L’orizzonte del parco/2: tra sospetti e legittimi timori
La scelta del sindaco Marco di Panzeri di La Valletta Brianza di appoggiare la candidatura di Giovanni Zardoni alla presidenza del Parco del Curone è stata decisiva. Gli argomenti che Panzeri ha sottoposto all’assemblea del Parco per avversare la candidatura di Marco Molgora a un vaglio critico un po’ affilato si rivelano, oltre che opinabili, fragili e in un certo senso fuorvianti, per usare un’espressione dello stesso sindaco. La competenza di Marco Molgora è attestata dalla sua storia personale, dal suo curriculum di amministratore, dai risultati che ha ottenuto e soprattutto dallo spirito con cui si è dedicato al servizio pubblico (confermato peraltro dalla condotta specchiata e lineare che ha tenuto nella vicenda); l’insieme di questi titoli lo rendeva e lo rende ancora il candidato ideale. Si aggiunga che per un banale principio di buon senso è sempre opportuno dare continuità, per almeno due mandati, a una gestione giudicata positivamente: la gestione dell’ente Parco di Marco Molgora è stata quasi unanimemente apprezzata. Perché dunque si è preferito forzare per mettere Zardoni al suo posto?
Sostiene Panzeri che Molgora non gli è apparso sufficientemente disponibile a costruire un rapporto di fiducia con la Comunità del Parco, e fa l’esempio del Distretto del Cibo «Valle del Curone». Non sono riuscito a trovare molto su questo fantomatico Distretto del Cibo (probabilmente perché non frequento abbastanza i social…). Posso offrire solo questo laconico articolo, pubblicato sul sito di una delle realtà coinvolte nel progetto. A leggerlo vien comunque da pensare che il presidente del Parco del Curone debba occuparsi anche del Distretto del Cibo, come ha detto bene Panzeri. Ogni iniziativa volta a valorizzare il Parco è la benvenuta, ma questa sembra appena all’inizio, e oltretutto non vede coinvolti i Comuni. In definitiva pare una questione del tutto marginale per la scelta del presidente del Parco.L’altro argomento di Panzeri è quello della «fruibilità» del Parco «anche per chi ci lavora e ci abita» (per uno come me, e come molti dei lettori di Merateonline, insomma); bisogna rendere più «fruibile» il Parco. Come? Questo non si sa, questo Panzeri non lo dice. Nella mia percezione la fruibilità del Parco del Curone è adeguata, e credo che la stessa percezione abbiano per esempio le legioni di bambini e ragazzi (e le rispettive famiglie) che usufruiscono del Centro estivo di Ca’ Soldato. Probabilmente anche molte delle dodicimila (12.000) persone che, al 3 gennaio 2025, avevano firmato la petizione dell’Associazione Monte di Brianza per la salvaguardia del Parco del Curone reputano adeguata la fruibilità del Parco. Possibile che il sindaco Panzeri non oda la campana d’allarme che da un paio di mesi moltissimi cittadini della Comunità del Parco cui tiene tanto suonano a martello?
C’è chi teme la realizzazione di un Parco avventura; chi paventa l’ampliamento delle strutture delle aziende agricole; uno si spende per allentare i limiti di accesso al parco, un altro vorrebbe una stretta su quegli stessi limiti. C’è chi spiega che bisogna rendere economicamente più attrattivo il Parco, ma non si capisce cosa questo comporti concretamente. Il Distretto del Cibo cosa è? Che obiettivi legittimi si pone? Sono condivisibili?
Il sindaco di La Valletta Brianza Marco Panzeri, nell’assemblea del 2 dicembre scorso, ha motivato il suo dissenso nei confronti della candidatura di Marco Molgora definendolo come un presidente unicamente interessato a preservare l’ecologia e l’ambiente, inadatto dunque a creare una Comunità del Parco «unita e coesa»; alludeva forse a una sua insufficiente attenzione o disponibilità nei confronti delle realtà produttive del Parco? Sono un ingenuo a credere (come forse anche Marco Molgora ed Eugenio Mascheroni, che hanno imposto il rispetto di vincoli e regole preziosissime negli scorsi decenni) che il regime vincolistico vada rispettato in quanto tale, e che principalmente di quello debba occuparsi un ente regolatore come il Parco?
Quanto poi alla tutela di chi nel Parco vive e lavora, non mi risulta che qualcuno intenda ledere i legittimi interessi dei privati, né attentare al diritto alla proprietà. Le accuse, i sospetti e le denunce di complotti fanno parte del gioco della comunicazione; i timori dei cittadini, quelli sì, sono legittimi e rilevanti e meritano la dovuta attenzione. L’opinione pubblica non ha il compito di decidere, altrimenti non avrebbe senso l’esistenza del meccanismo della rappresentanza; l’opinione pubblica deve però essere informata. Altro che fuorviante, la discussione pubblica è salutare e va sanamente coltivata, con un confronto anche acceso, ma sempre aperto e trasparente.
