Oggiono: al Bachelet premi per gli alunni neo diplomati
L’ultimo ingresso nell’istituto che per cinque anni li ha accompagnati nel percorso di crescita. Un quinquennio contraddistinto da tante sfumature ed emozioni che è giunto al termine. La conclusione degli anni di studio è stata celebrata, all’istituto Bachelet di Oggiono, con un’apposita cerimonia, il Graduation day. Nella serata di venerdì 12 luglio sono stati consegnati i diplomi di maturità agli studenti che hanno concluso l’esame di stato nell’anno scolastico 2023-2024.
''Come raggiungere un traguardo? Senza fretta ma senza sosta. Prendo in prestito le parole di Goethe per riassumere il vostro cammino'' sono state le parole della dirigente scolastica Anna Panzeri. ''É stato un anno pesante e impegnativo ma ora si sciolgono i nodi, si liberano energie e si vive, come fa chi non si arrende mai. Il modo migliore per affrontare gli ostacoli è quello di usarli, per allontanare l’ansia e l’idea di non farcela. Mille sono i traguardi che avete già tagliato come vincitori: avete vinto insieme, in una classe, in un gruppo e in una squadra. Insomma siete persone e come accade con un libro, alcuni ingannano dalla copertina e altri fanno scoprire meraviglie''.
La dirigente ha poi rivolto ai ragazzi un pensiero per il loro futuro: ''Solo chi ha il coraggio di scrivere la parola fine può scrivere la parola inizio. Pensate a quante volte avete avuto questo coraggio. Siete stati capaci di fare un passo oltre la prevedibilità, l’incomprensione, la normalità e il pregiudizio. Per questo avete reso questa scuola migliore. La scuola è un mondo complicato: diventa una svolta quando è capace di stare nel cambiamento e guidarlo e voi siete stati dei bravi piloti. Recuperate il tempo e non dimenticate che le cose più belle della vita non sono cose ma sono persone, luoghi, emozioni. Il tempo separa chi non è mai appartenuto: la scuola è ancora vostra''.
Il professor Gerolamo Lozza, introducendo la serata, ha detto: ''Il Graduation day è l’occasione per rivivere momenti importanti, per riconoscere chi ha raggiunto il traguardo della maturità e dare in pillole gli ultimi suggerimenti di vita ai ragazzi. Ci saranno musiche, canzoni, premiazioni e interventi che speriamo possano rappresentare qualcosa di utile per i ragazzi''.
I primi interventi sono stati affidati alle tre docenti senior, che quest’anno tagliano il traguardo della pensione e da decenni insegnano presso l’istituto di scuola secondaria di Oggiono.
''Al Bachelet in questi anni ho imparato cosa sia un progetto comune, costruire un percorso, mettersi in gioco e prendersi cura l’uno dell’altro - le parole di Maria Domenica Conti, insegnante da 24 anni presso l’istituto - Voi ragazzi mi avete educato alla pazienza, alla flessibilità, mi avete urlato la vostra urgenza ad essere visti non solo come studenti ma come persone. Abbiamo percorso una parte del tragitto insieme. Ora tocca a voi il compito di continuare a riempire il vostro zaino: continuate a camminare, a correre secondo le vostre forze ed energie. Sempre e per tutti continuerà a splendere il sole. Agli adulti dico: abbiate fiducia nei ragazzi perché questa medicina diffonde fiducia nei ragazzi''.
Infine un ricordo personale: ''Da quando si è saputo del nostro pensionamento, siamo stati travolti dall’affetto degli studenti. L’elemento ricorrente delle loro testimonianze è l’aver incontrato adulti che hanno saputo credere in loro quando magari loro stessi non riuscivano a farlo. Auguro che il Bachelet continui a essere un luogo di crescita''.
La professoressa Mariangela Spezzatti ha aggiunto: ''Quello che ho imparato, l’ho imparato da voi. A dimostrazione di questo, mi è arrivata testimonianza da parte di qualcuno che non c’è qui stasera. Questa persona mi ha ricordato quanto siamo stati vicini e quanto la scuola è riuscita a fare durante il Covid: la scuola è riuscita a scaldare, come una fiamma. La gratitudine si manifesta anche in tempi gravi''.
