Galgiana: ravioli di San Biagio, una tradizione che si rinnova
Le preparazione dei tanto attesi Ravioli dolci di San Biagio ha già mobilitato tantissimi volontari che, ormai da qualche giorno, si sono radunati nel salone dell’oratorio di Galgiana per seguire passo dopo passo le istruzioni dettate da una tradizione vecchia di oltre mezzo secolo.
Una ricorrenza, quella di San Biagio (patrono della chiesa di Galgiana, che si festeggia il 3 febbraio) particolarmente sentita nella comunità casatese e che richiede una preparazione attenta e dettagliata. Fra le iniziative proposte spicca appunto la preparazione dei ravioli dolci e delle chiacchiere, affidata ad una cinquantina di volontari suddivisi in due turni e diretti dalle abili mani della colonna portante dell’evento: Franco Manzoni.
''Questa sentita e radicata tradizione si è rinnovata profondamente dopo il Covid'' ci ha raccontato Alessandra Decio a nome del gruppo di volontari. ''Anno dopo anno al gruppo originario si sono aggiunte molte altre persone e abbiamo potuto così potenziare la produzione: siamo passati dall’impastare a mano 30-40 chilogrammi di pasta a lavorarne circa 400, servendoci di un'impastatrice''.
I ravioli dolci vengono inoltre farciti con il tipico ripieno: panettone di San Biagio e marmellata, oppure con una pasta al cioccolato molto simile alla torta paesana tradizionale.''Ogni giorno tiriamo la pasta, la tagliamo nella forma giusta e la posiamo sui tavoli per farla asciugare. Poi inseriamo il ripieno, friggiamo, realizzando moltissimi vassoi di ravioli e di chiacchiere. Il ricavato della vendita sarà interamente destinato alla Parrocchia'' ha proseguito Decio.
Negli ultimi anni i volontari hanno apportato alcune modifiche strategiche: il nuovo ''packaging'' - il sacchetto di carta bianca chiuso con un adesivo utile e pratico e per invogliare maggiormente i clienti ad acquistare un paio di vassoi - si è rivelato da subito una mossa vincente, adeguatamente promosso grazie anche alla pagina Instagram dedicata all'iniziativa, che consente ai propri follower di seguire passo passo la preparazione degli ottimi ravioli dolci.
L’ultimo cambiamento introdotto quest'anno, riguarda infine la possibilità di prenotare telefonicamente i dolci: in questo modo il numero di persone che in passato si recavano in oratorio per portare a casa un sacchetto (o due) di chiacchiere e ravioli, ma che spesso tornavano indietro deluse, è stato ridotto allo zero. Una semplice chiamata ha risolto così il rischio di esaurimento delle scorte.
Il forte legame della comunità di Galgiana ha permesso a questa antica tradizione di resistere e rinnovarsi, senza perdere lo spirito originario, coinvolgendo sempre più volontari in un’atmosfera gioiosa e dal sapore unico.
Una ricorrenza, quella di San Biagio (patrono della chiesa di Galgiana, che si festeggia il 3 febbraio) particolarmente sentita nella comunità casatese e che richiede una preparazione attenta e dettagliata. Fra le iniziative proposte spicca appunto la preparazione dei ravioli dolci e delle chiacchiere, affidata ad una cinquantina di volontari suddivisi in due turni e diretti dalle abili mani della colonna portante dell’evento: Franco Manzoni.
''Questa sentita e radicata tradizione si è rinnovata profondamente dopo il Covid'' ci ha raccontato Alessandra Decio a nome del gruppo di volontari. ''Anno dopo anno al gruppo originario si sono aggiunte molte altre persone e abbiamo potuto così potenziare la produzione: siamo passati dall’impastare a mano 30-40 chilogrammi di pasta a lavorarne circa 400, servendoci di un'impastatrice''.
I ravioli dolci vengono inoltre farciti con il tipico ripieno: panettone di San Biagio e marmellata, oppure con una pasta al cioccolato molto simile alla torta paesana tradizionale.''Ogni giorno tiriamo la pasta, la tagliamo nella forma giusta e la posiamo sui tavoli per farla asciugare. Poi inseriamo il ripieno, friggiamo, realizzando moltissimi vassoi di ravioli e di chiacchiere. Il ricavato della vendita sarà interamente destinato alla Parrocchia'' ha proseguito Decio.
Negli ultimi anni i volontari hanno apportato alcune modifiche strategiche: il nuovo ''packaging'' - il sacchetto di carta bianca chiuso con un adesivo utile e pratico e per invogliare maggiormente i clienti ad acquistare un paio di vassoi - si è rivelato da subito una mossa vincente, adeguatamente promosso grazie anche alla pagina Instagram dedicata all'iniziativa, che consente ai propri follower di seguire passo passo la preparazione degli ottimi ravioli dolci.
L’ultimo cambiamento introdotto quest'anno, riguarda infine la possibilità di prenotare telefonicamente i dolci: in questo modo il numero di persone che in passato si recavano in oratorio per portare a casa un sacchetto (o due) di chiacchiere e ravioli, ma che spesso tornavano indietro deluse, è stato ridotto allo zero. Una semplice chiamata ha risolto così il rischio di esaurimento delle scorte.
Il forte legame della comunità di Galgiana ha permesso a questa antica tradizione di resistere e rinnovarsi, senza perdere lo spirito originario, coinvolgendo sempre più volontari in un’atmosfera gioiosa e dal sapore unico.
L.F.