Molteno: serata informativa sui torrenti Bevera e Gandaloglio promossa dalla minoranza
Una serata informativa sui torrenti Bevera e Gandaloglio. L'incontro "Acqua e Territorio: rischio idrogeologico e progetti a Molteno'', dedicato all’approfondimento dedicato ai corsi d’acqua che attraversano il comune, è stato organizzato dal gruppo di minoranza nella serata di lunedì 25 novembre presso la sala consiliare, ottenendo un’ampia partecipazione di pubblico.
L’introduzione della serata è stata affidata a Monica Marchesan, componente del gruppo Molteno Bene Comune. ''L’argomento è dirompente: parleremo di acqua ed esondazione, uno scenario che ci ha fatto star svegli più di qualche sera. Vorremmo in questo modo aprire ad altri incontri di confronto che rispecchiano quanto abbiamo descritto in programma''.
Tre i relatori della serata: Giovanni Galimberti, consigliere comunale e capogruppo di opposizione, il collega consigliere Marco Riva e il geologo Francesco Nicolodi.
Riva ha presentato una panoramica storica dei torrenti Gandaloglio e Bevera, entrambi gestiti dalla medesima autorità idraulica, Aipo, l’agenzia interregionale per il fiume Po. Il torrente Bevera si origina dalle pendici del Monte di Brianza, nel comune di Colle Brianza e si getta nel Lambro all’altezza di Merone: a Costa Masnaga è presente una vasca di laminazione creata nell’ex cava di Brenno. Il torrente Gandaloglio ha la sorgente in località Figina e affronta pendenze più elevate con una forza di trascinamento maggiore: scendendo a Dolzago viene regimato per dirigersi verso la piana di Oggiono, dove c’è un’area di esondazione naturale e si immette poi nel Bevera a Molteno: storicamente la confluenza avveniva all’altezza della filanda mentre oggi è nella zona ex Segalini.
Il consigliere ha poi mostrato due ortofoto, una del 1954 e l’altra del 2021 con evidenziate le zone a rischio alluvione: ''Le aree interessano una significativa parte del nostro paese – ha spiegato Riva - Tra il 1954 e il 2021 c’è stata molta urbanizzazione e questo fattore determina il cambio di impermeabilizzazione del suolo''.
Tale concetto è stato ripreso anche dal geologo Nicolodi, componente del Comitato Bevere: ''In Italia ci sono 1.300 norme statali di prevenzione delle alluvioni e 3.600 enti pubblici di controllo delle acque. Uno dei problemi principali nella gestione delle acque è il ''balletto'' di competenze. Spendiamo molti milioni di euro, eppure continuiamo ad allagarci. Dobbiamo tenere conto che c’è un cambiamento climatico perché, se prima l’esondazione succedeva ogni 40-50 anni, ora, ogni anno che passa, la possibilità di avere tempi di piena aumenta. Si sta andando a una tendenza per cui ogni 2-3 anni ci sarà un’alluvione''.
La questione da attenzionare, secondo il geologo, è appunto l’impermeabilizzazione del territorio. ''Molteno subisce l’acqua che arriva da monte e più aumenta il territorio impermeabile, causato dalle aree costruite, più il paese subirà le piene. L’ex terreno dove è stato da poco creato il supermercato si è impermeabilizzato, anche se hanno fatto le vasche di laminazione interne, come prevede la legge. Abbiamo milioni di mc all’ora che arrivano da tutte le aree impermeabili: abbiamo un territorio fatto di cemento che non beve niente e scarica tutta l’acqua all’interno del torrente che è stato regimato con un sistema vecchio''.
Il capogruppo di Molteno Bene Comune ha illustrato le opere sui torrenti Bevera e Gandaloglio, gli studi, i progetti approvati, gli interventi in corso di realizzazione e le prospettive. ''Non basta fare un piano di governo del territorio (PGT) a cemento zero perché non sarà sufficiente'' ha detto Galimberti, presentando uno storico delle esondazioni a Molteno, negli ultimi venti anni. A seguito delle esondazioni avvenute tra il 1976 e il 1992 sono state realizzate, alla fine degli anni Ottanta, le vasche di sedimentazione, opere e argini a cura del Genio civile e negli anni Novanta sono arrivate le prime idee del progetto Paoletti. ''Nel 2021 è stato redatto un progetto definitivo esecutivo totalmente dedicato al Bevera: si basa su studio del 2018 del geologo Massimo Riva''.
