Monticello: il patron di Lat-Bri Luigi Cogliati si difende dopo l'inchiesta su 'mozzarelle blu'
"Nessuna mozzarella prodotta dalla Lat-Bri diventa blu o altro genere di colorazioni anomale dopo l'apertura". Questo è in sintesi il contenuto della nota con cui il presidente dell'azienda con sede a Usmate-Velate, ha espresso la propria estraneità rispetto all'inchiesta avviata dalla procura di Torino intorno ai casi di mozzarella “blu”.
Proprio questa mattina, l'Asl di Monza ha sospeso la licenza della Lat- Bri per la produzione e commercio di generi alimentari a base di latte, sequestrando due pozzi dell'azienda casearia. Tutto è dipeso dall'ispezione eseguita dall'azienda sanitaria dopo il sopralluogo ordinato dalla magistratura all'interno delle indagini per le mozzarelle blu.
L'inchiesta, condotta dal pm Raffaele Guariniello, riguarda la Granarolo, di cui la società usmatese è contoterzista. L'ispezione è stata effettuata questa mattina, quando i tecnici dell'Asl sono nella sede della Latbri insieme ai rappresentanti della Regione Lombardia per un controllo degli impianti.
La licenza, sospesa, potrà essere riottenuta solo dopo la messa a norma degli impianti, così come il dissequestro dei pozzi: sarebbero stati trovati valori anomali nella presenza di metalli nell'acqua e altri problemi nelle linee. Le indagini torinesi sono partite dopo la scoperta di una mozzarella contaminata dal batterio pseudomonas fluorescens nella provincia di Torino, lo scorso 4 luglio, prodotta dalla bolognese Granarolo. Il lavoro della procura piemontese si è poi allargato ad altri casi di mozzarella blu, compreso quello segnalato da un consumatore dopo l'acquisto di un prodotto in un supermercato di Milano. Proprio quest'ultimo episodio è all'origine dell'ispezione fatta eseguire dalla magistratura a Usmate, dove risulterebbe indagato anche un dirigente dell'azienda. Secca e stringata, come dicevamo, la risposta della società alle notizie sulle indagini della procura di Torino.
La replica è affidata a un comunicato stampa in cui si legge che "nessuno dei campioni di mozzarella verificata internamente, prodotta nel nostro unico stabilimento di Usmate Velate ha assunto la colorazione blu o altro genere di colorazioni anomale dopo l'apertura" e che "tutti i prelievi ufficiali effettuati dalle autorità competenti nel corso del 2010 sui latticini da noi prodotti non hanno evidenziato alcuna non conformità".
La Lat-Bri sostiene allo stesso tempo che "le valutazioni effettuate dalle autorità competenti sull'intero stabilimento non hanno riscontrato elementi dannosi alla salute dei consumatori", sottolineando peraltro come - così recita il comunicato - "la diffusione incontrollata di notizie non vere e diffamatorie determini da subito danni sociali, economici e finanziari di assoluta gravità. La società intraprenderà tutte le azioni legali tese a difendere una realtà aziendale italiana presente sul mercato da oltre 30 anni che oggi occupa 400 persone con un fatturato annuo di oltre 150 milioni di euro".
La firma è del presidente e fondatore della Lat- Bri, Luigi Cogliati, imprenditore assai noto nel casatese. Proprio nel giugno 2009 il patron dell'azienda, residente a Monticello, era stato insignito dell'onorificenza di cavaliere della Repubblica, dal prefetto Nicola Prete.
Proprio questa mattina, l'Asl di Monza ha sospeso la licenza della Lat- Bri per la produzione e commercio di generi alimentari a base di latte, sequestrando due pozzi dell'azienda casearia. Tutto è dipeso dall'ispezione eseguita dall'azienda sanitaria dopo il sopralluogo ordinato dalla magistratura all'interno delle indagini per le mozzarelle blu.
Luigi Cogliati, patron di Lat-Bri
L'inchiesta, condotta dal pm Raffaele Guariniello, riguarda la Granarolo, di cui la società usmatese è contoterzista. L'ispezione è stata effettuata questa mattina, quando i tecnici dell'Asl sono nella sede della Latbri insieme ai rappresentanti della Regione Lombardia per un controllo degli impianti.
La licenza, sospesa, potrà essere riottenuta solo dopo la messa a norma degli impianti, così come il dissequestro dei pozzi: sarebbero stati trovati valori anomali nella presenza di metalli nell'acqua e altri problemi nelle linee. Le indagini torinesi sono partite dopo la scoperta di una mozzarella contaminata dal batterio pseudomonas fluorescens nella provincia di Torino, lo scorso 4 luglio, prodotta dalla bolognese Granarolo. Il lavoro della procura piemontese si è poi allargato ad altri casi di mozzarella blu, compreso quello segnalato da un consumatore dopo l'acquisto di un prodotto in un supermercato di Milano. Proprio quest'ultimo episodio è all'origine dell'ispezione fatta eseguire dalla magistratura a Usmate, dove risulterebbe indagato anche un dirigente dell'azienda. Secca e stringata, come dicevamo, la risposta della società alle notizie sulle indagini della procura di Torino.
La replica è affidata a un comunicato stampa in cui si legge che "nessuno dei campioni di mozzarella verificata internamente, prodotta nel nostro unico stabilimento di Usmate Velate ha assunto la colorazione blu o altro genere di colorazioni anomale dopo l'apertura" e che "tutti i prelievi ufficiali effettuati dalle autorità competenti nel corso del 2010 sui latticini da noi prodotti non hanno evidenziato alcuna non conformità".
La Lat-Bri sostiene allo stesso tempo che "le valutazioni effettuate dalle autorità competenti sull'intero stabilimento non hanno riscontrato elementi dannosi alla salute dei consumatori", sottolineando peraltro come - così recita il comunicato - "la diffusione incontrollata di notizie non vere e diffamatorie determini da subito danni sociali, economici e finanziari di assoluta gravità. La società intraprenderà tutte le azioni legali tese a difendere una realtà aziendale italiana presente sul mercato da oltre 30 anni che oggi occupa 400 persone con un fatturato annuo di oltre 150 milioni di euro".
La firma è del presidente e fondatore della Lat- Bri, Luigi Cogliati, imprenditore assai noto nel casatese. Proprio nel giugno 2009 il patron dell'azienda, residente a Monticello, era stato insignito dell'onorificenza di cavaliere della Repubblica, dal prefetto Nicola Prete.
