle istituzioni politiche''.
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L’incontro si è chiuso con una stimolante sessione di domande e risposte che hanno coinvolto buona parte del pubblico.
Il concetto di prevenzione è importantissimo e ancora poco considerato nel nostro Paese. Il dottor Chinello ha ribadito l’importanza di questo aspetto. Per cercare di risolvere questo problema è necessario che ambiti importanti quali la prevenzione, la divulgazione e la conoscenza scientifica si intreccino e uniscano le forze al fine di evitare lo sviluppo di realtà quali i gruppi ProAna.
 Cremella ha fatto la sua parte e ha onorato al meglio la settimana del fiocchetto lilla con questo importantissimo evento.
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M.G.
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