La poesia di Umberto Colombo/88: il mistico pensiero

“Non possiamo essere solo l’ombra del Nume”: è il primo verso della poesia odierna, dedicata al pensiero sul trascorrere del tempo, che non è dettato dalla volontà divina (il Nume, appunto, secondo la religione romana in quanto deriva dal verbo “nuere”, che significa fare un cenno del capo) o da alcun Dio, come si intende oggi il termine nella lingua occidentale. 
Garbagnate_umberto_colombo1.JPG (59 KB)
Umberto Colombo

La poesia di oggi parla di grandezza - quella dell’universo - e di piccolezza, quella dell’uomo: ogni tanto è bene rimettere le proporzioni e dare il giusto peso a noi umani che amiamo confrontarci con ciò che è più grande di noi e sfidare i nostri limiti. 
“Questa settimana mi sono chiesto tante cose, il perché passa il tempo e il giorno - ha detto Umberto Colombo, autore dei versi di oggi - Questo non è un nostro orologio, ma di un valore galattico. Noi siamo solo una pulce in questo immenso spazio, non contiamo niente, tutto è già programmato. Ma in questo mondo così grande siamo solo degni egoisti: vogliamo ciò che non ci appartiene, vogliamo essere i primi in ogni cosa. Siamo pieni di prepotenza e questa prepotenza ci fa cattivi. Facciamo guerre, disastri e omicidi credendo solo nella povertà altrui. Siamo buzzurri e dobbiamo darci una calmata”. 

Il mistico pensiero
Non possiamo essere solo l’ombra del Nume
perché da sempre ne siamo l’eco in proiezione
tenuti protetti e guidati da guide opportune
di nostro è l’incanto dalla di lui posizione
 
L’uomo e il suo riflesso è in cerca di mito
non vuole restare soltanto sostanza
ammira in invidia le stelle e il folto infinito
si sente corto e legato ma si sblocca ed avanza
 
Fa per pensare e sentire guardare e vedere
la parte del tomo a cui sente spettare
Il logo è vicino si vede e si sente il potere
ma il fulcro è lontano e si deve rifare
 
Coniuga di nuovo il tempo nel tempo reale
ricerca il fondato rapporto di vita esistente
non giova il cercarlo disposti al rito veniale
ma in un rapporto di psiche reale e volgente
 
Lo spazio cancella l’utopia dalla mente
riporta se stesso in una speranza concreta
il grido d’aiuto distorto e fremente
da vita ad un corpo scorato ma esteta
 
Il bello del tempo trascorso e conteso
superbo è il pensiero di tale natura
volante e ascendente ma resta sospeso
il vero passaggio alla vita di vita futura
 
Nel tempo e per tempo dobbiamo sognare
ma il sogno discreto ci porta speranza
al giusto traguardo dobbiamo arrivare
del padre divino siam già nella stanza
Umberto Colombo
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.