Commentati gli argomenti di Panzeri, resta da capire perché Molgora sia stato silurato. Zardoni, a detta di molti, ha le caratteristiche per essere un buon presidente, ma complessivamente rimane l’impressione che il suo profilo non regga al paragone con quello di Molgora. Pare dunque ingenuo credere che la scelta del presidente sia stata compiuta per una questione di merito. Ed eccoci di ritorno al centro del problema, e al motivo per cui gli argomenti di Panzeri sono fuorvianti: lo sono perché la querelle sull’elezione del presidente del Parco del Curone non ha affatto riguardato il merito, è stato un fatto interamente politico.
L’orizzonte del Parco è una serie di tre articoli sulla travagliata nomina del nuovo presidente del Parco del Curone.
L’orizzonte del Parco/1 – Una questione politica
Sostiene Panzeri che Molgora non gli è apparso sufficientemente disponibile a costruire un rapporto di fiducia con la Comunità del Parco, e fa l’esempio del Distretto del Cibo «Valle del Curone». Non sono riuscito a trovare molto su questo fantomatico Distretto del Cibo (probabilmente perché non frequento abbastanza i social…). Posso offrire solo questo laconico articolo, pubblicato sul sito di una delle realtà coinvolte nel progetto. A leggerlo vien comunque da pensare che il presidente del Parco del Curone debba occuparsi anche del Distretto del Cibo, come ha detto bene Panzeri. Ogni iniziativa volta a valorizzare il Parco è la benvenuta, ma questa sembra appena all’inizio, e oltretutto non vede coinvolti i Comuni. In definitiva pare una questione del tutto marginale per la scelta del presidente del Parco.L’altro argomento di Panzeri è quello della «fruibilità» del Parco «anche per chi ci lavora e ci abita» (per uno come me, e come molti dei lettori di Merateonline, insomma); bisogna rendere più «fruibile» il Parco. Come? Questo non si sa, questo Panzeri non lo dice. Nella mia percezione la fruibilità del Parco del Curone è adeguata, e credo che la stessa percezione abbiano per esempio le legioni di bambini e ragazzi (e le rispettive famiglie) che usufruiscono del Centro estivo di Ca’ Soldato. Probabilmente anche molte delle dodicimila (12.000) persone che, al 3 gennaio 2025, avevano firmato la petizione dell’Associazione Monte di Brianza per la salvaguardia del Parco del Curone reputano adeguata la fruibilità del Parco. Possibile che il sindaco Panzeri non oda la campana d’allarme che da un paio di mesi moltissimi cittadini della Comunità del Parco cui tiene tanto suonano a martello?
C’è chi teme la realizzazione di un Parco avventura; chi paventa l’ampliamento delle strutture delle aziende agricole; uno si spende per allentare i limiti di accesso al parco, un altro vorrebbe una stretta su quegli stessi limiti. C’è chi spiega che bisogna rendere economicamente più attrattivo il Parco, ma non si capisce cosa questo comporti concretamente. Il Distretto del Cibo cosa è? Che obiettivi legittimi si pone? Sono condivisibili?
Il sindaco di La Valletta Brianza Marco Panzeri, nell’assemblea del 2 dicembre scorso, ha motivato il suo dissenso nei confronti della candidatura di Marco Molgora definendolo come un presidente unicamente interessato a preservare l’ecologia e l’ambiente, inadatto dunque a creare una Comunità del Parco «unita e coesa»; alludeva forse a una sua insufficiente attenzione o disponibilità nei confronti delle realtà produttive del Parco? Sono un ingenuo a credere (come forse anche Marco Molgora ed Eugenio Mascheroni, che hanno imposto il rispetto di vincoli e regole preziosissime negli scorsi decenni) che il regime vincolistico vada rispettato in quanto tale, e che principalmente di quello debba occuparsi un ente regolatore come il Parco?
Quanto poi alla tutela di chi nel Parco vive e lavora, non mi risulta che qualcuno intenda ledere i legittimi interessi dei privati, né attentare al diritto alla proprietà. Le accuse, i sospetti e le denunce di complotti fanno parte del gioco della comunicazione; i timori dei cittadini, quelli sì, sono legittimi e rilevanti e meritano la dovuta attenzione. L’opinione pubblica non ha il compito di decidere, altrimenti non avrebbe senso l’esistenza del meccanismo della rappresentanza; l’opinione pubblica deve però essere informata. Altro che fuorviante, la discussione pubblica è salutare e va sanamente coltivata, con un confronto anche acceso, ma sempre aperto e trasparente.
Commentati gli argomenti di Panzeri, resta da capire perché Molgora sia stato silurato. Zardoni, a detta di molti, ha le caratteristiche per essere un buon presidente, ma complessivamente rimane l’impressione che il suo profilo non regga al paragone con quello di Molgora. Pare dunque ingenuo credere che la scelta del presidente sia stata compiuta per una questione di merito. Ed eccoci di ritorno al centro del problema, e al motivo per cui gli argomenti di Panzeri sono fuorvianti: lo sono perché la querelle sull’elezione del presidente del Parco del Curone non ha affatto riguardato il merito, è stato un fatto interamente politico.
L’orizzonte del Parco è una serie di tre articoli sulla travagliata nomina del nuovo presidente del Parco del Curone.
L’orizzonte del Parco/1 – Una questione politica
Francesco Bonfanti