Casatenovo: in tantissimi a Villa Mariani per l'evento ''Water4Gaza''
In tanti, ieri sera, hanno sfidato le gelide temperature esterne per raggiungere Villa Mariani di Casatenovo e cogliere un'opportunità preziosa: quella di ascoltare dal vivo la testimonianza di Meri Calvelli, cooperante di ACS, una ong attiva a Gaza da moltissimi anni.
Come ha ben rilevato il giornalista e direttore de L'Altraeconomia Duccio Facchini, moderatore dell'incontro, la volontaria ha un osservatorio privilegiato sulla ''Striscia'', territorio conteso da decenni ormai e che dopo il 7 ottobre dello scorso anno, ha purtroppo conosciuto un'ennesima stagione fatta di bombardamenti e tante, troppe, vittime innocenti.
Una serata dunque, che ha aiutato i presenti a fare ''il punto'' su quanto sta accadendo a Gaza, che si è svolta peraltro a poche ore dalla notizia del mandato di arresto, spiccato dalla Corte penale internazionale, nei confronti - fra gli altri - di Benjamin Netanyahu, per crimini di guerra e contro l'umanità commessi nella Striscia e in Israele da oltre un anno a questa parte.
''Ci aiuti a capire la situazione?'' ha chiesto Facchini a Calvelli, ritenendo più che fondamentale raccogliere la voce di chi vive laggiù e può testimoniare le dinamiche dei fatti che solo pochi media - e neppure sempre - non si stancano di raccontare.
La cooperante ha esordito ricordando che quel che è accaduto il 7 ottobre 2023 non è stato l'inizio della sanguinosa faida fra Israele e Palestina. Il conflitto si sviluppa da settantasei anni e nonostante temporanei accordi, spesso disattesi, Gaza si è trovata di fatto occupata militarmente. La Striscia è ormai ridotta ad una sorta di grande prigione a cielo aperto, dove i bombardamenti sono all'ordine del giorno.
''L'idea di Israele è quella che i palestinesi da lì se ne devono andare, senza alcuna condizione'' ha detto Meri Calvelli, ricordando appunto l'attacco feroce da parte di Hamas che, colpendo città e villaggi israeliani, ha segnato una cesura nel conflitto in Medio Oriente e dato inizio a una guerra sanguinosa. In risposta infatti, Israele ha lanciato un’operazione militare contro Gaza con decine di migliaia di morti.
''Dopo quei bombardamenti i palestinesi non hanno avuto vita facile: di fatto sono stati ritenuti meritevoli di morire, non solo sotto i colpo delle bombe, ma anche di fame e sete. Dovevano essere puniti per quel che era successo'' ha aggiunto la volontaria, raccontando la difficoltà estrema che riguarda anche l'accesso al territorio della Striscia. ''I pochi camion arrivano da vie traverse che è Israele a decidere. Paradossalmente si tratta di privati che portano cibo, rivenduto però al mercato nero''.
Se il rumore delle bombe è ormai quotidiano, a Gaza non esistono nemmeno più strutture ospedaliere; c'è solo qualche clinica, la cui funzione è però insufficiente rispetto alle esigenze della popolazione. Oltre al cibo non possono entrare neppure le medicine, nè tanto meno il materiale che può fornire qualche possibilità e speranza di ricostruzione. Per non parlare dei giornalisti, molti dei quali uccisi, a cui è fatto divieto svolgere la propria professione.
Sono stati pure bloccati alle ong, i fondi destinati ai progetti per Gaza. ''Abbiamo dovuto avviare delle raccolte spontanee tra la popolazione che hanno avuto una buona risposta e per il momento stiamo andando avanti così. Non possiamo fare altro'' ha proseguito Calvelli.
A questo proposito Mario Mancini - presidente di Progettomondo Mlal, altro ospite della serata di ieri - ha evidenziato un aspetto a suo dire gravissimo.
''E' stato insinuato da alcuni media il sospetto che ACS operasse a Gaza come complice di Hamas. Dare aiuto alla popolazione locale è considerato alla stregua di essere complici del terrorismo. Di fatto i palestinesi sono abbandonati dall'intera comunità internazionale, come se meritassero di vivere in quelle condizioni'' ha detto il volontario, che si è poi addentrato in qualcuno dei progetti portati avanti a sostegno della popolazione locale.
