Casatenovo, riordino dell'archivio: gli atti comunali del 1950/85 sono ora consultabili online
Proseguono le iniziative finalizzate alla valorizzazione dell'archivio storico comunale di Casatenovo. Un progetto iniziato nel 2022 con l'intitolazione dello spazio alla memoria del professor Sandro Pirovano (che tra gli anni Ottanta e Novanta si era occupato al riordino delle carte) e che è poi sfociato nel recupero digitale degli inventari cartacei da lui realizzati, attività giunta ormai a conclusione.
''Grazie all’attività meritoria della Cooperativa CAeB di Milano, con cui il Comune ha da tempo avviato una lunga e proficua collaborazione per proseguire le attività di riordino, inventariazione e valorizzazione dell’archivio comunale, da oggi è possibile consultare online sul sito del Comune l’Inventario degli atti del Comune di Casatenovo dal 1950 al 1985 e l’Inventario degli atti del cessato Comune Cassina de’ Bracchi dal 1782 al 1974 (Volume III)'' ha fatto sapere il sindaco Filippo Galbiati. ''Questo inventario si aggiunge ai due volumi già digitalizzati e che comprendono gli atti dalle origini al 1949''.
Attraverso la testimonianza di Pirovano, riportata nelle note metodologiche all’interno degli inventari, è possibile ricostruire la vicenda delle carte e la storia dell’enorme quantità di documentazione conservata dal Comune; dal ricco testo introduttivo si citano, per esempio, questi passaggi:
''[…] Ho iniziato ad occuparmi dell'archivio comunale di Casatenovo (Como) nel 1985 ed il lavoro di riordinamento e di inventariazione si è protratto tanto a lungo perché eseguito saltuariamente e frequentemente interrotto da altri impegni ed occupazioni […].
[…] Ho esaminato inizialmente la documentazione relativa ad un precedente riordinamento (fermo al 1949): sollecitato dalla Sovrintendenza Archivistica nel 1949, affidato ad incaricati della ditta Salvatores di Milano, eseguito nel corso del 1951; con inventario approvato dalla Sovrintendenza (dottor Manganelli) con nota 25 febbraio 1952 […]
[…] ho ritenuto necessario procedere alla revisione degli atti già riordinati ed inventariati perché mi è parso che il riordinatore che aveva operato all'inizio degli anni '50 si fosse limitato a proporre, sotto falsa veste, le 15 categorie del titolario valido dal 1898 in poi anche per gli atti antecedenti. Quindi ho optato per un rifacimento totale, nel tentativo di riportare l'archivio al suo ordinamento primitivo […]''.La gestione archivistica del patrimonio conservato dal Comune di Casatenovo - come precisa il sindaco Galbiati - non si configura unicamente come un'operazione di riordino e descrizione del passato, ma va a rappresentare, oltre che un ''diritto all’eredità culturale'', così come dichiarato nella ''Convenzione di Faro'' del Consiglio d’Europa – sottoscritta nel 2005 e ratificata con Legge n. 133 del 1° ottobre 2020 – anche una risorsa per la coesistenza e comprensione reciproca delle componenti che animano la comunità casatese, nonché una leva per il rilancio e la rigenerazione culturale e sociale.
Per gli scopi della Convenzione di Faro (in particolar modo per l’art. 2) ''l’eredità culturale è un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione. Essa comprende tutti gli aspetti dell’ambiente che sono il risultato dell’interazione nel corso del tempo fra le popolazioni e i luoghi''.In base a quanto previsto dalla Convenzione pertanto, la complessità degli archivi conservati a Casatenovo rispecchia l’identità e la storia di una ''comunità di eredità'', costituita da un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future.
Il patrimonio storico, politico e produttivo casatese riveste un ruolo fondamentale per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile: il patrimonio culturale ha in sé l’essenza - nel concetto stesso di heritage inteso come eredità - di ciò che proviene dal passato (ma non necessariamente) e deve essere protetto tanto in favore delle generazioni presenti quanto e soprattutto di quelle future, nella consapevolezza che solo uno sviluppo sostenibile è vero sviluppo.La documentazione conservata negli archivi casatesi si inserisce pienamente nel mandato del Consiglio d’Europa di promuovere la democrazia, i diritti dell’uomo e l’identità culturale europea e rappresenta un altro fondamentale elemento della famiglia delle convenzioni culturali adottate dall’organizzazione, a conferma della grande attenzione che a livello europeo da sempre si attribuisce al tema del patrimonio culturale, elemento identitario dell’homo europaeus.
''L’esperienza e il patrimonio immateriale racchiuso nei documenti conservati nell’archivio comunale di Casatenovo restituiscono una trama di vicende collettive che hanno plasmato la vita del comune e del circondario e che oggi si pongono come rinnovata opportunità per innescare una costante dinamica di coinvolgimento della società civile'' ha aggiunto il primo cittadino.La digitalizzazione degli inventari redatti dal professor Pirovano si attesta pertanto come un’azione importante di valorizzazione del patrimonio documentale e dell’archivio comunale casatese inteso non solo come strumento amministrativo, ma anche come bene culturale.