Come ha ricordato Galimberti, il progetto è stato commissionato dal Comune di Molteno con alcuni obiettivi: ''descrivere lo stato di fatto (2018) sulla base delle evidenze rilevate sul campo, descritte e indicate dai responsabili della Protezione Civile e determinate dallo storico degli eventi alluvionali susseguitisi nel corso degli ultimi 10-15 anni, fornendo un inquadramento delle aree soggette a criticità e/o dissesti omogenei, individuando per ciascuno le criticità e i dissesti esistenti; proporre degli interventi in virtù della necessità di attenuare e/o risolvere le problematiche idrauliche e idrogeologiche, in termini di difesa spondale, miglioramento idraulico e attenuazione del rischio di esondazione; presentare una valutazione tecnica-economica degli interventi realizzabili, suddivisi per classi di priorità''.
Sono stati poi illustrati i 7 tratti omogenei e le relative opere realizzate e mancanti rispetto a quelle indicate nel progetto del geologo. Sono 6 interventi realizzati su sette quelli segnalati con priorità minore perché manca la scogliera su entrambe le sponde in area Rodacciai/ex-Badoni. In priorità media, si sono conclusi 8 interventi su 9: in questo caso non sono ancora state realizzate le tubazioni di drenaggio sotto a Viale Consolini.
Infine, per la priorità alta, sono stati portati a compimento 3 interventi su 6: mancano il bypass del ponte sul Bevera di Viale Consolini, la rimozione dei sedimenti fra l'ex-Segalini e il ponte ferroviario Como-Lecco e il ponte Rodacciai/area ex-Badoni e la rimozione dei sedimenti nei pressi del ponte della strada provinciale a Raviola.
''Non avere realizzato interventi di natura alta e media, può avere altri effetti?'' si è interrogato Galimberti, prima di presentare l’area di laminazione del Gandaloglio, composta da due lotti e figlia del progetto Paoletti.
Gli obiettivi di quest'opera includono la deviazione delle acque in eccesso per spostarle in area agricola tra la Poncia, il Brughello e la ferrovia in un’area di invaso di 650.000 mc: la riduzione della portata di piena passerà da 25 mc a 2-4 mc al secondo. Lo scopo è rilasciare l’acqua nel Bevera dopo la raccolta attraverso il fosso dei Pascoli. Il primo lotto di intervento, in capo al Comune di Oggiono, è stato realizzato tra il 2023 e il 2024, con la creazione del canale di derivazione e una parte delle opere della vasca di laminazione. Rimane da concludere lo sbarramento di derivazione delle piene del Gandaloglio. Nel lotto 2, il cui ente esecutore è parco valle del Lambro, si realizzeranno gli argini e il manufatto di restituzione, ovvero un’opera che scaricherà acqua nel fosso dei Pascoli per ridarla al Bevera.
''La novità è il by-pass di Bevera e Gandaloglio utile per la mitigazione ma strettamente collegata a opera sul Gandaloglio. A Molteno se ne parlava già negli anni Novanta. Nel 2018, poche settimane dopo la pubblicazione dello studio del geologo Riva, il Comune chiese al professionista di integrare il progetto con due obiettivi: valutare la fattibilità tecnico-economica di un intervento (aggiuntivo a quelli individuati nello studio sul Bevera) per l'eventuale realizzazione di un canale scolmatore tra il Bevera in zona Raviola e il Gandaloglio nei pressi di Via De Gasperi/Via Matteotti/XXV Aprile. Inoltre c’era la volontà di attenuare e/o risolvere le problematiche idrauliche nel tratto che attraversa l'abitato di Molteno, in particolare durante eventi di piena significativi che possono determinare rischio di esondazioni'' ha proseguito Galimberti.
Il geologo Riva aveva previsto due tracciati: entrambi partono dalla sponda idrografica destra del Bevera e dalla sponda idrografica sinistra del Gandaloglio. La prima opzione, con andamento prevalentemente rettilineo è al confine della Redaelli Piergiorgio Spa, mentre la seconda passa dal ponte carrabile in zona Airoldi Metalli, seguendo la fognatura consortile esistente e la roggia di Sirone.