Da ultimo, ha preso la parola la professoressa Claudia Bianchi, che si è lasciata trasportare da ricordi ed emozioni e ha dispensato alcuni consigli: ''Non scordatevi mai di mettere passione e dare un senso a tutto quello che farete per diventare le persone che sarete. L’essere una persona è l’obiettivo prioritario. Vorrei poi insistere sul senso della fatica. Non scordatevi mai della fatica che avete fatto per arrivare qui: ci saranno stati ostacoli bassi e alti. Ora, guardandovi indietro, vi rendete conto quanto è formativa questa fatica. In questi momenti, avete anche sperimentato il valore della generosità e dell’empatia dai compagni. Vi auguro di continuare a sperimentare una vita di relazione che è importante. In questo costruire le relazioni, raccomando di non dimenticare la gentilezza. La gentilezza viene spesso fraintesa come una debolezza: sono convinta che non lo sia e che sia l’arma potente di chi è sicuro, molto più dell’arroganza e dell’arrivismo''.
Poi l’invito a diventare adulti, ad essere persone: ''Non scordatevi di costruire quello che siete e che farete. Con la classe prima avete iniziato a costruire il puzzle e in quinta potete guardare il processo finito, anche se ora ne comincia un altro. Non scordatevi delle conoscenze che avete acquisito a scuola: ci saranno occasioni nella vita in cui salterà fuori. Le conoscenze sono importanti e vi auguro di continuare a coltivarle anche per essere bravi cittadini. Non scordate l’esempio che vi hanno dato le famiglie. La vicinanza che i vostri cari vi hanno dato è perché hanno investito sul vostro futuro. Essere studenti è un privilegio. Non scordatevi mai della scuola e del personale: ciascuno ha fatto il suo pezzo perché tutto funzionasse alla perfezione per arrivare qui. Non dimenticatevi dei professori: scriveteci, mandateci messaggi. Per noi è il sento grande di aver costruito una relazione e una condivisione con voi''.
Infine il ricordo commosso: ''Ho davanti un caleidoscopio di sorrisi e di colori. Voi siete le quinte ma per me rappresentate tutti gli studenti che ho visto passare in questi anni. Ho tante emozioni nel ricordare le attività, la quotidianità. Sono grata del cammino di 27 anni in questa scuola che mi ha fatto crescere. Se ho un desiderio è quello di aver suscitato in voi la lingua inglese. Mi piacerebbe essere ricordata per la passione e il cuore che ho messo''.
In rappresentanza dei genitori, è intervenuta Katyuscia Consonni che ha sottolineato la stretta collaborazione tra scuola e genitori. ''Nei cinque anni in cui mio figlio ha frequentato l’istituto, più volte c’è stata la necessità di mettere in relazione i ragazzi e l’istituto e per tre anni ho ricoperto il ruolo nel consigli d’istituto. Uno degli elementi didattici importante è la sensibilizzazione al tema della legalità: siamo in una società in cui il rispetto delle regole, spesso non viene considerato. Trattare temi come la lotta contro le mafie, la violenza alle donne sono punti che danno pregio a quest’istituto. La scuola deve educare al quotidiano e a evitare ogni forma di violenza. Come ogni realtà, non tutto è positivo ma questo non toglie il peso del bello. Mi auguro che usciate da questo percorso non solo con nozioni didattiche ma con capacità di valutazione delle situazioni e senso critico. Vi invito a riflettere sul verbo scegliere: nella vita, non bisogna essere certi di aver preso la strada giusta ma essere consapevoli di scegliere e anche di sbagliare. Cominciate a camminare, mettetevi in gioco e fatevi guidare dalla curiosità e dall’umiltà di accettare il fatto che ci sarà sempre qualcosa da imparare nella vita''.
