Molteno, ponte di viale Consolini: al via la progettazione preliminare
Trattata, nel consiglio comunale di giovedì 3 aprile, l’interrogazione consiliare presentata dal gruppo Molteno Bene Comune sulle opere di regimazione idraulica dei torrenti Bevera e Gandaloglio.
L’assessore ai lavori pubblici ed edilizia privata Andrea Bassani ha detto che ''il problema del rischio idrogeologico è ben conosciuto e legato alle caratteristiche del nostro territorio, attraversato dal Bevera e Gandaloglio e dagli affluenti del reticolo idrico minore. Il problema non può essere risolto con interventi locali sul solo territorio di Molteno: i sedimenti sono un problema che riduce la portata, ma il nostro territorio di fatto è costruito sul letto di un fiume. Per poterlo mitigare, serve un intervento che è la vasca di laminazione e non c’è un’alternativa. La notte dell’allagamento c’erano 200.000 mc d’acqua che è un terzo della volumetria previsto dalla vasca di laminazione''.

''I danni quindi- ha proseguito - li avremmo avuti anche con la pulizia dei sedimenti perché il problema si risolve con la vasca. Gli interventi portati a compimento da parte dell’amministrazione in passato avevano come scopo quello di integrarsi con una strategia graduale, coerentemente con le risorse che il Comune riusciva ad intercettare. Quando si fanno progetti sugli argini, si calcola la portata di piena e ci si aspetta siano maggiormente contenitivi. Questa strategia di alzare gli argini per prevenire il rischio idrogeologico, in ottica generale, non è così attuale. Lo è invece la vasca di laminazione di Oggiono, pensata all’inizio degli anni Novanta con il progetto Paoletti che speriamo verrà messa in opera. Non c’è da stupirsi che gli interventi fatti non siamo stati risolutivi – non sarebbe ingegneristicamente fattibile - ma hanno protetto. Nel progetto Paoletti era previsto il ripristino della sufficienza idraulica del ponte di Viale Consolini. Negli anni 2001-2004 c’è stata la divisione del progetto e la giunta guidata dal sindaco De capitani aveva chiesto lo stralcio del progetto. In quella zona dovremo approfondire come risolvere il problema per defluire le portate che arrivano con le piene e comportano un allagamento tra le zone della superstrada e del cimitero: bisognerà rivedere il tombotto di collegamento stradale''.

Sulla sistemazione del ponte di Viale Consolini ci sono state evoluzioni. Dopo la prima fase, servita a chiarire la proprietà del manufatto in capo al Comune, è stata interrogata la Soprintendenza: se ad oggi il bene non è vincolato, lo diventa in quanto manufatto costruito da più di 70 anni. ''Stiamo cercando soluzioni sul da farsi con confronti che ci hanno permesso di avanzare ragionamenti dal punto di vista progettuale. Questa settimana abbiamo individuato il progettista che farà lo studio preliminare, incluso il by-pass sul Bevera. Il primo passaggio critico sarà confrontarsi con la Soprintendenza per capire qual è la direzione, se la struttura va mantenuta così com’è o se si lascia uno spiraglio aperto sulla demolizione con ricostruzione''.
Il rapporto con Aipo è stato avviato e il Comune ha presenziato al tavolo che si occupa dell’alto Lambro per presentare una progettualità entrambi i corsi d’acqua. ''Aipo ha recepito le nostre segnalazioni e ha inserito la domanda di pulizia vasca di sedimentazione di Via De Gasperi e quella tra Sirone e l’ingresso dell’ex Segalini. Per quanto riguarda criticità dell’accumulo di detriti sotto il ponte della ferrovia, Aipo sostiene che la manutenzione spetta al concessionario e dunque a Rfi''.
Da considerare anche le risorse: ''Il lavoro che stiamo facendo è ottenere i fondi legati allo stato di emergenza per la ricostruzione o il rinforzo del ponte di Viale Consolini. Ci è stato riconosciuto un nesso di causalità tra alluvione dell’8 settembre e l’evento del 4 dicembre quando c’è stato il cedimento. Ad oggi non possiamo dare risposte precise sulle tempistiche. Abbiamo cercato soluzioni alternative per riaprire la strada ma sono soluzioni troppo costose''.
Sulla questione il sindaco Giuseppe Chiarella ha aggiunto: ''Tra i tanti enti, ci siamo rivolti anche al genio civile di Bolzano che ci ha risposto che opera come un’azienda privata. Noi volevamo valutare se si poteva considerare una soluzione temporanea che il genio metteva a disposizione per questo tipo di emergenze ma in realtà non è così''.
Ha risposto il capogruppo di minoranza Giovanni Galimberti: ''Il Comune di Molteno deve valutare se quanto indicato dal geologo Riva come prioritario vada fatto anziché investire risorse sulle scogliere. Inoltre, bisogna stare attenti a utilizzare le risorse comunali per intervenire sui fiumi, se non spetta al Comune: è importante che non ci sia solo la discrezionalità del tecnico, ma una linea da seguire''.
L’assessore ai lavori pubblici ed edilizia privata Andrea Bassani ha detto che ''il problema del rischio idrogeologico è ben conosciuto e legato alle caratteristiche del nostro territorio, attraversato dal Bevera e Gandaloglio e dagli affluenti del reticolo idrico minore. Il problema non può essere risolto con interventi locali sul solo territorio di Molteno: i sedimenti sono un problema che riduce la portata, ma il nostro territorio di fatto è costruito sul letto di un fiume. Per poterlo mitigare, serve un intervento che è la vasca di laminazione e non c’è un’alternativa. La notte dell’allagamento c’erano 200.000 mc d’acqua che è un terzo della volumetria previsto dalla vasca di laminazione''.

