Casatenovo: forse qualcosa 'si muove' sul nuovo centro. ''Il punto'' sui tre piani

Nuovo centro di Casatenovo? Qualcosa si muove. Seppur la situazione resti complessa, qualche timido segnale di avanzamento rispetto all'immobilismo degli ultimi anni c'è e fa ben sperare. Ci riferiamo alle tre aree coinvolte in altrettanti piani integrati di intervento che - qualora dovessero decollare - spazzerebbero via quel che resta delle ex sedi di Vismara e Vister, lasciando spazio a nuove residenze, attività commerciali e servizi per la cittadinanza. Quello cioè che casatesi e non, si augurano ormai da troppo tempo. Del resto transitare per le vie del centro è ogni volta da ''colpo al cuore'' per molti di coloro che nei capannoni dell'ex salumificio o dell'industria farmaceutica, avevano trascorso anni brillanti e di grandi prospettive professionali.
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Tornando alla questione urbanistica, la novità più rilevante riguarda proprio il comparto ex Vismara, fino a qualche mese fa nelle mani di Ferrarini spa, a cui per anni ha fatto riferimento il salumificio casatese, coinvolto in un concordato preventivo omologato nel 2021 e nel frattempo decaduto. Il 24 ottobre scorso Niccolò Stanzani Maserati, giudice delegato del tribunale di Reggio Emilia, ha infatti concesso alla Vismara - nominando commissario Francesco Cadoppi - due mesi di tempo per presentare un piano di concordato in continuità aziendale indiretta. La misura è stata chiesta dall’azienda di salumi (oggi rappresentata da Angelo Ridolfi) dopo che a febbraio Luca Ferrarini aveva rassegnato le dimissioni da presidente di Vismara e anche la sorella Lisa e il fratello Lucio hanno lasciato il cda dell’azienda. Spetterà dunque a Rodolfi, un manager specializzato in conversioni industriali e ai suoi consulenti, disegnare il piano concordatario (già illustrato al tribunale nelle linee-guida). Una strada che appare però in salita per Vismara, sulla quale pende un decreto ingiuntivo di Intesa Sanpaolo di 13,5 milioni euro, ora sterilizzato dalla concessione delle misure protettive.
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Un quadro certamente complesso per il futuro dell'azienda, le cui vicessitudini giudiziarie potrebbero avere però delle ricadute concrete anche sull'ex sede, dunque sull'ampia area compresa fra Via don Rossi, Piazza del Lavoro e Via Manzoni. 
''Confermiamo che un'offerta è stata depositata'' ha detto il vicesindaco e assessore alla partita Lorenzo Citterio riferendosi all'interessamento di un privato che avrebbe formalizzato al commissario Cadoppi un'offerta per aggiudicarsi l'area un tempo occupata attivamente dal salumificio Vismara. 
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''Chiaramente dovremo attendere gli sviluppi dell'iter in capo al Tribunale di Reggio Emilia prima di avviare un'interlocuzione con un porenziale acquirente. Ciò non toglie che si tratta di una notizia importante'' ha aggiunto l'amministratore. 
Un'eventuale asta indetta per l'aggiudicazione dell'ex area Vismara potrebbe avere degli effetti concreti sul centro di Casatenovo. 
Spostandoci nel vicino comparto ex Vister, anche qui si potrebbe profilare a stretto giro qualche sviluppo, ancora una volta legato ad un iter che riguarda l'attuale proprietà del comparto (Immobiliare Casatenovo), che comprende pure il piazzale del mercato. Del resto si era già fatto riferimento, nel recente passato, all'ipotesi di una procedura di vendita degli immobili, per ora tuttavia, non ancora concretizzatasi. 
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Infine c'è Devero spa, proprietaria del comparto più piccolo fra i tre inseriti in questa importante partita urbanistica; l'area che tanto per intenderci si affaccia verso Via Greppi e la zona della biblioteca. Si tratta dell'unico ''attore'' della vicenda ad aver già sottoscritto il piano integrato di intervento, trovandosi dunque in una fase ben più avanzata rispetto agli altri due piani. Sembra essere stata superata anche una problematica di tipo logistico, avendo - i proponenti - lavorato all'acquisizione di un'area del confinante comparto ex Vister, che ne ostacolava lo sviluppo. A stretto giro si dovrebbe provvedere anche ad una pulizia dell'area. Insomma, il movimento pare assodato e meno complesso degli altri due piani. 
''Chiaramente ognuno dei comparti seguirà lo sviluppo urbanistico secondo le regole dettate dal nuovo PGT'' ha precisato Citterio, ricordando appunto il vecchio accordo di programma fatto decadere a seguito delle gravi inadempienze delle proprietà, con il recepimento dei tre piani - e più in generale della partita legata al centro - nello strumento urbanistico approvato dal consiglio comunale nei mesi scorsi, che prevede delle norme ben precise anche in riferimento alle aree dismesse.
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Nell'ottica di puntare al recupero degli edifici dismessi e delle aree degradate, il PGT casatese prevede infatti la demolizione degli stessi entro 24 mesi dall'entrata in vigore dello strumento; nel caso in cui le proprietà non si attivassero dando il via a questo iter, il Comune ha facoltà di intervenire attraverso una sensibile riduzione degli indici edificatori. Una ''forzatura'' (sul quale la minoranza CasateSi nei mesi scorsi aveva espresso qualche dubbio) per spingere appunto i privati ad attivarsi nella risoluzione di questioni che nella maggior parte dei casi risultano ferme da troppo tempo.
G.C.
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