Sono stati poi invitati a salire sul palco gli studenti che hanno ottenuto la valutazione più alta, espressione di chi ha saputo realizzare al meglio le capacità e le potenzialità: Diego Casiraghi (5C LSA), Alice Rusconi (5B AFM), Sofia Brivio (5A LL), Marta Rullo (5A LL), Mattia Arrigoni (5A LS). Mattia Macheda (5C LSA) è l’unico studente che quest’anno ha ottenuto la votazione di 100 con lode. A lui, il compito di rivolgersi ai coetanei in platea: ''Dicono che, guardandoli a posteriori, questi sono i cinque anni migliori ma ora non mi sento di dirlo. Negli ultimi anni mi sono spesso trovato a studiare non per interesse, per inerzia ma per un voto. Viene data spesso troppa importanza a questi voti che non possono esprimere l’impegno che c’è dietro: lo stesso vale per il voto di maturità che riassume solo il 40% il lavoro di tre anni. Il voto è solo un numero, ma ricordatevi che non vi descrive come persone''. Gli anni al Bachelet sono stati anche formativi, come ha ricordato il brillante studente: ''Non sono stati anni memorabili ma sono cresciuto molto. Per esempio questa scuola mi ha dato l’opportunità di viaggiare (ho fatto l’Erasmus in Polonia, sono stato in Toscana per il progetto Nao e a Napoli per il progetto della scuola normale superiore). Questa è la seconda grande opportunità che mi ha dato la scuola: una crescita come valori, metodologia e superamento delle difficoltà. Ho imparato ad adattarmi, ad essere più metodico, a migliorare il senso critico e a distinguere tra ciò che posso controllare e quello che non posso. È contro producente dare attenzione su quello che non posso controllare e trarre vantaggio dalle circostanze in cui vi trovate. Questa scuola mi ha dato l’opportunità di conoscere tante persone: alcune rimarranno sempre con me e spero non solo con il pensiero. Augurio a tutti di trovare la vostra strada, che vi porti soddisfazioni, di vivere al meglio la vita, affrontare gli ostacoli e affrontare con interesse e passione la vita''.
Intervallata dalle pause musicali curate dalla Bachelet School Band, dagli ex allievi dell’istituto e dai professori, si è poi svolta la cerimonia di consegna dei diplomi ai ragazzi di tutte le classi, che hanno presentato anche un video ricordo dei cinque anni trascorsi a scuola. Sulle note della più famosa canzone degli Europe, gli studenti hanno lanciato in aria il cappello del diploma. L’atto simbolico finale per salutare i cinque anni di scuola superiore e prepararsi all’ingresso nel mondo adulto e al loro futuro.
''Come raggiungere un traguardo? Senza fretta ma senza sosta. Prendo in prestito le parole di Goethe per riassumere il vostro cammino'' sono state le parole della dirigente scolastica Anna Panzeri. ''É stato un anno pesante e impegnativo ma ora si sciolgono i nodi, si liberano energie e si vive, come fa chi non si arrende mai. Il modo migliore per affrontare gli ostacoli è quello di usarli, per allontanare l’ansia e l’idea di non farcela. Mille sono i traguardi che avete già tagliato come vincitori: avete vinto insieme, in una classe, in un gruppo e in una squadra. Insomma siete persone e come accade con un libro, alcuni ingannano dalla copertina e altri fanno scoprire meraviglie''.
La dirigente ha poi rivolto ai ragazzi un pensiero per il loro futuro: ''Solo chi ha il coraggio di scrivere la parola fine può scrivere la parola inizio. Pensate a quante volte avete avuto questo coraggio. Siete stati capaci di fare un passo oltre la prevedibilità, l’incomprensione, la normalità e il pregiudizio. Per questo avete reso questa scuola migliore. La scuola è un mondo complicato: diventa una svolta quando è capace di stare nel cambiamento e guidarlo e voi siete stati dei bravi piloti. Recuperate il tempo e non dimenticate che le cose più belle della vita non sono cose ma sono persone, luoghi, emozioni. Il tempo separa chi non è mai appartenuto: la scuola è ancora vostra''.
