Dakar Classic: sfida nel deserto per i casatesi Ugo Bullesi e Myriam Manzoni
La storica competizione della Dakar continua ad emozionare tra le dune dell'Arabia Saudita, dove si sta svolgendo proprio in queste settimane una delle competizioni più affascinanti e intense del panorama motoristico mondiale: la Dakar Classic. Tra i partecipanti di quest’intensa avventura c’è anche la coppia casatese composta da Ugo Bullesi e Myriam Manzoni, che per la seconda volta ha deciso di cimentarsi in questa sfida impegnativa.
Partiti il 29 dicembre scorso, Bullesi e Manzoni sono iscritti nella categoria H2 con la loro "Pilar", una Mitsubishi Pajero Target V26 del 1997. Dopo aver superato le verifiche tecniche a Barcellona, la coppia ha raggiunto Bisha, in Arabia Saudita, da dove il rally è partito il 3 gennaio. Il percorso della Dakar Classic attraversa tutta la penisola arabica, dalla costa orientale a quella occidentale, per un totale di oltre 8.000 chilometri, di cui circa 6.000 rappresentano prove speciali, mentre il resto è costituito da trasferimenti. "La prima settimana è stata davvero tosta" ha raccontato Bellesi. "Nella seconda ci aspetta più sabbia, quindi sarà fondamentale che la nostra vettura si dimostri affidabile. Non possiamo permetterci errori: dobbiamo essere precisi e seguire con attenzione il road book''.
La Dakar Classic è una competizione riservata ai veicoli storici prodotti fino al 2004 e rappresenta una sfida basata sulla regolarità, diversa dal classico rally. I partecipanti devono mantenere una velocità media stabilita dagli organizzatori e affrontare varie prove di navigazione, passando attraverso check-point e affrontando le dune del deserto. "Può sembrare strano, ma il segreto sta nel non correre troppo'' ha aggiunto Bullesi. "La navigazione precisa sarà determinante per ottenere un buon piazzamento''.
Il rally ha perso il suo storico collegamento con Parigi e ha lasciato l’Africa a causa di problemi politici, trovando una nuova casa tra le sabbie dell'Arabia Saudita. Questo ambiente garantisce una sfida autentica per gli appassionati, che negli ultimi anni sono aumentati in modo significativo: dai 24 veicoli partecipanti nel 2021, la gara è arrivata a contare oltre 200 equipaggi, suddivisi in quattro categorie, che coprono diverse fasce temporali di produzione.
Ugo e Myriam, coppia anche nella vita, non sono nuovi a questa esperienza. Dopo aver partecipato per la prima volta nel 2023, hanno deciso di tornare alla Dakar Classic spinti dalla passione e dallo spirito d’avventura. La loro Mitsubishi Pajero, affettuosamente chiamata "Pilar", ha superato tutti i test prima di essere spedita in Arabia Saudita. "Le verifiche sono andate bene" ha raccontato Manzoni. "Abbiamo passato tre giorni a Barcellona per recuperare l’auto e sottoporla ai controlli dei commissari. Hanno verificato tutto, dai kit di sopravvivenza ai supporti dei sedili. Quest’anno, pur cambiando categoria da H3 a H2, ci hanno chiesto di adottare l'Hans, un dispositivo di sicurezza per proteggere collo e testa''.
Myriam, che svolge il ruolo di navigatrice, ha sempre nutrito una forte passione per i motori, condivisa con il marito Ugo. Nonostante i loro lavori ordinari li tengano lontani dal mondo delle corse per gran parte dell’anno, i due trovano sempre il modo di dedicarsi a questa avventura unica. "Partecipare alla Dakar non è solo una sfida tecnica, ma anche un modo per mettere alla prova se stessi in un contesto estremo" ha spiegato.
La Dakar Classic richiama alla mente la storica Parigi-Dakar, un evento che ha catturato l’immaginazione del pubblico e coinvolto le principali case automobilistiche. Quest’anno il rally copre un percorso che attraversa la penisola arabica da est a ovest, con un totale di circa 2.000 chilometri per il rientro. La gara prevede che i concorrenti affrontino dai 600 ai 700 chilometri al giorno, con due terzi del percorso dedicati alle prove speciali e un terzo ai trasferimenti. ''Questa sfida richiede non solo capacità di guida, ma anche una grande resistenza fisica e mentale'' ha commentato Manzoni.
La Dakar Classic, però, non è solo una corsa contro il tempo: è un’occasione per rivivere le emozioni di un’epoca in cui il rally raid attraversava il deserto africano. Per chi partecipa, rappresenta una possibilità unica di mettersi alla prova in uno scenario straordinario, affrontando la natura e le difficoltà del deserto. "Abbiamo deciso di prendere parte a questa gara con tanto entusiasmo e voglia di metterci in gioco" ha sottolineato Bellesi. "Non è solo una questione di arrivare al traguardo, ma di dimostrare a noi stessi che siamo in grado di affrontare una sfida così complessa”.
