Imberido: allo Sport Camp anche la testimonianza del ciclista paralimpico Stefano Meroni

Per tanti ragazzi e bambini di Oggiono (e dintorni) si sono appena concluse due settimane intense, all’insegna dello sport e della condivisione. Grazie all’impegno dell'associazione sportiva dilettantistica San Giorgio di Imberido, guidata dal presidente Stefano Castagna, i giovani sono stati accolti dalla settimana dall'8 al 12 e dal 15 al 19 luglio, negli spazio dell'oratorio della frazione oggionese, per vivere il mondo dello sport in maniera originale e autentica. 
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Alcune immagini scattate in queste prime due settimane di camp

''Da ormai dieci anni organizziamo un campo sportivo della durata di tre settimane: nella prima abbiamo accolto 18 ragazzi delle medie, mentre nella seconda 30 bambini della primaria. L'ultima l'abbiamo proposta in collaborazione con l’associazione OltreTutto, raccogliendo 14 adesioni'' ci ha spiegato Chiara Vismara, organizzatrice del campo estivo. ''Questa esperienza si estende su tutta la giornata, guidata da due allenatori e due animatori che si occupano di coordinare le attività sportive. La particolarità di questo centro estivo è la proposta di diversi sport, dai più comuni e conosciuti come baseball, atletica e badminton, fino a quelli un po’ meno noti come softball e tchoukball, compresa l’uscita in kayak. Inoltre, a differenza degli anni precedenti, per creare un legame forte tra le nostre attività e l'imminente avvio delle Olimpiadi, abbiamo pensato di iniziare ogni settimana con un'apertura speciale: la cerimonia del braciere''. 
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Immersi in questo rituale, che li ha resi protagonisti come se fossero veri e propri atleti olimpici, bambini e ragazzi hanno avuto l’occasione di sperimentare non solo attività differenti, ma anche uno spirito sportivo che li accompagnerà nelle esperienze future, di carattere sportivo e non solo. ''Anche per gli adulti coinvolti nell’organizzazione e nella gestione dei gruppi, è sempre un periodo bello ed arricchente'' ha proseguito l’organizzatrice.
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''L’unica nota negativa che abbiamo notato è il calo relativo agli iscritti: dopo gli anni del covid soprattutto, i numeri sono leggermente diminuiti perché, rispetto ai primi anni, è presente sul territorio una varietà di offerta che spinge i genitori a uscire da Imberido, testando altre alternative. Nonostante questo, tra i partecipanti riscontriamo sempre grande entusiasmo perché l’impronta che viene data è caratteristica dell’oratorio, anche se è uno campo sportivo. Questo probabilmente fa la differenza rispetto ad altri centri sportivi. Grande apprezzamento riscuote inoltre la cucina, con i piatti completamente gestiti dal nostro staff''.
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Oltre alle numerose iniziative pratiche che hanno coinvolto in prima persona i giovani, sono stati proposti anche momenti di riflessione, sempre centrati sul tema e sullo stile del campo. Uno di questi è stato l’incontro con il campione paralimpico di ciclismo Stefano Meroni, che negli scorsi giorni è arrivato ad Imberido per raccontare ai ragazzi la sua storia. La testimonianza dell'atleta si è focalizzato nel periodo della malattia, che lo ha colpito all’età di otto anni, in seguito alla quale ha perso la vista, fino ad arrivare alla sua passione per il ciclismo, nata quindici anni fa. 
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L'atleta paralimpico Stefano Meroni

''Durante l’incontro - ci ha raccontato una ragazza rimasta colpita dalle sue parole - il campione si è soffermato non solo sulla vita personale, ma anche su alcune curiosità dello sport, che non avrei avuto modo di conoscere in un altro modo. In particolare, si è soffermato sul suo stile di vita, sul suo allenamento e su come si interfaccia con la sua guida. Grazie anche all’utilizzo di foto e video, ci ha mostrato la sua quotidianità in modo concreto, spaziando molto sulle tematiche. Mi ha colpito soprattutto la descrizione delle sue attività, soprattutto dal suo percorso: all’inizio sollevava 80 kg, con fatica, per acquisire potenza e scatto per spingere la bici, fino ad arrivare, con calma e pazienza, a sollevare 180 kg''.
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''Per questo è stato interessante e di ispirazione vedere come la sua disabilità non l'ha fermato, al contrario, con il supporto delle persone a lui care è riuscito a non arrendersi. Un altro messaggio importante è la soddisfazione che regalano l’impegno e la costanza: infatti, come ha detto lui stesso, non si arriva al giorno della competizione senza preparazione ed esercizio intenso, che, spesso, porta a sacrificare anche i fine settimana. Per questo motivo, è stato bello anche interagire con lui, attraverso domande e riflessioni personali, grazie a una testimonianza vera e autentica''.
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Nonostante il campo non sia ancora terminato, non solo gli organizzatori, ma anche gli iscritti si sono dichiarati più che soddisfatti dell'esito di questa esperienza; un'occasione per rimettersi in gioco e scoprire anche qualche abilità nascosta che, nel quotidiano, non si ha modo di sperimentare. 
V.I.
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