Monticello: usare lo spray al peperoncino come strumento di difesa. Un corso per le donne

Come utilizzare lo spray al peperoncino per difendersi da eventuali aggressioni. Ha fatto tappa anche a Monticello il corso promosso dall'amministrazione comunale alla presenza degli istruttori di Defendo, associazione che propone corsi di autodifesa e combattimento corpo a corpo con metodologia israeliana nelle province di Lecco, Bergamo, Monza e Brianza e Milano. 
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Domenica 17 marzo infatti, l'istruttore Mauro Sala, accompagnato e sostenuto dall'allieva Francesca, ha offerto una lezione della durata di due ore presso la palestra delle scuole elementari di Via Sirtori, dedicato a un approfondimento su quella che è una vera e propria arma ormai diffusa soprattutto fra le più giovani fasce d'età, dietro all'impiego della quale però è necessaria una meticolosa conoscenza per l'utilizzo corretto e sicuro: lo spray al peperoncino. Il corso si inserisce all'interno dell'area di competenza della disciplina del Krav Maga, un sistema di difesa personale che unisce diverse tecniche di combattimento per fronteggiare con semplicità e immediatezza situazioni che minacciano l'incolumità personale. 
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Distanza dalla bomboletta, posizionamento per lo spruzzo, soluzioni alternative in mancanza dello spray stesso e, soprattutto, rispetto delle norme di legge sono solo alcuni degli argomenti che sono stati trattati nel corso della relazione, che ha preso il via alle ore 10 grazie al patrocinio del Comune di Monticello. Due ore intense ma leggere, che hanno coinvolto in prima persona la decina di donne che vi ha partecipato. 
Il rispetto delle norme di sicurezza e delle indicazioni fornite dalla legge sono stati in assoluto il primo argomento trattato, poiché di importanza cruciale nel caso in cui ci si trovi in una situazione del genere. "Ogni Paese ha le sue norme: il fatto che in Italia sia legale non significa che lo sia in tutti gli Stati del mondo. Qui da noi, inoltre, vige il fatto che lo spray al peperoncino si può utilizzare solo in caso di difesa, mai di attacco. È una vera e propria arma, e in quanto tale, va utilizzata solo in caso di estrema necessità" ha spiegato l'istruttore, chiarendo così sin dal principio le premesse con cui impostare la relazione. 
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"Quando ci troviamo in una situazione in cui siamo esposti a un pericolo, proviamo determinate emozioni e abbiamo altrettante reazioni. Possiamo collocare questi stati d'animo in tre aree: la prima è la zona gialla, quella in cui ci accorgiamo che nell'ambiente che ci circonda c'è qualcosa che non ci quadra, la seconda è la zona rossa ed è il momento in cui iniziamo ad avere i battiti accelerati e le nostre reazioni iniziano a diventare istintive, l'ultima, infine, è la zona nera, che però, in quanto caratterizzata da panico e battiti eccessivamente aumentati, è assolutamente da evitare, cosa che si raggiunge con un buon allenamento" ha spiegato Sala. "Per questo il nostro motto è "Be a wolf": il consiglio che diamo è di rimanere sempre all'erta nei confronti dell'ambiente circostante, per esempio evitando di camminare con le cuffie nelle orecchie o con lo sguardo fisso sul cellulare. Dobbiamo comunicare che non siamo una presa facile, è in assoluto questo il primo passo per una difesa efficace".
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Mantenersi all'erta, tuttavia, a volte non basta, e si rende necessario passare all'azione, che può migliorare con l'allenamento e, soprattutto, con diversi accorgimenti. Se possediamo uno spray al peperoncino, per esempio, bisogna averlo già in mano ancor prima che l'aggressore si avvicini a noi, altrimenti il tempo di recuperarlo non ci è sufficiente. "Lo spray va preparato (e cioè tenuto solo ed esclusivamente in mano, già correttamente impugnato) prima, in un luogo sicuro, così da averlo già pronto nel momento del bisogno. Solo così può effettivamente esservi utile" ha spiegato ancora Sala.
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Possono capitare delle situazioni, tuttavia, in cui ci si dimentichi lo spray, o per qualunque motivo, non lo si ha a portata di mano. "Non è pensabile, anche solo nel momento in cui mi accorgo della presenza di una potenziale aggressione, mettersi a cercare lo spray nella borsa, nello zaino o persino in tasca: ora che l'ho trovato, sono già stato attaccato" ha commentato Sala. "È il caso, piuttosto, di utilizzare come difesa oggetti comuni che abbiamo a portata di mano, che diventano, in questo modo, quelle che si definiscono armi improprie: posso sempre lanciare la borsa contro il mio aggressore, o la felpa, o ancora, l'ombrello... insomma, quello che mi capita sotto mano. Questo certamente non mette K.O. l'aggressore, però sicuramente lo destabilizza: subito dopo la reazione, infatti, bisogna sempre scappare. Bisogna ricordare, inoltre, che lo spray andrebbe utilizzato sempre solo in luoghi aperti, perché è talmente potente che in ascensore, in ufficio o altro potrebbe mettere K.O. anche noi''.
