La poesia di Umberto Colombo/89: il Ferragosto e il desiderio di vacanze

Ferragosto, la giornata più attesa dell’estate, è ormai alle spalle. Ci stiamo avvicinando alle ultime settimane di riposo prima della ripresa di settembre. Le giornate sono torride, il caldo e l’afa si fanno sentire, non danno tregua: forse ci sarà un attenuamento da domani. Lo spera chi è rimasto nella propria terra, chi non ha avuto la possibilità o ha scelto di non viaggiare in questo mese. 
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Il caldo è sì fastidioso, compromette la nostra attenzione, ma la soluzione non sempre è quella di andare altrove: come prova a riassumere Umberto Colombo in questa poesia dedicata a Ferragosto, anche il semplice non far nulla può essere ristoratore. Ha detto Colombo: “Si dice la punta di caldo, ma quest’anno è diventata più di un rastrello con tante punte. Si suda, ci si ritira e si aborre il sole. Ma il sole è vita, quindi, teniamocelo stretto e buono. Questo è il periodo delle vacanze: tutti andiamo, giustamente, in ferie, ma siamo sicuri che poi queste vacanze siano veramente efficaci? Si sta bene anche nell’ozio più completo, magari sotto l’ombra un albero, e pensare: solo così il nostro fisico mentale se ne avvantaggerebbe molto. Comunque, ognuno di noi faccia quel che ne pare”. 

Ferragosto
la giornata di ferragosto dai romani ad oggi
si è sempre vista come un giorno di vacanza
per questo è d’uso una gita versi i poggi
fatta da tutti con gioia e con baldanza
 
dopo che il freddo è diventato caldo al cocente
dal sole che spazia e preme sul  nostro clima
la sua forza di luce che crea per noi il fiorente
ma quando il caldo è troppo forte ci rovina
 
per questo noi corriamo verso il monte
cercando il fresco che il rilievo ci riserva
ma tanti di noi assolati trovan giusto il fronte
davanti al mare che con sua acqua ci conserva
 
si corre avanti e indietro ma la gita poi finisce
tornar tu devi a casa nel loco di partenza
hai speso i soldi e il portafoglio non ti condisce
sei ancora al caldo anche al dopo l’evenienza
 
l’unico freddo che ormai non ti consola
è il portafoglio tuo ch’è diventato vuoto
ti senti rattristato e il rimpianto vola
anche se il tutto si è trasformato d’uopo
 
Colombo Umberto
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