Cuba 'flagellata' dall'uragano e dalla crisi socio-economica: la lettera di don Adriano Valagussa

Cuba è flagellata in queste ore da un violento uragano di categoria tre, che ha messo fuori uso la rete elettrica del Paese. Onde eccezionali si sono abbattute nella serata di ieri sulle coste dell'Avana, sferzata da forti raffiche di vento e interessata da molteplici allagamenti. Le conseguenze, seppur pesanti, sembrano tuttavia meno significative delle previsioni: secondo i meteorologi l'uragano Rafael - dopo aver già devastato parti delle Isole Cayman e della Giamaica - avrebbe potuto portare a Cuba inondazioni addirittura "pericolose per la vita".  La tempesta sembra essersi rallentata e ora si sta dirigendo verso il Golfo del Messico.
Black-out in gran parte delle zone dell'isola, rimaste senza corrente, con le autorità che hanno cancellato i voli in arrivo e in partenza da L'Avana e Varadero e migliaia di persone evacuate come misura preventiva.
Rafael peraltro, arriva solo due settimane dopo Oscar, un altro uragano che ha causato la morte di otto persone e il danneggiamento di 12mila abitazioni e 600 edifici pubblici nel corso del passaggio su Cuba, avvenuto in concomitanza con un blackout elettrico generale di quattro giorni.
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Don Adriano a Cassago la scorsa estate

Un duplice evento meteorologico che va ad acuire una condizione già dura per il Paese, come testimoniato di recente da don Adriano Valagussa nella lettera inviata ai fedeli di Monticello e Torrevilla, parrocchie in cui ha esercitato il proprio ministero per un breve periodo prima di partire come fidei donum per Cuba, a Palma Soriano per la precisione. Lo Stato americano si trova infatti in una condizione socio-economica davvero difficile. Il religioso aveva avuto modo di parlarne - in un collegamento telefonico - durante la recente cena del povero organizzata presso l'oratorio di Cassago, paese dove è stato parroco sino al 2017, quando aveva accolto la proposta formulatagli dai vertici della Diocesi di Milano, decidendo di vivere una nuova esperienza missionaria.
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''Cresce sempre più il numero delle persone che chiedono di poter avere il pranzo del comedor. Per ora noi accettiamo solo chi è solo, anziano e riceve una pensione da fame. La pensione mensile è di 1500 pesos equivalenti a meno di 5 euro al mese. Con tutti gli aumenti di fatto con questi soldi uno può vivere al massimo 2 giorni. La situazione è ancora più grave perché, a parte i soldi, non ci sono nei negozi le cose più necessarie'' si legge nella missiva del sacerdote, originario di Verderio. ''Manca perfino lo zucchero e il caffè, quando fino a ieri Cuba esportava zucchero e caffè. In questa situazione domina il mercato nero. Così c’è anche chi mentre la maggioranza soffre si fa una barca di soldi. Sempre più aumenta il numero di chi viene a cercare medicine. Ho calcolato che, tenendo conto che diamo questo servizio due mattinate alla settimana, noi diamo un aiuto importante a circa 300 persone al mese. E’ un popolo che sta soffrendo e che sta vivendo un esodo delle persone che non si ferma'' ha aggiunto il sacerdote, ringraziando anche i fedeli della Brianza per l'aiuto concessogli.
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Negli scorsi mesi infatti, sono stati raccolti una serie di medicinali a sostegno appunto della missione cubana di don Adriano. ''Il governo ha allungato fino al 31 gennaio la possibilità di poter inviare cibo e medicine facendo pagare poco alla dogana. Moltissimo già avete inviato e a nome di tutti vi ringrazio. Se potete inviare altro sappiate che qui c’è sempre bisogno''.
Nel chiudere la propria lettera il sacerdote ha annunciato l'imminente arrivo di un altro sacerdote inviato a Cuba dalla Diocesi di Milano. Giungerà a Palma Soriano con l'inizio del nuovo anno.
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