Monticello: a 30 anni dal suo arrivo al Greppi, Pellegrino è pronto a godersi la pensione
C'è anche il professor Antonio Pellegrino fra i docenti per i quali l'esperienza all'istituto superiore Greppi è giunta ormai agli sgoccioli. Quest'oggi, conclusi gli ultimi colloqui orali dell'esame di maturità, lo storico insegnante di letteratura si è congedato del plesso di Monticello, pronto a godersi la meritata pensione. Una figura sicuramente cara a generazioni di ragazzi che negli anni sono transitati da aule e corridoi della scuola; del resto Pellegrino era arrivato al Greppi nel lontano 1994, dopo alcune cattedre temporanee in Brianza, fra le allora province di Milano e Como.
''Sono entrato in servizio lo stesso giorno dei colleghi Victor Reichmann e Grazia Nobili. Con loro, la professoressa Fabiana Vendola ed altri, ho collaborato intensamente, condividendo diversi progetti legati non soltanto alla letteratura'' ci ha detto l'insegnante, ricordando ad esempio le tante esperienze di scambio internazionale che gli hanno consentito di instaurare con molti docenti, rapporti professionali ma anche umani.
Nei trent'anni trascorsi al Greppi, Pellegrino ha sempre insegnato a studenti e studentesse degli indirizzi umanistici: il socio-psico-pedagogico e l'economico aziendale durante il periodo del progetto Brocca, e in tempi più recenti alle classi del liceo socio economico (LES) che anno dopo anno ha ottenuto grande successo in termini di iscrizioni.
''E' stata un'esperienza gratificante: questa scuola ha sempre avuto un background di sperimentazione, con una forte tendenza all'innovazione e al cambiamento che è rimasta nonostante il trascorrere degli anni. Io stesso ho cercato di interpretare il mio ruolo di docente proponendo appena possibile qualche novità. Non volevo annoiare i ragazzi, ma nemmeno me stesso. Il lavoro in classe è stato gratificante e stimolante fino alla fine'' ha aggiunto il docente ricordando ad esempio ''Non è colpa di Pandora'', iniziativa contro la violenza sulle donne nata in classe e trasformatasi poi in un'associazione fondata da alcune studentesse, o ancora la ''Settimana del successo formativo'' di cui è stato uno dei referenti. A inizio anno, mentre gli alunni con insufficienze si dedicano ai corsi di recupero, i compagni hanno la possibilità di frequentare laboratori, attività e proposte di approfondimento, dentro e fuori dall'istituto. ''Si tratta di un'iniziativa divenuta ormai una tradizione, che ha richiesto un notevole sforzo organizzativo, ma che ogni anno ha offerto a ragazzi e a noi insegnanti, occasioni importanti'' ha aggiunto l'insegnante, che spera di poter proseguire - per quel che potrà - la collaborazione con il Greppi, una sorta di seconda casa per lui. Un'esperienza qualificante soprattutto sul piano umano.
Certo, i periodi difficili non sono mancati; su tutti il Covid. La pandemia ha - per un certo periodo - rivoluzionato e non poco le modalità di insegnamento e di apprendimento in classe, demandando molto alla tecnologia, non sempre però appannaggio di tutti. Dalla ''tempesta'' però, si è usciti e ragazzi ed insegnanti hanno potuto piano piano tornare alle vecchie abitudini e soprattutto alla didattica in presenza, fondamentale anche sul piano umano. Per adolescenti e giovani gli anni della scuola superiore sono un periodo delicato e negli ultimi tempi il disagio che molti di loro vivono si è fatto più evidente. ''Un cambiamento rispetto al passato c'è, questo è innegabile, ed è legato alla fragilità. I ragazzi necessitano di maggiori attenzioni e anche il compito di noi insegnanti è cambiato in maniera significativa. I docenti non sono più soltanto dispensatori di cultura, ma figure di riferimento anche per l'aspetto affettivo ed emozionale'' ha concluso il docente, che da settembre avrà più tempo da dedicare alle proprie passioni, anche se le ultime settimane a scuola sono state così intense da non avergli dato il tempo di programmare chissà che cosa. ''Viaggiare mi è sempre piaciuto: a ottobre ho in programma un viaggio in Turchia. Poi si vedrà'' ha concluso l'insegnante con casa a Giussano, nella vicina provincia di Monza e Brianza.