''Grazie all’attività meritoria della Cooperativa CAeB di Milano, con cui il Comune ha da tempo avviato una lunga e proficua collaborazione per proseguire le attività di riordino, inventariazione e valorizzazione dell’archivio comunale, da oggi è possibile consultare online sul sito del Comune l’Inventario degli atti del Comune di Casatenovo dal 1950 al 1985 e l’Inventario degli atti del cessato Comune Cassina de’ Bracchi dal 1782 al 1974 (Volume III)'' ha fatto sapere il sindaco Filippo Galbiati. ''Questo inventario si aggiunge ai due volumi già digitalizzati e che comprendono gli atti dalle origini al 1949''.
Attraverso la testimonianza di Pirovano, riportata nelle note metodologiche all’interno degli inventari, è possibile ricostruire la vicenda delle carte e la storia dell’enorme quantità di documentazione conservata dal Comune; dal ricco testo introduttivo si citano, per esempio, questi passaggi:
''[…] Ho iniziato ad occuparmi dell'archivio comunale di Casatenovo (Como) nel 1985 ed il lavoro di riordinamento e di inventariazione si è protratto tanto a lungo perché eseguito saltuariamente e frequentemente interrotto da altri impegni ed occupazioni […].
[…] Ho esaminato inizialmente la documentazione relativa ad un precedente riordinamento (fermo al 1949): sollecitato dalla Sovrintendenza Archivistica nel 1949, affidato ad incaricati della ditta Salvatores di Milano, eseguito nel corso del 1951; con inventario approvato dalla Sovrintendenza (dottor Manganelli) con nota 25 febbraio 1952 […]
[…] ho ritenuto necessario procedere alla revisione degli atti già riordinati ed inventariati perché mi è parso che il riordinatore che aveva operato all'inizio degli anni '50 si fosse limitato a proporre, sotto falsa veste, le 15 categorie del titolario valido dal 1898 in poi anche per gli atti antecedenti. Quindi ho optato per un rifacimento totale, nel tentativo di riportare l'archivio al suo ordinamento primitivo […]''.La gestione archivistica del patrimonio conservato dal Comune di Casatenovo - come precisa il sindaco Galbiati - non si configura unicamente come un'operazione di riordino e descrizione del passato, ma va a rappresentare, oltre che un ''diritto all’eredità culturale'', così come dichiarato nella ''Convenzione di Faro'' del Consiglio d’Europa – sottoscritta nel 2005 e ratificata con Legge n. 133 del 1° ottobre 2020 – anche una risorsa per la coesistenza e comprensione reciproca delle componenti che animano la comunità casatese, nonché una leva per il rilancio e la rigenerazione culturale e sociale.
Per gli scopi della Convenzione di Faro (in particolar modo per l’art. 2) ''l’eredità culturale è un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione. Essa comprende tutti gli aspetti dell’ambiente che sono il risultato dell’interazione nel corso del tempo fra le popolazioni e i luoghi''.In base a quanto previsto dalla Convenzione pertanto, la complessità degli archivi conservati a Casatenovo rispecchia l’identità e la storia di una ''comunità di eredità'', costituita da un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future.
Il patrimonio storico, politico e produttivo casatese riveste un ruolo fondamentale per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile: il patrimonio culturale ha in sé l’essenza - nel concetto stesso di heritage inteso come eredità - di ciò che proviene dal passato (ma non necessariamente) e deve essere protetto tanto in favore delle generazioni presenti quanto e soprattutto di quelle future, nella consapevolezza che solo uno sviluppo sostenibile è vero sviluppo.La documentazione conservata negli archivi casatesi si inserisce pienamente nel mandato del Consiglio d’Europa di promuovere la democrazia, i diritti dell’uomo e l’identità culturale europea e rappresenta un altro fondamentale elemento della famiglia delle convenzioni culturali adottate dall’organizzazione, a conferma della grande attenzione che a livello europeo da sempre si attribuisce al tema del patrimonio culturale, elemento identitario dell’homo europaeus.
''L’esperienza e il patrimonio immateriale racchiuso nei documenti conservati nell’archivio comunale di Casatenovo restituiscono una trama di vicende collettive che hanno plasmato la vita del comune e del circondario e che oggi si pongono come rinnovata opportunità per innescare una costante dinamica di coinvolgimento della società civile'' ha aggiunto il primo cittadino.La digitalizzazione degli inventari redatti dal professor Pirovano si attesta pertanto come un’azione importante di valorizzazione del patrimonio documentale e dell’archivio comunale casatese inteso non solo come strumento amministrativo, ma anche come bene culturale.