Cassina de' Bracchi 150 anni fa si unì a Casatenovo. Biffi spiega il perchè di questa scelta
La ''vera'' storia di Cassina de' Bracchi, in particolare le motivazioni che portarono alla scelta da parte dell'allora comune autonomo, di aggregarsi a Casatenovo, rinunciando alla propria indipendenza. Ieri sera, prima che il confronto elettorale fra i candidati entrasse nel vivo, il moderatore Angelo Colombo ha ceduto il microfono a Francesco Biffi. Presidente di ''Sentieri e Cascine'' e conoscitore di plurimi aneddoti sulla storia locale, il volontario ha brevemente raccontato al numeroso pubblico inizialmente radunato nella piazzetta di Via Galilei, qualche curiosità legata al passato; a turbare un poco gli animi di qualche residente di Cassina de' Bracchi era stato infatti un nostro articolo che pubblicato qualche tempo fa, raccontava che la scelta di aggregarsi a Casatenovo - assunta 150 anni fa - fosse dettata dalla presenza di troppi ''illetterati'' fra la popolazione. Persone vale a dire, con un grado di istruzione basso, incapaci di rappresentare gli interessi del popolo nella pubblica amministrazione. Uno stralcio di storia decisamente curioso che avevamo ''attinto'' dal libro di Alberto Cappellini, ''Memorie storiche di Casatenovo''.
Biffi ha però chiarito come la decisione risalente al lontano 1874 fosse legata più che al passaggio sopra citato, a necessità economiche. ''Per quanto concerne la situazione tipografica (sic) di questo Comune con quello di Casatenuovo al quale ne propongo l’aggregamento appare totalmente unito sotto ogni rapporto, e per meglio chiarire il fatto è mestiere accennare che importanti frazioni di Casatenuovo attraversano questo suolo per recarsi al centro del loro Comune, oltr’essere frazioni di qui già dipendenti alla giurisdizione della Parrocchia di Casatenuovo. I comuni di cui ne propongo la fusione sono fin d’ora uniti in consorzio per quanto riflette l’importante ramo sanitario tanto in linea della condotta medica e ostetrica, non che per altri bisogni vitali. Il più importante, e che intorno al quale domando l’attenzione di questi onorevoli consiglieri, si è di vedere questo Comune tuttora in bisogno di eccedere il limite delle sovrimposte comunali onde far fronte alle spese ordinarie, quantunque abbia già in vigore tutte le tasse obbligatorie portate dalla legge 11 agosto 1870 pei provvedimenti finanziari. Ammettendo pertanto la proposta aggregazione mi fa sperare senza dubbio un miglioramento sensibile per le finanze comunali; considerato che questo comune non è censito che 32.538 scudi, mentre invece Casatenuovo possiede un importante estimo di scudi 81.535, oltre avere una buona rendita fabbricati e tasse d’esercizio'' le parole allora pronunciate in consiglio comunale da Luigi Bressanini che rivelano come, alla base della scelta di Cassina de' Bracchi di privarsi della propria autonomia, ci fossero motivi di ordine pratico, legate all’amministrazione del comune, alle sue finanze e al desiderio, quindi, di razionalizzare spese e servizi a vantaggio della comunità.
Stando alle notizie storiche raccolte - come ha spiegato Biffi, citando il libro su Casatenovo edito quattro anni fa dalla Pro Loco - nel 1751 Cassina de’ Bracchi appariva unito a Cassina Galgiana, fino al primo Settecento Comune a sé. Insieme formavano una sola unità di 115 abitanti, non infeudata e con un’amministrazione ridotta a un console e un sindaco eletti annualmente ''sulla pubblica piazza''. Pur essendo una piccola municipalità, l’archivio testimonia le molte spese che l'ente doveva sostenere; prime fra tutte quelle relative alle strade e alla loro manutenzione. Negli anni a seguire fra l'altro, due eventi peggiorarono ulteriormente le cose: la rottura di un ponticello sulla roggia Nava che collegava la Bernaga a Maresso (per il quale l'allora Comune di Contra chiese a Cassina de' Bracchi di contribuire alle spese di riparazione) e l'ampliamento del cimitero maressese. Struttura quest'ultima alla quale afferivano gli abitanti delle frazioni di Rimoldo, Valaperta e Bernaga; peccato che a metà secolo Cassina si fosse già dovuta fare carico dell’ampliamento del cimitero di Galgiana. Una doppia e significativa spesa nel giro di poco tempo.