Il gruppo ha poi presentato in sintesi la capacità di smaltimento della portata di piena e di accoglienza d’acqua del Gandaloglio. ''Il geologo, nello studio, ha sottolineato che la fattibilità è condizionata dalla realizzazione e dall’entrata in funzione della laminazione del Gandaloglio e che bisogna verificare le condizioni di funzionamento della laminazione del Gandaloglio per valutare gli equilibri idraulici''.
Ci sono poi altre priorità: ''Il regime idraulico del tratto urbano del Bevera è fortemente condizionato dagli effetti di rigurgito che si manifestano in corrispondenza della confluenza con il Candaloglio e del ponte di Viale Consolini, e quindi da nodi idraulici situati molto più a valle'' ha evidenziato il capogruppo di minoranza. ''Occorrerebbe dare priorità a interventi di sistemazione idraulica in tale tratto, quali quelli individuati nello studio di fattibilità, con particolare riferimento alla realizzazione di un by-pass idraulico in corrispondenza del ponte di Viale Consolini, che permetterebbe un aumento della capacità di smaltimento delle portate di piena da parte della sezione idraulica ivi esistente, con potenziali effetti attenuativi sul rigurgito localizzato a monte''.
''Il bypass permetterebbe di convogliare dal Bevera al Gandaloglio una portata compresa tra 5,2 e 5,4 mc/s, compatibile con il deficit della sezione idraulica del Bevera nel tratto prossimo a Viale Grandi, ma comunque non sufficiente a prevenire il rischio di esondazione nel tratto urbano del corso d'acqua, caratterizzato da sezioni ulteriormente ridotte e idraulicamente influenzate da valle: la confluenza dei due torrenti e il ponte di Viale Consolini. Un parere definitivo su tale aspetto di fattibilità (e il relativo dimensionamento definitivo dell'opera) risulta condizionato dall'eventuale realizzazione degli interventi di sistemazione individuati nel precedente studio''.
Per Molteno Bene Comune, insomma è ''utile lo studio del 2018, ma occorre vedere cosa verrà proposto in fase di progettazione. Tutto quello che si fa è la mitigazione del rischio, non la risoluzione'' ha concluso Galimberti, lasciando spazio alle domande del pubblico.
L’introduzione della serata è stata affidata a Monica Marchesan, componente del gruppo Molteno Bene Comune. ''L’argomento è dirompente: parleremo di acqua ed esondazione, uno scenario che ci ha fatto star svegli più di qualche sera. Vorremmo in questo modo aprire ad altri incontri di confronto che rispecchiano quanto abbiamo descritto in programma''.
Tre i relatori della serata: Giovanni Galimberti, consigliere comunale e capogruppo di opposizione, il collega consigliere Marco Riva e il geologo Francesco Nicolodi.
Riva ha presentato una panoramica storica dei torrenti Gandaloglio e Bevera, entrambi gestiti dalla medesima autorità idraulica, Aipo, l’agenzia interregionale per il fiume Po. Il torrente Bevera si origina dalle pendici del Monte di Brianza, nel comune di Colle Brianza e si getta nel Lambro all’altezza di Merone: a Costa Masnaga è presente una vasca di laminazione creata nell’ex cava di Brenno. Il torrente Gandaloglio ha la sorgente in località Figina e affronta pendenze più elevate con una forza di trascinamento maggiore: scendendo a Dolzago viene regimato per dirigersi verso la piana di Oggiono, dove c’è un’area di esondazione naturale e si immette poi nel Bevera a Molteno: storicamente la confluenza avveniva all’altezza della filanda mentre oggi è nella zona ex Segalini.
Il consigliere ha poi mostrato due ortofoto, una del 1954 e l’altra del 2021 con evidenziate le zone a rischio alluvione: ''Le aree interessano una significativa parte del nostro paese – ha spiegato Riva - Tra il 1954 e il 2021 c’è stata molta urbanizzazione e questo fattore determina il cambio di impermeabilizzazione del suolo''.
