Barzanò: in biblioteca una mostra fotografica sulla Transiberiana

Allestita presso la biblioteca comunale di Barzanò, la mostra fotografica ''Nekudaleko''. Le immagini, scattate da Monica Consonni e Mattia Pozzi nel corso del loro viaggio, ritraggono i 9288 km della ferrovia Transiberiana (Mosca-Vladivostok) e i luoghi più suggestivi del territorio russo.
L’esposizione è stata inaugurata nella mattinata di ieri e resterà aperta al pubblico fino al 24 marzo.
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Monica Consonni e Mattia Pozzi, autori delle immagini esposte in biblioteca a Barzanò

''Il progetto - ci ha spiegato Monica Consonni - nasce da un concorso a cui abbiamo partecipato qualche anno fa, chiamato Arte in Villa, che ha riunito giovani artisti del territorio. Al termine dell’evento siamo stati premiati e, come riconoscimento, ci hanno proposto di organizzare una personale che, a causa del covid, siamo stati costretti a rimandare. In realtà noi eravamo proiettati al nostro viaggio in Russia, già in programma, per focalizzare il nostro sguardo su due aspetti precisi: i treni e il mercato. Per questo motivo dal 2022 in poi abbiamo iniziato ad allestire mostre in diverse location, per dare la possibilità di ammirare questo progetto a cui teniamo tantissimo''.
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La stessa cura e attenzione è stata dedicata ai dettagli della mostra, come ci ha raccontato la fotografa. ''Siamo molto legati al mondo slavo e all'est, meta di molti dei nostri viaggi. Conosciamo a grandi linee anche la lingua russa: aspetto che ci ha permesso di entrare in relazione con le popolazioni locali e di costruire rapporti più intimi anche con altri viaggiatori''.
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''Il mercato e la stazione - ha aggiunto Mattia Pozzi - sono stati il fulcro del nostro interesse: nonostante in genere si cerchi sempre di cogliere le attrazioni principali e più turistiche di una città, a noi piace vivere il luogo stesso. Ci attira, in particolare, vivere il contatto con le persone del posto e adottare le loro abitudini: il treno ci ha aiutati in modo significativo. Si tratta del mezzo di trasporto utilizzato per eccellenza per potersi spostare anche su lunghe distanze. Senza tralasciare il fatto che a bordo è possibile vivere un'esperienza lenta e rilassata, stringendo anche conoscenze''.
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Per Monica e Mattia, non si tratta dell'unico viaggio compiuto nell'Europa dell'Est, dove hanno avuto la possibilità di vivere una scoperta continua, passando tra un Paese e un altro. 
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''Siamo riusciti a sfatare il mito della freddezza di questo popolo'' ha aggiungo Monica Consonni. ''Non voglio generalizzare: i russi tendenzialmente non regalano sorrisi, ma nel momento in cui si condividono alcuni semplici gesti, si ha la possibilità di entrare nel loro mondo. Ci sono state anche persone che, conosciute il giorno prima sul treno, ci hanno ospitati nelle loro case come se fossimo amici da sempre. Inoltre, in linea con la filosofia di questo progettoo, abbiamo in programma la prossima estate, di dirigerci nelle tre Repubbliche Baltiche, al fine di ricostruire con queste tappe, quella che era l’Unione Sovietica. Abbiamo visitato numerosi Paesi, tra cui Ucraina, Moldavia e altri: il nostro desiderio è scoprire, anche dopo lo scoppio della guerra, il rapporto presente e passato di queste nazioni, che hanno un’identità nazionale molto forte, con la vicina Russia''.
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Con la curiosità di scoprire le nuove frontiere, Monica e Mattia ricordano anche un viaggio nei Balcani, concluso l’estate scorsa, alla ricerca di monumenti storici del periodo socialista di Tito, in memoria di partigiani. 
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''Noi siamo appassionati di architettura, in particolare quella sovietica, motivo per cui questa mostra è un progetto anomalo per noi'' ha concluso Pozzi. ''Spesso, infatti, nei governi non c’è interesse nel mantenere questo genere di costruzioni, per dimenticare il periodo di unità della Jugoslavia. Numerosi monumenti sono stati distrutti, invece, quelli che rimangono non vengono curati, per questo vogliamo conservare la loro memoria. Anche l’Estonia, la Lettonia e la Lituania, dove andremo questa estate, stanno adottando questa pratica. Quindi, il nostro intento è cercare se c’è ancora un sentimento che ancora accomuna tutti questi Paesi o se è presenta un pensiero più nazionalista e chiuso''.
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Con questo obiettivo, alimentato dalla soddisfazione per la mostra, i due fotografi invitano a seguire il loro racconto sulla loro pagina social ''The Vostok Way'', per condividere esperienze che lasciano un’impronta. 
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Di seguito gli orari della mostra allestita a Barzanò:

lunedì, mercoledì e venerdì ore 15.00 – 18.00
giovedì e domenica ore 10.00 – 12.00
sabato ore 9.00 – 12.00
martedì chiuso
Ingresso libero 
V.I.
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