''I danni quindi- ha proseguito - li avremmo avuti anche con la pulizia dei sedimenti perché il problema si risolve con la vasca. Gli interventi portati a compimento da parte dell’amministrazione in passato avevano come scopo quello di integrarsi con una strategia graduale, coerentemente con le risorse che il Comune riusciva ad intercettare. Quando si fanno progetti sugli argini, si calcola la portata di piena e ci si aspetta siano maggiormente contenitivi. Questa strategia di alzare gli argini per prevenire il rischio idrogeologico, in ottica generale, non è così attuale. Lo è invece la vasca di laminazione di Oggiono, pensata all’inizio degli anni Novanta con il progetto Paoletti che speriamo verrà messa in opera. Non c’è da stupirsi che gli interventi fatti non siamo stati risolutivi – non sarebbe ingegneristicamente fattibile - ma hanno protetto. Nel progetto Paoletti era previsto il ripristino della sufficienza idraulica del ponte di Viale Consolini. Negli anni 2001-2004 c’è stata la divisione del progetto e la giunta guidata dal sindaco De capitani aveva chiesto lo stralcio del progetto. In quella zona dovremo approfondire come risolvere il problema per defluire le portate che arrivano con le piene e comportano un allagamento tra le zone della superstrada e del cimitero: bisognerà rivedere il tombotto di collegamento stradale''.
Il ponte di Viale Consolini, chiuso al transito da diversi mesi
Sulla sistemazione del ponte di Viale Consolini ci sono state evoluzioni. Dopo la prima fase, servita a chiarire la proprietà del manufatto in capo al Comune, è stata interrogata la Soprintendenza: se ad oggi il bene non è vincolato, lo diventa in quanto manufatto costruito da più di 70 anni. ''Stiamo cercando soluzioni sul da farsi con confronti che ci hanno permesso di avanzare ragionamenti dal punto di vista progettuale. Questa settimana abbiamo individuato il progettista che farà lo studio preliminare, incluso il by-pass sul Bevera. Il primo passaggio critico sarà confrontarsi con la Soprintendenza per capire qual è la direzione, se la struttura va mantenuta così com’è o se si lascia uno spiraglio aperto sulla demolizione con ricostruzione''.
Il rapporto con Aipo è stato avviato e il Comune ha presenziato al tavolo che si occupa dell’alto Lambro per presentare una progettualità entrambi i corsi d’acqua. ''Aipo ha recepito le nostre segnalazioni e ha inserito la domanda di pulizia vasca di sedimentazione di Via De Gasperi e quella tra Sirone e l’ingresso dell’ex Segalini. Per quanto riguarda criticità dell’accumulo di detriti sotto il ponte della ferrovia, Aipo sostiene che la manutenzione spetta al concessionario e dunque a Rfi''.
Da considerare anche le risorse: ''Il lavoro che stiamo facendo è ottenere i fondi legati allo stato di emergenza per la ricostruzione o il rinforzo del ponte di Viale Consolini. Ci è stato riconosciuto un nesso di causalità tra alluvione dell’8 settembre e l’evento del 4 dicembre quando c’è stato il cedimento. Ad oggi non possiamo dare risposte precise sulle tempistiche. Abbiamo cercato soluzioni alternative per riaprire la strada ma sono soluzioni troppo costose''.
Sulla questione il sindaco Giuseppe Chiarella ha aggiunto: ''Tra i tanti enti, ci siamo rivolti anche al genio civile di Bolzano che ci ha risposto che opera come un’azienda privata. Noi volevamo valutare se si poteva considerare una soluzione temporanea che il genio metteva a disposizione per questo tipo di emergenze ma in realtà non è così''.
Ha risposto il capogruppo di minoranza Giovanni Galimberti: ''Il Comune di Molteno deve valutare se quanto indicato dal geologo Riva come prioritario vada fatto anziché investire risorse sulle scogliere. Inoltre, bisogna stare attenti a utilizzare le risorse comunali per intervenire sui fiumi, se non spetta al Comune: è importante che non ci sia solo la discrezionalità del tecnico, ma una linea da seguire''.
M.Mau.