Monticello: la domenica si è tinta di giallo a Villa Greppi con ''La passione per il delitto''

Domenica 20 ottobre Villa Greppi a Monticello si è ''tinta di giallo'', ospitando la ventitreesima edizione del festival ''La passione per il delitto'' ideato da Paola Pioppi grazie alla collaborazione tra l’associazione che porta il nome della rassegna e il Consorzio Brianteo Villa Greppi, rappresentato in questa occasione dalla vicepresidente Marta Comi che ha introdotto la giornata, ringraziando tutti coloro che hanno lavorato per la realizzazione del festival e ricordando l’impegno del Consorzio nella realizzazione di eventi culturali interessanti per il territorio in spazi sempre nuovi.
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Paola Pioppi, ideatrice della rassegna

Pioppi ha commentato l’evento sottolineando la straordinarietà di riunirsi per sentire parlare di libri, occasione sempre meno frequente ai giorni d’oggi: ''Ci tengo a ringraziare in particolare Antonella De Chiara che ha collaborato con me e Giuseppe Spada per la realizzazione della grafica''.
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L'incontro letterario che ha aperto la rassegna

La giornata si è aperta con l’incontro con tre autori: Livia Sambrotta, autrice di ''Cristallo'', Domenico Wanderlingh, autore di ''L’enigma della carta di Varese'' e Rosa Teruzzi, autrice di ''La ballata dei padri infedeli'', intervistati da Katia Trinca Colonel. Il dialogo con gli autori è partito dal racconto della trama dei rispettivi romanzi per andare a fondo di ciò che li ha spinti a scrivere, da dove sono nate le storie, per approfondire poi alcuni temi in particolari, che ha portato i tre scrittori a parlare anche di sé con sincerità e generosità.
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Nei tre romanzi le protagoniste sono tutte donne, con una storia di cambiamento nel presente o nel passato: Anita, uscita dalla penna di Domenico Wanderlingh, è un’ex atleta della fiamme oro che decide di diventare ispettrice; Rachele, protagonista di ''Cristallo'', è una fotografa che ha lasciato la sua terra di origine, il Cadore, per inseguire il suo sogno, allontanarsi da un passato a tratti difficile, e cercare fortuna a Milano, salvo poi tornare nella sua terra di origine per le vacanze estive insieme al marito; Libera, dell’autrice Rosa Teruzzi, è una donna di 46 anni, fioraia fallita, con la passione per i libri, che inizia a indagare insieme alla stravagante madre Iole su ciò che accade al Giambellino, quartiere in cui abitano nella casa di un casello ferroviario.
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Domenico Wanderlingh e Katia Trinca Colonel

Anche la città di Milano è un filo comune tra i tre autori: per Domenico Wanderlingh non è la sua città nativa ma quella in cui vive da impiegato di banca e che frequenta, amando camminare e cercare la Milano di un tempo, quella in cui si sente ancora parlare in dialetto. Proprio passeggiando per Piazza Giovine Italia ha avuto l’idea di ambientare qui la vita di una madre e una figlia vittime di un delitto su cui Anita indagherà.
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A sinistra Marta Comi e nella foto accanto l'incontro con Paolo Moretti e Piero Colaprico

Il capoluogo lombardo ha accolto anche Livia Sambrotta, trasferitasi qui per lavoro nel campo cinematografico grazie a cui ha potuto vivere la Milano più splendente degli eventi legati al suo settore: all’inizio sicuramente si è sentita estranea nella grande città, così come Rachele che vive la medesima condizione di estraneità in un luogo che poi per lei diventa un’opportunità e le regalerà anche grandi soddisfazioni lavorative.
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Livia Sambrotta e Rosa Teruzzi

Rosa Teruzzi invece racconta la periferia di Milano in cui lei stessa vive e che perciò conosce molto bene, avendola scelta come luogo privilegiato per raccontare storie e indagare, come cronista di nera, in un luogo di confine e per questo complesso e interessante.
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Dentro questo contesto sottolinea come per lei sia importante cercare la bellezza, raccontare la Milano solidale: le protagoniste del suo romanzo vivono in un casello ferroviario, ispirato a quello di Via Pesto a Milano che è stato riqualificato da varie associazioni di volontari perché, come dice l’autrice, ''dove c’è ombra c’è luce'' e ciò che la affascina di più è proprio scovare e raccontare il mistero che c’è nei luoghi che viviamo e che in apparenza sono ''brutti''.
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Un ultimo tema comune, sottolineato dalla moderatrice Colonel, è quello della famiglia, che assume varie sfumature: in ''L’enigma della carta di Varese'' la protagonista vive con due amici che diventano per lei famiglia; per Livia Sambrotta invece la famiglia di Rachele suscita in lei sentimenti contrastanti tanto che tutto il romanzo mostra in alternanza lei bambina e adulta, perché deve fare i conti con il proprio passato soprattutto quando torna sulle Dolomiti dopo molti anni.
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Ciò che interessa invece a Rosa Teruzzi è mostrare come in una famiglia ci possano essere caratteri totalmente differenti come quelli di Libera e di sua madre Iole, ma come si possa anche imparare a capirsi, apprezzarsi e stimarsi propria grazie alle differenze reciproche; Libera, poco per volta, capisce che sua madre, con tutte le sue stravaganze, rappresenta per lei una risorsa, fa parte di lei e così impara a perdonare e perdonarsi, perché spesso il giudizio sugli altri nasce dal giudizio che abbiamo di noi stessi.
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La giornata è proseguita con altri incontri con autori di romanzi gialli (li avevamo presentati QUI) che hanno portato ognuno il proprio sguardo personale e originale su questo genere. La novità di quest’anno è stata la mostra di Armando Fettolini, nata in occasione del festival che presenta alcune opere di diversi periodi selezionate dalle curatrici pensando ad affinità con autori di gialli, per omaggiare i grandi interpreti del genere letterario e guardarli da un punto di vista diverso e originale.
C.F.
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