La poesia di Umberto Colombo/97: le guerre, gli attacchi. Quello che vediamo in tv
Giungono notizie sconfortanti, immagini forti dai fronti di guerra aperti nel mondo. La poesia settimanale di Umberto Colombo prova a mettere in versi l’orrore con cui i nostri occhi si stanno faticosamente confrontando ormai da anni, soprattutto pensando al Medio Oriente e all’Ucraina. È faticoso, ancorché terribile, assistere a testimonianze e racconti che ci giungono dai media: il senso di impotenza spesso prevale davanti alle vite spezzate.Dice Colombo: ''Sentiamo dalla radio o dalla televisione i telegiornali, dai quali siamo informati sulle guerre, sugli attacchi a destra e a manca dei militari che sparano l’un contro l’altro. Sentiamo e vediamo innumerevoli bombardamenti, sulla povera gente, un fronte di botta e risposta a fronte di vendette, gli aerei che sganciano bombe, missili sparati a destra e a manca, case distrutte. Poi la conta giornaliera dei danni e dei morti. Questo però è un incivile resoconto di storia. Ma dov’è l’umanità?''.
Lo scoppio
Un lampo di luce in un detonar di forza
in un rapido defrago agir di scoppio
energia di fatto compressa in una morsa
lo sprigionar di rabbia furente in doppio
squarcio d’insieme rotto al suo tracollo
spinta brutale e cieca al suo colpire
in fiamma infine in un brutale scollo
distrugge a frantumar fino a finire
Di forza son scagliati i suoi frantumi
colpiti e sbriciolati in un baleno
sparati senza meta a sprizzi e a lumi
ventaglio disastroso senza freno
Un tuono di rumor di suono tondo
straccia il silenzio e ne fa il cattivo
rompe gli spazi nel crear rimbombo
assorda tutto ciò che sembra vivo
il timpano sobbalza e si stordisce
a lungo la membrana resta sorda
questo fin che il tremolio finisce
e lo dissestato d’aria resta in orda
ma lo scoppio di una bomba è assai più triste
le vite son distrutte sul cammino
grave tragedia e il suo final consiste
in una disgrazia assurda su quel fatal bacino
le bombe sganciate dagli aerei appresso
ed i missili spediti a flotte sul soggetto
fanno sì uno scoppio, ma uno scoppio oppresso
che il tutto vien distrutto in quel distretto
Umberto Colombo