Il professor Gerolamo Lozza, introducendo la serata, ha detto: ''Il Graduation day è l’occasione per rivivere momenti importanti, per riconoscere chi ha raggiunto il traguardo della maturità e dare in pillole gli ultimi suggerimenti di vita ai ragazzi. Ci saranno musiche, canzoni, premiazioni e interventi che speriamo possano rappresentare qualcosa di utile per i ragazzi''.
I primi interventi sono stati affidati alle tre docenti senior, che quest’anno tagliano il traguardo della pensione e da decenni insegnano presso l’istituto di scuola secondaria di Oggiono.
''Al Bachelet in questi anni ho imparato cosa sia un progetto comune, costruire un percorso, mettersi in gioco e prendersi cura l’uno dell’altro - le parole di Maria Domenica Conti, insegnante da 24 anni presso l’istituto - Voi ragazzi mi avete educato alla pazienza, alla flessibilità, mi avete urlato la vostra urgenza ad essere visti non solo come studenti ma come persone. Abbiamo percorso una parte del tragitto insieme. Ora tocca a voi il compito di continuare a riempire il vostro zaino: continuate a camminare, a correre secondo le vostre forze ed energie. Sempre e per tutti continuerà a splendere il sole. Agli adulti dico: abbiate fiducia nei ragazzi perché questa medicina diffonde fiducia nei ragazzi''.
Infine un ricordo personale: ''Da quando si è saputo del nostro pensionamento, siamo stati travolti dall’affetto degli studenti. L’elemento ricorrente delle loro testimonianze è l’aver incontrato adulti che hanno saputo credere in loro quando magari loro stessi non riuscivano a farlo. Auguro che il Bachelet continui a essere un luogo di crescita''.
La professoressa Mariangela Spezzatti ha aggiunto: ''Quello che ho imparato, l’ho imparato da voi. A dimostrazione di questo, mi è arrivata testimonianza da parte di qualcuno che non c’è qui stasera. Questa persona mi ha ricordato quanto siamo stati vicini e quanto la scuola è riuscita a fare durante il Covid: la scuola è riuscita a scaldare, come una fiamma. La gratitudine si manifesta anche in tempi gravi''.
Da ultimo, ha preso la parola la professoressa Claudia Bianchi, che si è lasciata trasportare da ricordi ed emozioni e ha dispensato alcuni consigli: ''Non scordatevi mai di mettere passione e dare un senso a tutto quello che farete per diventare le persone che sarete. L’essere una persona è l’obiettivo prioritario. Vorrei poi insistere sul senso della fatica. Non scordatevi mai della fatica che avete fatto per arrivare qui: ci saranno stati ostacoli bassi e alti. Ora, guardandovi indietro, vi rendete conto quanto è formativa questa fatica. In questi momenti, avete anche sperimentato il valore della generosità e dell’empatia dai compagni. Vi auguro di continuare a sperimentare una vita di relazione che è importante. In questo costruire le relazioni, raccomando di non dimenticare la gentilezza. La gentilezza viene spesso fraintesa come una debolezza: sono convinta che non lo sia e che sia l’arma potente di chi è sicuro, molto più dell’arroganza e dell’arrivismo''.
Poi l’invito a diventare adulti, ad essere persone: ''Non scordatevi di costruire quello che siete e che farete. Con la classe prima avete iniziato a costruire il puzzle e in quinta potete guardare il processo finito, anche se ora ne comincia un altro. Non scordatevi delle conoscenze che avete acquisito a scuola: ci saranno occasioni nella vita in cui salterà fuori. Le conoscenze sono importanti e vi auguro di continuare a coltivarle anche per essere bravi cittadini. Non scordate l’esempio che vi hanno dato le famiglie. La vicinanza che i vostri cari vi hanno dato è perché hanno investito sul vostro futuro. Essere studenti è un privilegio. Non scordatevi mai della scuola e del personale: ciascuno ha fatto il suo pezzo perché tutto funzionasse alla perfezione per arrivare qui. Non dimenticatevi dei professori: scriveteci, mandateci messaggi. Per noi è il sento grande di aver costruito una relazione e una condivisione con voi''.