Non a caso la serata di ieri a Casatenovo - promossa da L'Angolo Giro e Progettomondo Mlal - si intitolava ''Water4Gaza'' dal nome dell'iniziativa portata avanti dall'ong veronese, il cui obiettivo è quello di affrontare il problema della grave crisi idrica che da sempre minaccia la vita della popolazione locale. Il progetto prevede l'installazione di Water Point per fornire acqua dissalata potabile e gratuita, garantendo così il diritto fondamentale a una risorsa che in fin dei conti, è la principale fonte di vita.
Fra gli altri temi affrontati con Meri Calvelli, oggetto delle domande postele da Duccio Facchini, vi è da segnalare la posizione, o meglio, le iniziative assunte dal Governo Italiano; a questo proposito la cooperante si è soffermata sui casi di Food For Gaza e Nave Vulcano, che avrebbero dovuto rappresentare - a detta dell'esecutivo Meloni - un aiuto e sostegno per la popolazione locale, ma di cui in realtà non vi sarebbero effetti concreti o comunque degni di nota.
E poi l'occupazione della Cisgiordania (argomento di cui si sa poco) e la suddivisione della Striscia in due parti, con il nord ritenuto ''appetibile'' per Israele che punta a colonnizzarlo, come indica il cosiddetto ''Piano dei generali'' che, pubblicato all’inizio di settembre, ha un obiettivo molto semplice: svuotare la parte settentrionale della sua popolazione palestinese.
Emozionante, come sempre, la testimonianza di Egidia Beretta che sul finire della serata è salita sul palco leggendo qualche stralcio contenuti nel libro ''Restiamo Umani'', omaggio al figlio Vittorio, cooperante ucciso nel 2011 proprio a Gaza.
''Sono venuta soprattutto per ascoltare: ho fame di notizie e di aggiornamenti. Gaza è profondamente radicata nel mio cuore, così come lo sono i palestinesi'' ha detto la bulciaghese. ''Dal 7 ottobre dello scorso anno questo libro non mi abbandona mai: raccoglie gli articoli scritti da Vittorio per Il Manifesto durante l'operazione Piombo Fuso''.
Dopo il dono di un mazzo di fiori coloratissimi per le due ospiti, momento introdotto dalla volontaria Sara Nannini, la serata si è avviata alla conclusione grazie ad alcune domande e considerazioni poste dal pubblico, certamente ''arricchitosi'' (di sapere e di emozioni) al termine dell'incontro.
Come ha ben rilevato il giornalista e direttore de L'Altraeconomia Duccio Facchini, moderatore dell'incontro, la volontaria ha un osservatorio privilegiato sulla ''Striscia'', territorio conteso da decenni ormai e che dopo il 7 ottobre dello scorso anno, ha purtroppo conosciuto un'ennesima stagione fatta di bombardamenti e tante, troppe, vittime innocenti.
Una serata dunque, che ha aiutato i presenti a fare ''il punto'' su quanto sta accadendo a Gaza, che si è svolta peraltro a poche ore dalla notizia del mandato di arresto, spiccato dalla Corte penale internazionale, nei confronti - fra gli altri - di Benjamin Netanyahu, per crimini di guerra e contro l'umanità commessi nella Striscia e in Israele da oltre un anno a questa parte.
''Ci aiuti a capire la situazione?'' ha chiesto Facchini a Calvelli, ritenendo più che fondamentale raccogliere la voce di chi vive laggiù e può testimoniare le dinamiche dei fatti che solo pochi media - e neppure sempre - non si stancano di raccontare.
La cooperante ha esordito ricordando che quel che è accaduto il 7 ottobre 2023 non è stato l'inizio della sanguinosa faida fra Israele e Palestina. Il conflitto si sviluppa da settantasei anni e nonostante temporanei accordi, spesso disattesi, Gaza si è trovata di fatto occupata militarmente. La Striscia è ormai ridotta ad una sorta di grande prigione a cielo aperto, dove i bombardamenti sono all'ordine del giorno.
''L'idea di Israele è quella che i palestinesi da lì se ne devono andare, senza alcuna condizione'' ha detto Meri Calvelli, ricordando appunto l'attacco feroce da parte di Hamas che, colpendo città e villaggi israeliani, ha segnato una cesura nel conflitto in Medio Oriente e dato inizio a una guerra sanguinosa. In risposta infatti, Israele ha lanciato un’operazione militare contro Gaza con decine di migliaia di morti.
