Barzago: intervista a Sergio Baratto, disegnatore e fotografo ufficiale delle auto di Formula 1 Ferrari



È l'indiscusso re dei disegni tecnici delle automobili più famose e sognate al mondo, il disegnatore delle monoposto che hanno fatto la storia della Formula Uno ed una delle tre matite italiane in grado di realizzare i cosiddetti "spaccati" ed "esplosi" di auto e motori. Stiamo parlando del barzaghese Sergio Baratto, autore nell'ultimo mezzo secolo di centinaia di collaborazioni con le più famose riviste di motori nazionale ed europee e di importanti sodalizi blasonate scuderie, inclusa quella dell'intramontabile Cavallino di Maranello.

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Sergio Baratto nel suo studio di Barzago

Una vita, quella del signor Baratto, vissuta negli angoli dei box e delle officine meccaniche a scattare foto ai motori ed alle carrozzerie per poi trasferirle su carta tra le pareti del suo studio, grazie all'abile ed elegante tratto della sua matita.
Ciò che maggiormente colpisce entrando nello studio di Sergio Baratto è la quantità  di disegni, schizzi, tavole tecniche e fotografie accumulati in oltre cinquant'anni di attività  nel mondo dei motori, ordinatamente archiviati tra i modellini delle Rosse di Maranello esposte su di uno scaffale ed una foto che ritrae il disegnatore barzaghese in compagnia del grande Enzo Ferrari.

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- Signor Baratto, vuole dirci come le è venuta l'idea di iniziare a disegnare automobili da ragazzo?
Iniziai a scattare foto alle automobili da giovanissimo, all'età  di 18 - 19 anni, con una macchina fotografica regalatami da mia madre. La mia famiglia era originaria di Fiume, città  dove io stesso nacqui prima di trasferirci a Monza nel 1949. In quegli anni l'autodromo cittadino era il vero e proprio Tempio dell'automobilismo, ed ebbi così la possibilità  di avvicinarmi a quel mondo che sarebbe diventato la mia passione e la mia vita. Iniziai a frequentare i box dei piloti fotografando - a volte di nascosto - le monoposto per poi disegnarle su carta: nel 1959 vennero pubblicati su "Auto Italiana" i miei primi disegni, una Cooper ed una Lotus Clima. Mi ero da poco diplomato come perito industriale e, a testimonianza della mia passione per i motori, trovai presto lavoro presso la Gilera di Arcore in qualità  di addetto ai disegni dei cataloghi ricambi, dei libretti di istruzioni e di quelli di uso e manutenzione. Nel corso degli anni 60 avevo all'attivo diverse collaborazione con i giornali di settore dell'epoca che pubblicarono i primi spaccati di motori e di moto: decisi quindi di licenziarmi e di mettermi in proprio aprendo uno studio a Monza, che rimase aperto sino a 4 anni fa, quando decisi di trasferirmi qui a Barzago dove ancora oggi proseguo la mia attività  di disegnatore.






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- I suoi lavori sono attualmente pubblicati sulle maggiori riviste di settore: può descriverci a grandi linee le diverse fasi che un disegno percorre dalla bozza alla stampa?
Il disegno non nasce dalla matita: a monte devono esserci la passione per la meccanica e l'osservazione dal vivo delle macchine, necessaria per comprendere le esatte proporzioni dei vari pezzi.
Occorre poi avere sotto mano oltre alle foto i lavori costruttivi completi delle quote ed i prospetti relativi alle diverse viste dell'oggetto che si deve disegnare, sia esso un motore piuttosto che una monoposto o una motocicletta: serve innanzitutto grande dimestichezza con i disegni tecnici.
Segue il lavoro di matita, svolto totalmente a mano sulla carta: a disegno terminato con uno scanner trasferisco la tavola su computer per procedere alla colorazione, l'unico processo che non svolgo interamente a mano e che viene effettuato come se si usasse il classico aerografo.

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Sergio Baratto (di spalle) con Enzo Ferrari in una foto del 1963

- Oltre al campo dell'automobilismo si è interessato in questi anni anche ad altri settori: può elencarci alcuni lavori di questo genere?
Per una nota casa editrice ho realizzato uno spaccato del sommergibile "Enrico Toti" esposto a Milano Un lavoro lungo e complesso, che ha richiesto due mesi soltanto per fare le foto all'interno dello scafo e svariati mesi per la realizzazione delle tavole. Sono stato poi l'unico a poter disegnare il camion tecnico per il trasporto delle vetture della Scuderia Ferrari e mi è stato fatto l'onore di avere il disegno del circuito di Monza esposto all'ingresso dell'autodromo stesso. Nella mia carriera ho poi eseguito disegni di natanti offshore, trattori, macchinari industriali ed una serie di disegni di circuiti di moto e F1 visti dall'alto.






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- In un mondo dei motori sempre più "blindato" alla stampa ed agli occhi dei curiosi è diventato più difficile svolgere il lavoro di disegnatore?
Senza dubbio è più difficile accedere ai box rispetto al passato, i vari team tendono a non voler svelare i dettagli delle proprie monoposto. Ma questo accadeva anche decenni fa, quando ad esempio mi capitò di essere picchiato fuori dal box della Lotus da alcuni tecnici che pretendevano la restituzione dei rullini.
Il problema sta invece nella mancanza di giovani pronti a portare avanti questa professione, quella del disegnatore tecnico: in Italia siamo rimasti in due, senza che vi siano nuove leve pronte ad ereditare il nostro lavoro.

Roberto Bonfatti
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