Infine il ricordo commosso: ''Ho davanti un caleidoscopio di sorrisi e di colori. Voi siete le quinte ma per me rappresentate tutti gli studenti che ho visto passare in questi anni. Ho tante emozioni nel ricordare le attività, la quotidianità. Sono grata del cammino di 27 anni in questa scuola che mi ha fatto crescere. Se ho un desiderio è quello di aver suscitato in voi la lingua inglese. Mi piacerebbe essere ricordata per la passione e il cuore che ho messo''.
In rappresentanza dei genitori, è intervenuta Katyuscia Consonni che ha sottolineato la stretta collaborazione tra scuola e genitori. ''Nei cinque anni in cui mio figlio ha frequentato l’istituto, più volte c’è stata la necessità di mettere in relazione i ragazzi e l’istituto e per tre anni ho ricoperto il ruolo nel consigli d’istituto. Uno degli elementi didattici importante è la sensibilizzazione al tema della legalità: siamo in una società in cui il rispetto delle regole, spesso non viene considerato. Trattare temi come la lotta contro le mafie, la violenza alle donne sono punti che danno pregio a quest’istituto. La scuola deve educare al quotidiano e a evitare ogni forma di violenza. Come ogni realtà, non tutto è positivo ma questo non toglie il peso del bello. Mi auguro che usciate da questo percorso non solo con nozioni didattiche ma con capacità di valutazione delle situazioni e senso critico. Vi invito a riflettere sul verbo scegliere: nella vita, non bisogna essere certi di aver preso la strada giusta ma essere consapevoli di scegliere e anche di sbagliare. Cominciate a camminare, mettetevi in gioco e fatevi guidare dalla curiosità e dall’umiltà di accettare il fatto che ci sarà sempre qualcosa da imparare nella vita''.
Sono stati poi invitati a salire sul palco gli studenti che hanno ottenuto la valutazione più alta, espressione di chi ha saputo realizzare al meglio le capacità e le potenzialità: Diego Casiraghi (5C LSA), Alice Rusconi (5B AFM), Sofia Brivio (5A LL), Marta Rullo (5A LL), Mattia Arrigoni (5A LS). Mattia Macheda (5C LSA) è l’unico studente che quest’anno ha ottenuto la votazione di 100 con lode. A lui, il compito di rivolgersi ai coetanei in platea: ''Dicono che, guardandoli a posteriori, questi sono i cinque anni migliori ma ora non mi sento di dirlo. Negli ultimi anni mi sono spesso trovato a studiare non per interesse, per inerzia ma per un voto. Viene data spesso troppa importanza a questi voti che non possono esprimere l’impegno che c’è dietro: lo stesso vale per il voto di maturità che riassume solo il 40% il lavoro di tre anni. Il voto è solo un numero, ma ricordatevi che non vi descrive come persone''. Gli anni al Bachelet sono stati anche formativi, come ha ricordato il brillante studente: ''Non sono stati anni memorabili ma sono cresciuto molto. Per esempio questa scuola mi ha dato l’opportunità di viaggiare (ho fatto l’Erasmus in Polonia, sono stato in Toscana per il progetto Nao e a Napoli per il progetto della scuola normale superiore). Questa è la seconda grande opportunità che mi ha dato la scuola: una crescita come valori, metodologia e superamento delle difficoltà. Ho imparato ad adattarmi, ad essere più metodico, a migliorare il senso critico e a distinguere tra ciò che posso controllare e quello che non posso. È contro producente dare attenzione su quello che non posso controllare e trarre vantaggio dalle circostanze in cui vi trovate. Questa scuola mi ha dato l’opportunità di conoscere tante persone: alcune rimarranno sempre con me e spero non solo con il pensiero. Augurio a tutti di trovare la vostra strada, che vi porti soddisfazioni, di vivere al meglio la vita, affrontare gli ostacoli e affrontare con interesse e passione la vita''.
Michela Mauri