Tale concetto è stato ripreso anche dal geologo Nicolodi, componente del Comitato Bevere: ''In Italia ci sono 1.300 norme statali di prevenzione delle alluvioni e 3.600 enti pubblici di controllo delle acque. Uno dei problemi principali nella gestione delle acque è il ''balletto'' di competenze. Spendiamo molti milioni di euro, eppure continuiamo ad allagarci. Dobbiamo tenere conto che c’è un cambiamento climatico perché, se prima l’esondazione succedeva ogni 40-50 anni, ora, ogni anno che passa, la possibilità di avere tempi di piena aumenta. Si sta andando a una tendenza per cui ogni 2-3 anni ci sarà un’alluvione''.
La questione da attenzionare, secondo il geologo, è appunto l’impermeabilizzazione del territorio. ''Molteno subisce l’acqua che arriva da monte e più aumenta il territorio impermeabile, causato dalle aree costruite, più il paese subirà le piene. L’ex terreno dove è stato da poco creato il supermercato si è impermeabilizzato, anche se hanno fatto le vasche di laminazione interne, come prevede la legge. Abbiamo milioni di mc all’ora che arrivano da tutte le aree impermeabili: abbiamo un territorio fatto di cemento che non beve niente e scarica tutta l’acqua all’interno del torrente che è stato regimato con un sistema vecchio''.
Il capogruppo di Molteno Bene Comune ha illustrato le opere sui torrenti Bevera e Gandaloglio, gli studi, i progetti approvati, gli interventi in corso di realizzazione e le prospettive. ''Non basta fare un piano di governo del territorio (PGT) a cemento zero perché non sarà sufficiente'' ha detto Galimberti, presentando uno storico delle esondazioni a Molteno, negli ultimi venti anni. A seguito delle esondazioni avvenute tra il 1976 e il 1992 sono state realizzate, alla fine degli anni Ottanta, le vasche di sedimentazione, opere e argini a cura del Genio civile e negli anni Novanta sono arrivate le prime idee del progetto Paoletti. ''Nel 2021 è stato redatto un progetto definitivo esecutivo totalmente dedicato al Bevera: si basa su studio del 2018 del geologo Massimo Riva''.
Come ha ricordato Galimberti, il progetto è stato commissionato dal Comune di Molteno con alcuni obiettivi: ''descrivere lo stato di fatto (2018) sulla base delle evidenze rilevate sul campo, descritte e indicate dai responsabili della Protezione Civile e determinate dallo storico degli eventi alluvionali susseguitisi nel corso degli ultimi 10-15 anni, fornendo un inquadramento delle aree soggette a criticità e/o dissesti omogenei, individuando per ciascuno le criticità e i dissesti esistenti; proporre degli interventi in virtù della necessità di attenuare e/o risolvere le problematiche idrauliche e idrogeologiche, in termini di difesa spondale, miglioramento idraulico e attenuazione del rischio di esondazione; presentare una valutazione tecnica-economica degli interventi realizzabili, suddivisi per classi di priorità''.
Sono stati poi illustrati i 7 tratti omogenei e le relative opere realizzate e mancanti rispetto a quelle indicate nel progetto del geologo. Sono 6 interventi realizzati su sette quelli segnalati con priorità minore perché manca la scogliera su entrambe le sponde in area Rodacciai/ex-Badoni. In priorità media, si sono conclusi 8 interventi su 9: in questo caso non sono ancora state realizzate le tubazioni di drenaggio sotto a Viale Consolini.
Infine, per la priorità alta, sono stati portati a compimento 3 interventi su 6: mancano il bypass del ponte sul Bevera di Viale Consolini, la rimozione dei sedimenti fra l'ex-Segalini e il ponte ferroviario Como-Lecco e il ponte Rodacciai/area ex-Badoni e la rimozione dei sedimenti nei pressi del ponte della strada provinciale a Raviola.
''Non avere realizzato interventi di natura alta e media, può avere altri effetti?'' si è interrogato Galimberti, prima di presentare l’area di laminazione del Gandaloglio, composta da due lotti e figlia del progetto Paoletti.