''Sono entrato in servizio lo stesso giorno dei colleghi Victor Reichmann e Grazia Nobili. Con loro, la professoressa Fabiana Vendola ed altri, ho collaborato intensamente, condividendo diversi progetti legati non soltanto alla letteratura'' ci ha detto l'insegnante, ricordando ad esempio le tante esperienze di scambio internazionale che gli hanno consentito di instaurare con molti docenti, rapporti professionali ma anche umani.
Nei trent'anni trascorsi al Greppi, Pellegrino ha sempre insegnato a studenti e studentesse degli indirizzi umanistici: il socio-psico-pedagogico e l'economico aziendale durante il periodo del progetto Brocca, e in tempi più recenti alle classi del liceo socio economico (LES) che anno dopo anno ha ottenuto grande successo in termini di iscrizioni.
''E' stata un'esperienza gratificante: questa scuola ha sempre avuto un background di sperimentazione, con una forte tendenza all'innovazione e al cambiamento che è rimasta nonostante il trascorrere degli anni. Io stesso ho cercato di interpretare il mio ruolo di docente proponendo appena possibile qualche novità. Non volevo annoiare i ragazzi, ma nemmeno me stesso. Il lavoro in classe è stato gratificante e stimolante fino alla fine'' ha aggiunto il docente ricordando ad esempio ''Non è colpa di Pandora'', iniziativa contro la violenza sulle donne nata in classe e trasformatasi poi in un'associazione fondata da alcune studentesse, o ancora la ''Settimana del successo formativo'' di cui è stato uno dei referenti. A inizio anno, mentre gli alunni con insufficienze si dedicano ai corsi di recupero, i compagni hanno la possibilità di frequentare laboratori, attività e proposte di approfondimento, dentro e fuori dall'istituto. ''Si tratta di un'iniziativa divenuta ormai una tradizione, che ha richiesto un notevole sforzo organizzativo, ma che ogni anno ha offerto a ragazzi e a noi insegnanti, occasioni importanti'' ha aggiunto l'insegnante, che spera di poter proseguire - per quel che potrà - la collaborazione con il Greppi, una sorta di seconda casa per lui. Un'esperienza qualificante soprattutto sul piano umano.
Certo, i periodi difficili non sono mancati; su tutti il Covid. La pandemia ha - per un certo periodo - rivoluzionato e non poco le modalità di insegnamento e di apprendimento in classe, demandando molto alla tecnologia, non sempre però appannaggio di tutti. Dalla ''tempesta'' però, si è usciti e ragazzi ed insegnanti hanno potuto piano piano tornare alle vecchie abitudini e soprattutto alla didattica in presenza, fondamentale anche sul piano umano. Per adolescenti e giovani gli anni della scuola superiore sono un periodo delicato e negli ultimi tempi il disagio che molti di loro vivono si è fatto più evidente. ''Un cambiamento rispetto al passato c'è, questo è innegabile, ed è legato alla fragilità. I ragazzi necessitano di maggiori attenzioni e anche il compito di noi insegnanti è cambiato in maniera significativa. I docenti non sono più soltanto dispensatori di cultura, ma figure di riferimento anche per l'aspetto affettivo ed emozionale'' ha concluso il docente, che da settembre avrà più tempo da dedicare alle proprie passioni, anche se le ultime settimane a scuola sono state così intense da non avergli dato il tempo di programmare chissà che cosa. ''Viaggiare mi è sempre piaciuto: a ottobre ho in programma un viaggio in Turchia. Poi si vedrà'' ha concluso l'insegnante con casa a Giussano, nella vicina provincia di Monza e Brianza.
G.C.