Chi soffia sul fuoco dei problemi dell'immigrazione

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Anch'io, come molti, ho assai apprezzato quanto espresso da Don Marco sul notiziario della sua Comunità che, riportato su questo sito, ha certamente originato un diffuso confronto di opinioni.
C'è infatti solo da ringraziare un sacerdote che, in nome di un'umanità a rischio di smarrimento, ha il coraggio di prendere una netta posizione nei confronti di di cavalca il malessere sociale concentrandolo sul nemico di turno.
Vorrei però riferirmi alle considerazioni di R.C. ( peccato che non si firmi per esteso come fanno altri) in qualche modo collegate e alle preoccupazioni in parte condivisibili che esprime.
Certo possono esistere inevitabilmente problemi legati all'immigrazione, e noi Italiani in materia ne dovremmo sapere un po', ma non si risolvono certamente soffiando sul fuoco delle paure del diverso ma semmai governando seriamente flussi e integrazione.
Per essere qui volutamente sintetici, su un argomento che al contrario richiederebbe un'analisi approfondita nei suoi vari e concomitanti aspetti, occorrerebbe assicurare a tutti pari diritti e doveri tenendo conto però anche delle condizioni sociali ed economiche di “partenza”. Certo no assistenzialismo ma anche rispetto reciproco e pari opportunità.
E per stare ad uno degli slogans più ricorrenti in certi ambienti: siamo sicuri di aiutarli a casa loro?
Se uno dei diritti più significativi è quello di poter vivere un'esistenza degna nei propri luoghi d'origine, siamo sicuri che non sia il nostro mondo occidentale a contribuire enormemente a non assicurare loro tale condizione?
Basta con il far distogliere lo sguardo dalle vere ingiustizie mettendo contro gli uni agli altri tra ultimi e penultimi! E non solo tra immigrati e locali. Quindi massima attenzione nel governare adeguatamente i flussi e le situazioni di “insicurezza”ma, se non si vuole essere ipocriti, occorre rimuovere le cause di tali ingiustizie ( la vera “sicurezza”) e che le determinano in gran parte. E' esattamente quello che sinora purtroppo non si vuol fare.
Germano Bosisio
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