Missaglia: messa in latino con rito tridentino per l'ultimo saluto alla contessa M.Teresa Parea Uva
Compostezza e silenziosa partecipazione hanno caratterizzato le esequie funebri della Contessa Maria Teresa Parea Uva, la nobildonna missagliese scomparsa la scorsa domenica dopo una lunga malattia.

I figli Alberto, Carlo e Vittorio hanno voluto che il rito funebre si svolgesse nella chiesetta di Santa Maria che si trova accanto a Villa Sormani, la splendida tenuta che domina Missaglia, alla quale la Contessa era particolarmente legata.
La cerimonia si è svolta in latino, secondo il rito tridentino, celebrata da un sacerdote di Milano, uno dei pochi ad officiare ancora la liturgia in quella particolare forma, adottata dalla Chiesa Cattolica sino al 1969.

"Siamo qui oggi riuniti per celebrare un rito funebre - ha spiegato il sacerdote durante l'omelia, unico passaggio della messa in lingua italiana - quindi un'occasione triste di separazione fisica dalla nostra adorata Contessa di cui sentiremo tanto la mancanza. Eppure celebriamo la pienezza della vita perchà© tra la terrestre e quella celeste non esiste separazione nà© frattura, perchà© l'esistenza è la medesima anche se vissuta in due tempi. La Contessa è stata una donna che ha saputo fare del bene, dando molto e prodigandosi per il prossimo. Pregna di carità cristiana si è nutrita della carne divina , aiutando gli altri ad affrontare la vita. Dobbiamo avere la certezza che ora goda dell'amore di Dio e che continui a proteggerci da lassù".

La nobildonna, nata il 5 marzo 1934, è stata biologa e psicologa di grande fama, direttrice dal 1982 del centro di medicina psicosomatica, fondato 11 anni prima insieme al figlio Vittorio. Membro dell'ordine degli psicologi, relatrice di numerose conferenze nell'ambito sanitario, la sua prestigiosa carriera è stata insignita di benemerenze al merito.
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Insieme al marito, conte Gaetano Uva, che sposò nel 1959, fu la prima a trattare la medicina psicosomatica in Italia, curando persino il caso del fratello del Re d'Arabia all'inizio degli anni 70. I due coniugi, dopo il matrimonio si stabilirono a Genova, ma non dimenticarono mai Missaglia, dove continuarono a tornare spesso, alloggiando nella splendida Villa che domina il paese, attualmente abitata dal figlio Alberto. Proprio quest'ultimo, insieme ai fratelli Carlo e Vittorio, è salito sull'altare per ricordare l'adorata madre.

"La mamma ha combattuto una lunga battaglia, riuscendo a vivere pienamente ogni istante della propria vita. A noi figli ha insegnato l'amore, la capacità di dare valore alle piccole cose, a dare senza nulla chiedere in cambio. Ha affrontato la sua malattia con coraggio, mostrando una forza nello spirito che contrastava con l'immagine del suo corpo ferito. E' difficile per noi accettare questa sua scomparsa, ma l'ultima promessa che vogliamo farle, è la creazione di una fondazione che si batta per combattere le malattie rare come la sua".
Al termine della cerimonia il feretro è stato condotto al campo santo di Missaglia, per l'ultimo viaggio.
Gloria Crippa