Addio signor Colombo: sono fiero di averla conosciuta
Addio Signor Colombo.
Poche ore fa ho saputo della sua scomparsa e sentito dentro di me l'urgenza, in piena notte, di scriverle due righe.
Lei era un uomo di una gentilezza davvero di altri tempi. Quel suo modo di porsi, sempre gentile, mai affrettato, che le veniva da dentro, era parte integrante della sua persona.
Ricordo quante schermaglie tra di noi, quando ogni anno si trattava di definire il budget per la serata di opera lirica in villa Micanzi. Lei cercava di ottenere sempre di più, perché voleva offrire ai suoi concittadini un evento sempre più importante, evento assai seguito, mentre nel mio ruolo dovevo cercare di limitare le spese.
In un modo o nell’altro riusciva sempre ad averla vinta. Quelle erano le uniche volte in cui si poteva vederla arrabbiata, ma anche in quel caso il suo era sempre un atteggiamento rispettoso. Perché lei Signor Colombo, non riusciva a mancare di rispetto alle persone, perché era davvero un vero signore.
Quando pochi giorni dopo la scomparsa della sua amata Francesca, sono venuto a casa sua a porgerle le mie condoglianze, lei mi ha stupito. Pur nel dolore immenso che si portava dentro, ha avuto la forza di leggermi le due pagine in dialetto che le avevo portato, pagine del libro che da più di vent’anni mi incitava a scrivere, quando io pudicamente le raccontavo di questo mio desiderio. Ora che il libro è quasi terminato, mi sembra monco, perché non potrà esserle consegnato come mi aveva richiesto. Quando poi con un gioco di prestigio, nella sua fornita biblioteca di casa, aveva estratto con estrema sicurezza tra i tanti suoi libri quel libro reportage che le avevo donato anni prima, chiedendomi in modo scherzoso chi lo avesse scritto, ecco lì dopo più di 25 anni che ci conoscevamo, ho finalmente capito quanto fosse intensa la sua amicizia nei miei confronti e mi ero commosso.
Pochi nel nostro umile paesello, che lei amava, hanno mai capito quale fortuna era di averla come concittadino.
Ovunque lei sia, sono sicuro che avrà al suo fianco, dopo un distacco temporale di qualche settimana, la sua amata Francesca.
Addio Signor Colombo, felice e fiero di averla conosciuta.
Poche ore fa ho saputo della sua scomparsa e sentito dentro di me l'urgenza, in piena notte, di scriverle due righe.
Lei era un uomo di una gentilezza davvero di altri tempi. Quel suo modo di porsi, sempre gentile, mai affrettato, che le veniva da dentro, era parte integrante della sua persona.

In un modo o nell’altro riusciva sempre ad averla vinta. Quelle erano le uniche volte in cui si poteva vederla arrabbiata, ma anche in quel caso il suo era sempre un atteggiamento rispettoso. Perché lei Signor Colombo, non riusciva a mancare di rispetto alle persone, perché era davvero un vero signore.
Quando pochi giorni dopo la scomparsa della sua amata Francesca, sono venuto a casa sua a porgerle le mie condoglianze, lei mi ha stupito. Pur nel dolore immenso che si portava dentro, ha avuto la forza di leggermi le due pagine in dialetto che le avevo portato, pagine del libro che da più di vent’anni mi incitava a scrivere, quando io pudicamente le raccontavo di questo mio desiderio. Ora che il libro è quasi terminato, mi sembra monco, perché non potrà esserle consegnato come mi aveva richiesto. Quando poi con un gioco di prestigio, nella sua fornita biblioteca di casa, aveva estratto con estrema sicurezza tra i tanti suoi libri quel libro reportage che le avevo donato anni prima, chiedendomi in modo scherzoso chi lo avesse scritto, ecco lì dopo più di 25 anni che ci conoscevamo, ho finalmente capito quanto fosse intensa la sua amicizia nei miei confronti e mi ero commosso.
Pochi nel nostro umile paesello, che lei amava, hanno mai capito quale fortuna era di averla come concittadino.
Ovunque lei sia, sono sicuro che avrà al suo fianco, dopo un distacco temporale di qualche settimana, la sua amata Francesca.
Addio Signor Colombo, felice e fiero di averla conosciuta.
Sergio Ravasi