A Viganò riuniti i sindaci del Casatese. Ricordato il valore essenziale della democrazia

Anche quest'anno i comuni del Casatese hanno condiviso la cerimonia del 25 Aprile, Festa della Liberazione, con una cerimonia svoltasi a Viganò, scenario dell'80esimo anniversario della ricorrenza. Qui le autorità, le forze dell'ordine, i volontari delle associazioni e gli alpini si sono riuniti intorno alle 9 al Parco Il Gelso, punto di partenza del corteo che si è mosso verso la chiesa parrocchiale.
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Il corteo verso il Monumento ai Caduti aperto dal corpo musicale di Annone

A rappresentare i dieci comuni del circondario - oltre al sindaco di Viganò Fabio Bertarini - c'erano il sindaco di Barzago Melissa Cereda, quello di Barzanò Gualtiero Chiricò e Filippo Galbiati di Casatenovo. Presenti inoltre il sindaco di Cremella Cristina Brusadelli, di Missaglia Paolo Redaelli, e poi ancora Alessandra Hofmann, sindaco di Monticello e Presidente della Provincia di Lecco; infine gli assessori Raffaella Puricelli di Bulciago, Marina Fumagalli di Cassago e il capogruppo di Sirtori, Paolo Belletti. 
Oltre alle autorità erano presenti i volontari di diverse associazioni, con i propri gonfaloni, tra cui Aido, Avis, Protezione Civile, gli Alpini ed esponenti di associazioni dei vari territori citati.
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Il parroco don Marco Galli durante la liturgia

La messa è stata celebrata da don Marco Galli nella chiesa di San Vincenzo, animata dal coro Sonoritas di Viganò. La celebrazione eucaristica è stata molto partecipata e il parroco ha ricordato cosa sia la vera libertà: non fare ciò che si vuole, ma la vera libertà ''è quella degli uomini di buona volontà che costruiscono una famiglia, che tutelano l’ambiente, che si dedicano al volontariato, persone che costruiscono il bene comune''. Al termine don Marco ha pregato, insieme ai fedeli presenti, per Papa Francesco recentemente scomparso, ricordato anche in seguito con un minuto di silenzio dal sindaco di Viganò.
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Successivamente il corteo, guidato in testa dalle sbandieratrici e dal corpo musicale di Annone, si è diretto verso il Monumento ai Caduti, dove il sindaco Bertarini, insieme agli alpini, a don Marco e al maresciallo Ezio Riboldi (comandante della stazione CC di Cremella) hanno deposto una corona dall’alloro, seguita da un momento di silenzio comunitario in ricordo delle vittime cadute per la liberazione del nostro paese.

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Questo omaggio è stato seguito dagli interventi delle autorità (introdotte dal consigliere Renato Ghezzi); a prendere la parola è stato il primo cittadino viganese che ha sottolineato che il 25 aprile ''non è una festa, ma una celebrazione che deve portare allo sviluppo della consapevolezza del sacrificio di chi ha dato la propria vita per consegnarci un paese libero, giusto, ordinato e pacifico''.
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''Sono passati 80 anni da quel momento e spesso ci si chiede se abbia ancora senso celebrare il 25 aprile, condivido con voi allora il messaggio di un amico che mi ha ricordato come il ricordo della liberazione sia un atto dovuto di riconoscenza e ringraziamento a chi con generosità e altissimo senso della patria ha scelto di combattere per liberare il paese dalla dittatura nazista e fascista, che portarono il paese allo sbando, fiaccato nell’animo, senza prospettiva e speranza. Perciò il 25 aprile deve essere un punto di riferimento per non dimenticare e non concepire mai più le aberrazioni del passato'' ha dichiarato il sindaco Fabio Bertarini, che ha poi proseguito riflettendo sul fatto che ''l’uomo purtroppo ha memoria breve e lo si deduce vedendo pochi giovani a queste celebrazioni, mentre è fondamentale ricordare chi ha dato la vita per noi, che non voleva morire in guerra, perché la vita è il dono più prezioso che abbiamo, ma erano uomini pieni di speranza e di sogni da realizzare''.
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Il sindaco Fabio Bertarini

Concludendo il primo cittadino ha ricordato che ''quel mondo giusto e pacifico che i nostri nonni e padri ci hanno consegnato, siamo noi ora a doverlo mantenere, a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono lo sviluppo della persona e l’uguaglianza tra i cittadini, avendo in mente l’obiettivo dell’articolo 3 della Costituzione italiana''.
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Al centro il parroco don Marco Galli e il maresciallo Ezio Riboldi

Ha poi sottolineato quanto sia facile, appena conclusa la celebrazione, tornare a casa e dimenticare tutto, litigare con i propri familiari e vicini, mentre è necessario che ci sia innanzitutto pace tra di noi, rispetto tra le persone, per questo è necessario che ''il ricordo arda sempre nei nostri pensieri, così come i nomi dei caduti'', che sono stati pronunciati uno a uno. Il sindaco ha lasciato il pubblico presente con un’ultima riflessione: ''La libertà non è mai acquisita una volta per tutte, ma deve sempre e continuamente essere raggiunta e questo è un traguardo a cui tutti dobbiamo arrivare con rispetto e intelligenza. I nomi dei caduti sono incisi su una lapide ma il loro spirito non sarà mai in pace se non riusciremo a vivere in pace tra di noi'', ha concluso ricordando anche le numerose vittime delle guerre attualmente attive nel mondo.
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Ezio Giubilo di ANPI

In seguito è intervenuto il missagliese Ezio Giubilo, rappresentante dell’ANPI della provincia di Lecco che ha letto una toccante poesia di una figlia rivolta al padre partigiano che ne ricordava le imprese e il sacrificio. Ha poi rivolto un pensiero anche a Papa Francesco, ricordandolo come uomo di pace. Alcuni ragazzi della scuola primaria di Viganò hanno spiegato il senso del pannello che hanno realizzato a scuola, con il tricolore, che ha ornato il pulpito da cui sono intervenute le autorità. Infine, don Marco ha rivolto il suo saluto a tutti i presenti, ricordando nuovamente la responsabilità che ciascuno ha nella costruzione di una società libera e giusta, in cui ognuno svolga il proprio ruolo nella costruzione di un bene comune.
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Al termine degli interventi la celebrazione di questa giornata è continuata presso i locali dell’oratorio di Viganò, dove è stato offerto un rinfresco che ha permesso ancora di più di condividere comunitariamente questo momento e unirsi nella memoria, per costruire sempre più relazioni di pace.
C.F.
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