Gli obiettivi di quest'opera includono la deviazione delle acque in eccesso per spostarle in area agricola tra la Poncia, il Brughello e la ferrovia in un’area di invaso di 650.000 mc: la riduzione della portata di piena passerà da 25 mc a 2-4 mc al secondo. Lo scopo è rilasciare l’acqua nel Bevera dopo la raccolta attraverso il fosso dei Pascoli. Il primo lotto di intervento, in capo al Comune di Oggiono, è stato realizzato tra il 2023 e il 2024, con la creazione del canale di derivazione e una parte delle opere della vasca di laminazione. Rimane da concludere lo sbarramento di derivazione delle piene del Gandaloglio. Nel lotto 2, il cui ente esecutore è parco valle del Lambro, si realizzeranno gli argini e il manufatto di restituzione, ovvero un’opera che scaricherà acqua nel fosso dei Pascoli per ridarla al Bevera.
''La novità è il by-pass di Bevera e Gandaloglio utile per la mitigazione ma strettamente collegata a opera sul Gandaloglio. A Molteno se ne parlava già negli anni Novanta. Nel 2018, poche settimane dopo la pubblicazione dello studio del geologo Riva, il Comune chiese al professionista di integrare il progetto con due obiettivi: valutare la fattibilità tecnico-economica di un intervento (aggiuntivo a quelli individuati nello studio sul Bevera) per l'eventuale realizzazione di un canale scolmatore tra il Bevera in zona Raviola e il Gandaloglio nei pressi di Via De Gasperi/Via Matteotti/XXV Aprile. Inoltre c’era la volontà di attenuare e/o risolvere le problematiche idrauliche nel tratto che attraversa l'abitato di Molteno, in particolare durante eventi di piena significativi che possono determinare rischio di esondazioni'' ha proseguito Galimberti.
Il geologo Riva aveva previsto due tracciati: entrambi partono dalla sponda idrografica destra del Bevera e dalla sponda idrografica sinistra del Gandaloglio. La prima opzione, con andamento prevalentemente rettilineo è al confine della Redaelli Piergiorgio Spa, mentre la seconda passa dal ponte carrabile in zona Airoldi Metalli, seguendo la fognatura consortile esistente e la roggia di Sirone.
Il gruppo ha poi presentato in sintesi la capacità di smaltimento della portata di piena e di accoglienza d’acqua del Gandaloglio. ''Il geologo, nello studio, ha sottolineato che la fattibilità è condizionata dalla realizzazione e dall’entrata in funzione della laminazione del Gandaloglio e che bisogna verificare le condizioni di funzionamento della laminazione del Gandaloglio per valutare gli equilibri idraulici''.
Ci sono poi altre priorità: ''Il regime idraulico del tratto urbano del Bevera è fortemente condizionato dagli effetti di rigurgito che si manifestano in corrispondenza della confluenza con il Candaloglio e del ponte di Viale Consolini, e quindi da nodi idraulici situati molto più a valle'' ha evidenziato il capogruppo di minoranza. ''Occorrerebbe dare priorità a interventi di sistemazione idraulica in tale tratto, quali quelli individuati nello studio di fattibilità, con particolare riferimento alla realizzazione di un by-pass idraulico in corrispondenza del ponte di Viale Consolini, che permetterebbe un aumento della capacità di smaltimento delle portate di piena da parte della sezione idraulica ivi esistente, con potenziali effetti attenuativi sul rigurgito localizzato a monte''.
''Il bypass permetterebbe di convogliare dal Bevera al Gandaloglio una portata compresa tra 5,2 e 5,4 mc/s, compatibile con il deficit della sezione idraulica del Bevera nel tratto prossimo a Viale Grandi, ma comunque non sufficiente a prevenire il rischio di esondazione nel tratto urbano del corso d'acqua, caratterizzato da sezioni ulteriormente ridotte e idraulicamente influenzate da valle: la confluenza dei due torrenti e il ponte di Viale Consolini. Un parere definitivo su tale aspetto di fattibilità (e il relativo dimensionamento definitivo dell'opera) risulta condizionato dall'eventuale realizzazione degli interventi di sistemazione individuati nel precedente studio''.
Per Molteno Bene Comune, insomma è ''utile lo studio del 2018, ma occorre vedere cosa verrà proposto in fase di progettazione. Tutto quello che si fa è la mitigazione del rischio, non la risoluzione'' ha concluso Galimberti, lasciando spazio alle domande del pubblico.
Michela Mauri