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Mettiamo caso, però, che lo spray al peperoncino sia stato preparato e sia funzionante: come si usa? Perché per quanto possa sembrare un concetto semplice, è sempre bene conoscere delle piccole ma utili regole per minimizzare i danni alla persona stessa che lo sta utilizzando. Nel corso della presentazione, Mauro e Francesca hanno mostrato diverse tipologie di spray, differenti fra loro per forma, presenza o meno della sicura, impugnatura, nebulizzazione del getto, concentrazione di capsaicina (il composto chimico irritante del peperoncino che permette il funzionamento dell'arma e che però in ogni caso non deve superare il 2,5%), funzionalità aggiuntive come torcia o sirena e tanto altro: per quanto si tratti molto di preferenza individuale, i due relatori hanno consigliato uno spray a forma esagonale (in modo che non rotoli via qualora dovesse scivolare dalle mani) dotato di sicura protettiva. 
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Tutti questi spray, in ogni caso, condividono le stesse modalità di utilizzo. In primo luogo, è importante adottare l'impugnatura corretta: la bomboletta andrebbe tenuta tenendo il pollice sull'ugello, per poter esercitare più pressione, ma facendo attenzione a non coprire con l'indice la finestra di fuoriuscita del getto, per non contaminare la propria mano. "Per quanto ci siano delle linee guida specifiche, però, se preferite un'altra impugnatura non vi dirò mai che state sbagliando: è una cosa molto personale, ognuno adotta quella più comoda a sé. Quello che faccio io è solo cercare di indirizzarvi verso quella che si ritiene sia la più efficace" ha commentato Sala a riguardo.
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Una volta impugnato correttamente lo spray, sarebbe consigliabile mettersi in posizione di tiro: mantenendo il baricentro stabile, ci si avvicina o ci si allontana dall'aggressore affinché il getto, di circa 2 metri o poco più, raggiunga il bersaglio. Poi, braccio dominante teso e mano non dominante a coprire la bocca, con il palmo rivolto verso l'esterno, per parare con più facilità eventuali colpi a noi indirizzati: l'obiettivo è quello di preservare il più possibile le vie respiratorie mantenendo comunque una posizione di difesa. "Se decidete di usare lo spray, fatelo con decisione, e poi scappate, sia per fuggire dall'aggressore, sia per evitare di essere contaminati dallo spray da parte dell'aggressore, che ci si può scaraventare addosso" ha commentato a questo riguardo Sala. Per assicurarsi una totale comprensione delle metodologie, è stato a questo punto che le presenti sono state coinvolte in una dimostrazione pratica, o meglio, in quello che è stato un vero e proprio allenamento. 
E una volta utilizzato lo spray, cosa ce ne facciamo? Dopo aver allertato le forze dell'ordine dell'avvenuto utilizzo - come stabilisce la legge italiana, la bomboletta va necessariamente buttata. "Se avete usato lo spray, buttatelo. Di solito la sua durata è di circa 5 secondi, ma in fase di stress non potete percepire per quanto tempo l'avete tenuto in pressione. Se lo tenete, rischiate di non averlo in caso di bisogno" ha specificato Sala.
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"C'è anche un altro caso in cui lo spray va assolutamente buttato, ovvero se è scaduto: il contenuto è fatto di sostanze organiche, le quali dopo la data di scadenza rischiano fortemente di non avere più l'effetto desiderato" ha concluso. 
Ultimo argomento trattato nel corso della presentazione è stato come trattare i casi di contaminazione involontaria. "A parte nel caso di allergia alla capsaicina, il contatto con lo spray al peperoncino causa una forte debilitazione, ma sempre temporanea. Se dovesse entrare in contatto con la pelle, va trattato con acqua e sapone, evitando il più possibile di toccare cose in giro. Se dovesse invece entrare in contatto con gli occhi, allora è necessario risciacquare con abbondante acqua, e intendo proprio mettersi sotto ad acqua corrente per dieci, quindici minuti''.
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Per concludere, le due ore di presentazione, come illustrato anche dagli stessi Mauro e Francesca, si possono riassumere in questo modo: durante un momento di esposizione al pericolo, sempre attuare gli step di preparazione, mantenimento vigile dell'attenzione, lettura della situazione ed eventualmente reazione con decisione; sempre comunicando che non si è prede facili. In caso di aggressione poi, vige il mantra "schiaccia - scappa - chiama": utilizza lo spray al peperoncino, scappa per evitare la contaminazione (e lo stesso aggressore), e chiama le forze dell'ordine.
Insomma, una mattinata intensa, ma decisamente concreta e utile: lo hanno confermato anche le parole del sindaco di Monticello Alessandra Hofmann, che si è detta contenta e grata della possibilità di organizzare interventi necessari come questo. 
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G.G.
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