La guerra è un fenomeno della civiltà, uno di quei costi che la civiltà deve pagare per la sua esistenza

In questo periodo, se si desidera una colazione serena, dopo aver preparato l’essenziale, bisogna sedersi sulla solita sedia della cucina e gustare con calma, in silenzio, il solfeggio del suono del caffè. Mai fumare, mai bere alcolici o sniffare di mattino presto.

Se si desidera una colazione masochistica, basta alzare il cranio sul giornale, ascoltare le notizie, i commenti rituali, ripetitivi, bassi, noiosi della tv e mangiare un cornetto del giorno prima. 

Se si vuol una colazione socievole ma noiosa, basta andare al solito bar, stando in piedi, ordinare il caffè o il cappuccio, con la solita brioche, ascoltare sommessamente i chiacchiericci, rispondere, ancora con le palpebre semichiuse, al solito saluto con il cenno del capo, mentre la mano, con la tazza del caffè, faticosamente, automaticamente sale alle labbra e le papille gustative si attivano, oppure rispondere con una frase sincopata voltandosi di lato, andare alla cassa, uscire con piede felpato ma determinato, guardando il cielo.
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Se desideri fare una colazione al bar indisturbato devi scegliere quello che, a detta di tutti, ha il caffè non buono; lì sei solo con il muto barista, con le briosce del giorno prima, ma nessuno ti rompe le scatole. Non senti commenti su Trump, Zelens’kyj, Netanyahu, Putin, Meloni, Salvini, Schlein e altri.

Il risveglio è sempre uno shock.  Di mattino, le onde Delta del sonno profondo, le Theta del rilassamento, le Alpha della meditazione lasciano il posto alle Beta (12-30 Hz), alle Gamma (oltre 30Hz), che attivano l’attenzione, il pensiero, l’allarme. Non ce ne sono di storie; posso fare colazione in un modo o nell’altro ma la realtà è lì pronta a sfidarmi.

Come l’altro giorno quando è stato presentato in tv il Kit di Sopravvivenza per un’eventuale guerra: acqua, borraccia o contenitore, filtro per l’acqua, barrette energetiche, cibo disidratato, accendino e fiammiferi, ferro per scintille, mappa e bussola, GPS portatile, kit di pronto soccorso, manuale, coltello multifunzionale, nastro adesivo, tenda o coperta di emergenza, cordino, torcia, fischietto, guanti e cappello, pantaloni e giacca impermeabile. Le onde gamma e beta si sono messe ad attivarsi in modo sussultorio: poteva essere un suggerimento per i boy scout, come si applica la sicurezza in volo o in navigazione. 

La reazione difensiva è quella di minimizzare, ridicolizzare la faccenda, considerarla una cosa di poca importanza, da film. La reazione del cervello nell’immediato è difensiva. É una cosa che accade in zone di guerra: qui non c’è.  Lo spazio geografico si costruisce su esperienze soggettive, sull’esperienza diretta. Le distanze sono approssimative. Chi non è mai uscito dal proprio ambito spaziale fatica a sviluppare una mappa geografica più ampia. Pensare e immaginare che a due ore di volo si è al centro di una guerra come nel Medio Oriente o in Ucraina non è un dato cognitivo indicativo. L’Ucraina, Russia, Israele, Groenlandia sono terre lontane.

Il messaggio del Kit della sopravvivenza è un messaggio di allarme che colpisce i centri della paura, aggressività, attacco: è un messaggio che evidenzia lo stato di disagio dell’attuale civiltà e solleva paure ancestrali riguardanti la distruttività umana. Le guerre in atto e la strage in Palestina, a parte le questioni politiche, evidenziano e mettono in risalto quanto sia biogenetico e culturale nella specie umana il bisogno di distruggere, di annientare la propria parte. Se si dissotterra l’ascia, la guerra si espande, si moltiplica per contaminazione. "La guerra è un fenomeno della civiltà, uno di quei costi che la civiltà deve pagare per la sua esistenza." (S. Freud)

 
Dr.Enrico Magni, Psicologo e giornalista
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