''Dopo quei bombardamenti i palestinesi non hanno avuto vita facile: di fatto sono stati ritenuti meritevoli di morire, non solo sotto i colpo delle bombe, ma anche di fame e sete. Dovevano essere puniti per quel che era successo'' ha aggiunto la volontaria, raccontando la difficoltà estrema che riguarda anche l'accesso al territorio della Striscia. ''I pochi camion arrivano da vie traverse che è Israele a decidere. Paradossalmente si tratta di privati che portano cibo, rivenduto però al mercato nero''.
Se il rumore delle bombe è ormai quotidiano, a Gaza non esistono nemmeno più strutture ospedaliere; c'è solo qualche clinica, la cui funzione è però insufficiente rispetto alle esigenze della popolazione. Oltre al cibo non possono entrare neppure le medicine, nè tanto meno il materiale che può fornire qualche possibilità e speranza di ricostruzione. Per non parlare dei giornalisti, molti dei quali uccisi, a cui è fatto divieto svolgere la propria professione.
Sono stati pure bloccati alle ong, i fondi destinati ai progetti per Gaza. ''Abbiamo dovuto avviare delle raccolte spontanee tra la popolazione che hanno avuto una buona risposta e per il momento stiamo andando avanti così. Non possiamo fare altro'' ha proseguito Calvelli.
A questo proposito Mario Mancini - presidente di Progettomondo Mlal, altro ospite della serata di ieri - ha evidenziato un aspetto a suo dire gravissimo.
''E' stato insinuato da alcuni media il sospetto che ACS operasse a Gaza come complice di Hamas. Dare aiuto alla popolazione locale è considerato alla stregua di essere complici del terrorismo. Di fatto i palestinesi sono abbandonati dall'intera comunità internazionale, come se meritassero di vivere in quelle condizioni'' ha detto il volontario, che si è poi addentrato in qualcuno dei progetti portati avanti a sostegno della popolazione locale.
Non a caso la serata di ieri a Casatenovo - promossa da L'Angolo Giro e Progettomondo Mlal - si intitolava ''Water4Gaza'' dal nome dell'iniziativa portata avanti dall'ong veronese, il cui obiettivo è quello di affrontare il problema della grave crisi idrica che da sempre minaccia la vita della popolazione locale. Il progetto prevede l'installazione di Water Point per fornire acqua dissalata potabile e gratuita, garantendo così il diritto fondamentale a una risorsa che in fin dei conti, è la principale fonte di vita.
Fra gli altri temi affrontati con Meri Calvelli, oggetto delle domande postele da Duccio Facchini, vi è da segnalare la posizione, o meglio, le iniziative assunte dal Governo Italiano; a questo proposito la cooperante si è soffermata sui casi di Food For Gaza e Nave Vulcano, che avrebbero dovuto rappresentare - a detta dell'esecutivo Meloni - un aiuto e sostegno per la popolazione locale, ma di cui in realtà non vi sarebbero effetti concreti o comunque degni di nota.
E poi l'occupazione della Cisgiordania (argomento di cui si sa poco) e la suddivisione della Striscia in due parti, con il nord ritenuto ''appetibile'' per Israele che punta a colonnizzarlo, come indica il cosiddetto ''Piano dei generali'' che, pubblicato all’inizio di settembre, ha un obiettivo molto semplice: svuotare la parte settentrionale della sua popolazione palestinese.
Emozionante, come sempre, la testimonianza di Egidia Beretta che sul finire della serata è salita sul palco leggendo qualche stralcio contenuti nel libro ''Restiamo Umani'', omaggio al figlio Vittorio, cooperante ucciso nel 2011 proprio a Gaza.
''Sono venuta soprattutto per ascoltare: ho fame di notizie e di aggiornamenti. Gaza è profondamente radicata nel mio cuore, così come lo sono i palestinesi'' ha detto la bulciaghese. ''Dal 7 ottobre dello scorso anno questo libro non mi abbandona mai: raccoglie gli articoli scritti da Vittorio per Il Manifesto durante l'operazione Piombo Fuso''.
Dopo il dono di un mazzo di fiori coloratissimi per le due ospiti, momento introdotto dalla volontaria Sara Nannini, la serata si è avviata alla conclusione grazie ad alcune domande e considerazioni poste dal pubblico, certamente ''arricchitosi'' (di sapere e di emozioni) al termine dell'incontro.
G.C.