Bevera: alla Consolata la Festa dei Popoli in attesa della Pasqua
In occasione della domenica delle Palme, il 13 aprile, i Missionari di Bevera di Castello Brianza hanno ospitato, nella sede di Via Romitaggio, la Festa dei Popoli. La giornata, divenuta ormai una tradizione per i Padri della Consolata e i volontari, si è aperta con la messa delle 10.30, preceduta dalla processione con gli ulivi e conclusa con una preghiera interreligiosa. I festeggiamenti sono entrati nel vivo con il pranzo etnico e locale, simbolo di fraternità, solidarietà e accoglienza.

''La festa, dedicata a tutti i popoli del mondo - ci ha spiegato Padre Celio - è pensata per accogliere diverse culture: infatti, tra le persone che si sono dedicate alla cucina si trovano numerose nazionalità. Anche i missionari qui presenti provengono da diversi paesi. Siamo contenti della partecipazione molto sentita, che ha raggiunto 120 posti a tavola, a cui abbiamo servito un pasto ''fusion''. Abbiamo legato un piatto tipico del territorio, la polenta, a cous cous con verdure e la carne preparata dalle suore del Benin''.


A differenza degli anni precedenti, è stata aggiunta una piccola chicca all’esterno della sala per il pranzo, come ci ha raccontato Padre Celio. ''Questa è da sempre una giornata molto sentita, oltre che un’occasione per ritrovarsi e vedersi tra amici e volontari. Quest’anno, inoltre, abbiamo allestito una piccola mostra sotto al porticato, dedicata a san Giuseppe Allamano, fondatore della Consolata. Lo scorso ottobre è stato nominato santo dal Papa, quindi, attraverso alcuni pannelli, abbiamo dedicato uno spazio per ripercorrere la sua storia''.


Oltre alla storia del santo, l’iniziativa ha rappresentato un momento importante nella condivisione dell’impegno quotidiano delle suore del Benin e di alcuni missionari. ''Buona festa'' ha esordito Padre Filimon. ''Sono nigeriano e vivo nell’Istituto Sant’Antonio, ma sono qui in Italia da quattro anni a ottobre. Sono sempre contento di lavorare in questo luoghi e nei paesi vicini. Per questo, sono felice di festeggiare qui con voi e di celebrare questa festa, insieme a Padre Celio e a tutti i missionari. Vi chiedo di pregare per me e io vi ricorderò sempre quando celebro la messa''.


Inevitabile però, nonostante il clima di festa, volgere lo sguardo al futuro della sede, attualmente in vendita e soprattutto a quello dei missionari che vi risiedono, unitamente alle associazioni che in Via Romitaggio operano da diversi anni. Karibuny, a questo proposito, ha lanciato di recente un appello per individuare una nuova struttura fra meratese, casatese e oggionese, in grado di ospitare l'attività dei volontari. ''E' ancora presto per avere aggiornamenti, però si stanno cercando altre strade, perché non siamo ancora arrivati ad una soluzione definitiva. Vedremo nei prossimi mesi'' ha commentato Padre Celio.

Intanto ieri, presso la sede storica sono proseguiti i festeggiamenti a suon di musica e a ritmo di alcuni balli popolari, nell’ascolto di diverse testimonianze.

Alcune immagini del pranzo in scena domenica 13 aprile
''La festa, dedicata a tutti i popoli del mondo - ci ha spiegato Padre Celio - è pensata per accogliere diverse culture: infatti, tra le persone che si sono dedicate alla cucina si trovano numerose nazionalità. Anche i missionari qui presenti provengono da diversi paesi. Siamo contenti della partecipazione molto sentita, che ha raggiunto 120 posti a tavola, a cui abbiamo servito un pasto ''fusion''. Abbiamo legato un piatto tipico del territorio, la polenta, a cous cous con verdure e la carne preparata dalle suore del Benin''.


A differenza degli anni precedenti, è stata aggiunta una piccola chicca all’esterno della sala per il pranzo, come ci ha raccontato Padre Celio. ''Questa è da sempre una giornata molto sentita, oltre che un’occasione per ritrovarsi e vedersi tra amici e volontari. Quest’anno, inoltre, abbiamo allestito una piccola mostra sotto al porticato, dedicata a san Giuseppe Allamano, fondatore della Consolata. Lo scorso ottobre è stato nominato santo dal Papa, quindi, attraverso alcuni pannelli, abbiamo dedicato uno spazio per ripercorrere la sua storia''.


Oltre alla storia del santo, l’iniziativa ha rappresentato un momento importante nella condivisione dell’impegno quotidiano delle suore del Benin e di alcuni missionari. ''Buona festa'' ha esordito Padre Filimon. ''Sono nigeriano e vivo nell’Istituto Sant’Antonio, ma sono qui in Italia da quattro anni a ottobre. Sono sempre contento di lavorare in questo luoghi e nei paesi vicini. Per questo, sono felice di festeggiare qui con voi e di celebrare questa festa, insieme a Padre Celio e a tutti i missionari. Vi chiedo di pregare per me e io vi ricorderò sempre quando celebro la messa''.


Inevitabile però, nonostante il clima di festa, volgere lo sguardo al futuro della sede, attualmente in vendita e soprattutto a quello dei missionari che vi risiedono, unitamente alle associazioni che in Via Romitaggio operano da diversi anni. Karibuny, a questo proposito, ha lanciato di recente un appello per individuare una nuova struttura fra meratese, casatese e oggionese, in grado di ospitare l'attività dei volontari. ''E' ancora presto per avere aggiornamenti, però si stanno cercando altre strade, perché non siamo ancora arrivati ad una soluzione definitiva. Vedremo nei prossimi mesi'' ha commentato Padre Celio.

Intanto ieri, presso la sede storica sono proseguiti i festeggiamenti a suon di musica e a ritmo di alcuni balli popolari, nell’ascolto di diverse testimonianze.
V.I.