Per chi desidera seguire l’avventura di Ugo Bullesi e Myriam Manzoni - che si chiuderà fra un paio di giorni - è possibile monitorare i loro aggiornamenti sui social media e seguire il progetto multimediale Bivacco Italia, che offre collegamenti quotidiani con tutti i piloti italiani impegnati nella manifestazione. La Dakar Classic continua così a mantenere viva la leggenda di uno dei rally più famosi al mondo, con protagonisti che portano avanti la tradizione e l’adrenalina di una sfida senza tempo.
Partiti il 29 dicembre scorso, Bullesi e Manzoni sono iscritti nella categoria H2 con la loro "Pilar", una Mitsubishi Pajero Target V26 del 1997. Dopo aver superato le verifiche tecniche a Barcellona, la coppia ha raggiunto Bisha, in Arabia Saudita, da dove il rally è partito il 3 gennaio. Il percorso della Dakar Classic attraversa tutta la penisola arabica, dalla costa orientale a quella occidentale, per un totale di oltre 8.000 chilometri, di cui circa 6.000 rappresentano prove speciali, mentre il resto è costituito da trasferimenti. "La prima settimana è stata davvero tosta" ha raccontato Bellesi. "Nella seconda ci aspetta più sabbia, quindi sarà fondamentale che la nostra vettura si dimostri affidabile. Non possiamo permetterci errori: dobbiamo essere precisi e seguire con attenzione il road book''.
La Dakar Classic è una competizione riservata ai veicoli storici prodotti fino al 2004 e rappresenta una sfida basata sulla regolarità, diversa dal classico rally. I partecipanti devono mantenere una velocità media stabilita dagli organizzatori e affrontare varie prove di navigazione, passando attraverso check-point e affrontando le dune del deserto. "Può sembrare strano, ma il segreto sta nel non correre troppo'' ha aggiunto Bullesi. "La navigazione precisa sarà determinante per ottenere un buon piazzamento''.
Il rally ha perso il suo storico collegamento con Parigi e ha lasciato l’Africa a causa di problemi politici, trovando una nuova casa tra le sabbie dell'Arabia Saudita. Questo ambiente garantisce una sfida autentica per gli appassionati, che negli ultimi anni sono aumentati in modo significativo: dai 24 veicoli partecipanti nel 2021, la gara è arrivata a contare oltre 200 equipaggi, suddivisi in quattro categorie, che coprono diverse fasce temporali di produzione.
Ugo e Myriam, coppia anche nella vita, non sono nuovi a questa esperienza. Dopo aver partecipato per la prima volta nel 2023, hanno deciso di tornare alla Dakar Classic spinti dalla passione e dallo spirito d’avventura. La loro Mitsubishi Pajero, affettuosamente chiamata "Pilar", ha superato tutti i test prima di essere spedita in Arabia Saudita. "Le verifiche sono andate bene" ha raccontato Manzoni. "Abbiamo passato tre giorni a Barcellona per recuperare l’auto e sottoporla ai controlli dei commissari. Hanno verificato tutto, dai kit di sopravvivenza ai supporti dei sedili. Quest’anno, pur cambiando categoria da H3 a H2, ci hanno chiesto di adottare l'Hans, un dispositivo di sicurezza per proteggere collo e testa''.
Myriam, che svolge il ruolo di navigatrice, ha sempre nutrito una forte passione per i motori, condivisa con il marito Ugo. Nonostante i loro lavori ordinari li tengano lontani dal mondo delle corse per gran parte dell’anno, i due trovano sempre il modo di dedicarsi a questa avventura unica. "Partecipare alla Dakar non è solo una sfida tecnica, ma anche un modo per mettere alla prova se stessi in un contesto estremo" ha spiegato.
La Dakar Classic richiama alla mente la storica Parigi-Dakar, un evento che ha catturato l’immaginazione del pubblico e coinvolto le principali case automobilistiche. Quest’anno il rally copre un percorso che attraversa la penisola arabica da est a ovest, con un totale di circa 2.000 chilometri per il rientro. La gara prevede che i concorrenti affrontino dai 600 ai 700 chilometri al giorno, con due terzi del percorso dedicati alle prove speciali e un terzo ai trasferimenti. ''Questa sfida richiede non solo capacità di guida, ma anche una grande resistenza fisica e mentale'' ha commentato Manzoni.
La Dakar Classic, però, non è solo una corsa contro il tempo: è un’occasione per rivivere le emozioni di un’epoca in cui il rally raid attraversava il deserto africano. Per chi partecipa, rappresenta una possibilità unica di mettersi alla prova in uno scenario straordinario, affrontando la natura e le difficoltà del deserto. "Abbiamo deciso di prendere parte a questa gara con tanto entusiasmo e voglia di metterci in gioco" ha sottolineato Bellesi. "Non è solo una questione di arrivare al traguardo, ma di dimostrare a noi stessi che siamo in grado di affrontare una sfida così complessa”.
Per chi desidera seguire l’avventura di Ugo Bullesi e Myriam Manzoni - che si chiuderà fra un paio di giorni - è possibile monitorare i loro aggiornamenti sui social media e seguire il progetto multimediale Bivacco Italia, che offre collegamenti quotidiani con tutti i piloti italiani impegnati nella manifestazione. La Dakar Classic continua così a mantenere viva la leggenda di uno dei rally più famosi al mondo, con protagonisti che portano avanti la tradizione e l’adrenalina di una sfida senza tempo.