Colle B.: in oratorio serata dedicata all'Inter. Presentato il libro su Picchi
Gli ospiti intervenuti alla serata
Il libro è dedicato alla vita di Armando Picchi, il campione livornese che portò la fascia di capitano dell'Inter di Herrera e Angelo Moratti, dal 1960 al 1967; un periodo in cui la formazione meneghina vinse tre scudetti, due coppe dei campioni e due coppe intercontinentali, sfiorando almeno altri due scudetti e due coppe dei campioni.
Il primo intervento è stato quello del sindaco Manzoni, che da buon interista non poteva mancare alla presentazione. "Questo è un evento sportivo-culturale importante, soprattutto per un paese piccolo come il nostro. Credo che questo libro possa aiutarci riscoprire un calcio d'altri tempi, ricco di valori che per noi sono ormai perduti e che quindi dovrebbero essere diffusi e pubblicizzati" .
La parola è poi passata all'autore, Pierluigi Arcidiacono. "All'origine di questo libro c'è ovviamente, la mia passione per questo sport e per questa squadra, e miei ricordi infantili di Armando Picchi che fu probabilmente il più grande capitano di sempre. Ci sono però anche altri motivi che mi hanno spinto a scrivere: l'amicizia con Leo Picchi, figlio del campione e responsabile ufficio stampa dell'Inter, e la sua disponibilità infinita, nel mettermi a disposizione un materiale fotografico e documentario enorme, che ha facilitato moltissimo il mio lavoro. Infine, uno degli scopi principali del libro, è quello di mostrare uno dei lati più significativi e meno conosciuti di Picchi, cioè il suo essere un buon cristiano, uno che attraverso le azioni quotidiane metteva davvero in pratica il Vangelo.
Pierluigi Arcidiacono
Mi riferisco soprattutto alla carità verso i più bisognosi: spesso andava nelle carceri e comprava ai detenuti quello di cui avevano bisogno, esiste la testimonianza di una donna che ringrazia Picchi perché ha trovato lavoro al marito appena scarcerato e ha comprato loro un appartamento, oppure pagava costose operazioni chirurgiche per malati gravi che potevano essere effettuate solo all'estero. Ma soprattutto faceva tutto questo con discrezione, quasi di nascosto, senza doppi fini. Un altro comportamento che mette in luce l'umiltà del personaggio e anche il suo profondo rispetto per la famiglia è il fatto che nei 37 anni della sua vita egli non mancò mai di pranzare con la madre ogni lunedì".
Una serata ricca di parole, di ricordi e di emozioni. "Ringrazio la mia fidanzata, Serenella Calderara, senza il suo lavoro non sarebbe stato facile raccogliere tutto il materiale fotografico che compone quasi metà del libro" ha concluso l'autore. La serata si è conclusa con un piccolo rinfresco.