Insomma, troppo elevati i costi da sostenere per un ente così piccolo; a metà aprile 1874 inizia dunque l’iter che si concluderà il 2 novembre con un decreto del re Vittorio Emanuele II. L'atto sancisce l’aggregazione di Cassina de’ Bracchi a Casatenovo a partire dal primo gennaio 1875.
Biffi ha però chiarito come la decisione risalente al lontano 1874 fosse legata più che al passaggio sopra citato, a necessità economiche. ''Per quanto concerne la situazione tipografica (sic) di questo Comune con quello di Casatenuovo al quale ne propongo l’aggregamento appare totalmente unito sotto ogni rapporto, e per meglio chiarire il fatto è mestiere accennare che importanti frazioni di Casatenuovo attraversano questo suolo per recarsi al centro del loro Comune, oltr’essere frazioni di qui già dipendenti alla giurisdizione della Parrocchia di Casatenuovo. I comuni di cui ne propongo la fusione sono fin d’ora uniti in consorzio per quanto riflette l’importante ramo sanitario tanto in linea della condotta medica e ostetrica, non che per altri bisogni vitali. Il più importante, e che intorno al quale domando l’attenzione di questi onorevoli consiglieri, si è di vedere questo Comune tuttora in bisogno di eccedere il limite delle sovrimposte comunali onde far fronte alle spese ordinarie, quantunque abbia già in vigore tutte le tasse obbligatorie portate dalla legge 11 agosto 1870 pei provvedimenti finanziari. Ammettendo pertanto la proposta aggregazione mi fa sperare senza dubbio un miglioramento sensibile per le finanze comunali; considerato che questo comune non è censito che 32.538 scudi, mentre invece Casatenuovo possiede un importante estimo di scudi 81.535, oltre avere una buona rendita fabbricati e tasse d’esercizio'' le parole allora pronunciate in consiglio comunale da Luigi Bressanini che rivelano come, alla base della scelta di Cassina de' Bracchi di privarsi della propria autonomia, ci fossero motivi di ordine pratico, legate all’amministrazione del comune, alle sue finanze e al desiderio, quindi, di razionalizzare spese e servizi a vantaggio della comunità.
Stando alle notizie storiche raccolte - come ha spiegato Biffi, citando il libro su Casatenovo edito quattro anni fa dalla Pro Loco - nel 1751 Cassina de’ Bracchi appariva unito a Cassina Galgiana, fino al primo Settecento Comune a sé. Insieme formavano una sola unità di 115 abitanti, non infeudata e con un’amministrazione ridotta a un console e un sindaco eletti annualmente ''sulla pubblica piazza''. Pur essendo una piccola municipalità, l’archivio testimonia le molte spese che l'ente doveva sostenere; prime fra tutte quelle relative alle strade e alla loro manutenzione. Negli anni a seguire fra l'altro, due eventi peggiorarono ulteriormente le cose: la rottura di un ponticello sulla roggia Nava che collegava la Bernaga a Maresso (per il quale l'allora Comune di Contra chiese a Cassina de' Bracchi di contribuire alle spese di riparazione) e l'ampliamento del cimitero maressese. Struttura quest'ultima alla quale afferivano gli abitanti delle frazioni di Rimoldo, Valaperta e Bernaga; peccato che a metà secolo Cassina si fosse già dovuta fare carico dell’ampliamento del cimitero di Galgiana. Una doppia e significativa spesa nel giro di poco tempo.
Insomma, troppo elevati i costi da sostenere per un ente così piccolo; a metà aprile 1874 inizia dunque l’iter che si concluderà il 2 novembre con un decreto del re Vittorio Emanuele II. L'atto sancisce l’aggregazione di Cassina de’ Bracchi a Casatenovo a partire dal primo gennaio 1875.
G.C.