Aliquote IMU: ecco la classifica dei comuni lecchesi più costosi. Casatese e Oggionese: pochi hanno confermato le aliquote base
Solo un comune, Malgrate, ha deliberato una aliquota in controtendenza, portandosi addirittura sotto quella ordinaria e assegnando ai suoi cittadini una "quid" da pagare per l'abitazione principale pari al 3.5‰.
Stessa proporzione per quanto riguarda l'aliquota sulle seconde case-altri immobili (negozi, aziende, attività produttive): quasi una quarantina di amministrazioni si è assestata oltre il 7.6‰ e in alcuni casi (come Ballabio, 10.4‰), il valore imposto è stato davvero alto.
ABITAZIONE PRINCIPALE
In testa alla classifica troviamo il comune di Varenna, guidato da Carlo Molteni, centrodestra, che ha posto sulla testa del suo popolo un'aliquota non da scherzo, deliberando il 6‰ che, tuttavia, risulta essere pari a quanto di ICI già i cittadini pagavano precedentemente alla sua abolizione.
"E' stata una scelta obbligata" ha spiegato il primo cittadino. "Noi abbiamo un problema che è quello di essere un paese a vocazione turistica, con trasferimenti statali esigui e che deve adeguarsi a un flusso di persone di 40-50mila all'anno. La cifra minima che dobbiamo raggiungere per garantire i servizi è di 440mila euro: sotto questa andiamo in "default". L'aliquota deliberata per la prima casa ci garantisce il minimo vitale visto che lo Stato ha preso noi amministratori locali come esattori che si trovano a dover incassare soldi che poi non restano nelle casse comunali. Vorremmo essere con Robin Hood nella foresta di Sherwood invece siamo stati precettati dallo sceriffo di Nottingham . Più del 50% degli immobili di Varenna è costituito da seconde case. I residenti già in precedenza pagavano il 6‰ con l'ICI a cui si aggiungeva la detrazione. Noi abbiamo posto la stessa aliquota, con un incremento del valore catastale ma comunque con un'ulteriore detrazione sui figli. Non vogliamo tuttavia criminalizzare chi ha la seconda casa e perciò l'aliquota per questi immobili è stata definita nell'8‰. Il mercato immobiliare è in crisi, vorremmo evitare di aggravare la situazione".
Il 5.5‰ sull'abitazione principale è stato deliberato da Ello ai tempi del commissario prefettizio. La scelta, infatti, non è passata dal consiglio comunale ma è stata presa a tavolino e ora l'attuale borgomastro ha più volte manifestato l'intenzione di ritoccarla. Decisione che potrà fare a settembre. 5‰ anche a Dolzago, Imbersago, Taceno, Vendrogno, Vercurago e Verderio Superiore.
"Nel nostro comune il tipo di abitazione prevalente è quello della prima casa, non abbiamo fatto altro che lasciare invariato quello che era il vecchio valore dell'ICI" ha spiegato il sindaco Giovanni Ghislandi di Imbersago. "Non avendo sul nostro territorio attività commerciali o industriali abbiamo poche possibilità di recuperare gettito dalla seconda categoria di immobili. Il valore dell'IMU poi non va considerato fine a se stesso, perché le rendite catastali nei singoli comuni sono diverse. Quello che Imbersago incassa per una determinata casa non è la stessa cifra che andrebbe al comune di Merate o di Calco. Per garantire il pareggio di bilancio, tenendo conto che si prevede un crollo negli oneri di urbanizzazione e il Pgt non prevede espansioni edilizie, questa è una garanzia anche per il futuro. Siamo sempre stati virtuosi, ricevendo in cambio ben poco dallo Stato".
ALTRI IMMOBILI-SECONDE CASE-NEGOZI-ATTIVITA' PRODUTTIVE
In realtà le vere mazzate riguardano tutto ciò che non è abitazione principale (seconde case, negozi, aziende) e che produce reddito. In questo caso le aliquote partono dal 7.6‰ per arrivare ad un massimo del 10.6‰. A sfiorare il tetto c'è Ballabio che ha stabilito un'aliquota (provvisoria come fanno sapere dagli uffici) del 10.4‰. Paese a vocazione turistica ha deciso di colpire meno i suoi residenti tenendo un'aliquota del 4‰ sull'abitazione principale. Al secondo posto con il 9.8‰ troviamo Ello che, tuttavia, fa risalire la ragione di questa aliquota nella scelta del commissario prefettizio e dunque pronta a un probabile ritocco al ribasso nel mese di settembre da parte del sindaco. Pesantissimo 9.6‰ a Lecco dove a risentirne di più saranno i negozi e il terziario: la città, infatti, da tempo ha perso la vocazione industriale ma è nota quale centro di attività importanti e strutture commerciali diffuse e ampie. Se per i residenti il sindaco Virginio Brivio ha mantenuto un profilo basso, con il 4‰, per le seconde case e tutto quanto inglobato alla voce "altri immobili" la scure è stata pesante.
Altra mazzata a Osnago con il 9.3‰ dove l'aliquota seppur provvisoria perchè non ancora deliberata, andrà a ricadere sulle attività commerciali e industriali che tipizzano appunto il paese.
"I conti del comune e quelli del Ministero divergono" ha commentato il sindaco Paolo Strina. "Di fatto il Ministero nei tagli ai trasferimenti ha tolto quello che ritiene che andremo a incassare. Ma non c'è ancora una certezza. Dovendo stimare le entrate, i nostri calcoli hanno previsto aliquote del 4.8‰ e 9.3‰. Eravamo partiti da un'ipotesi più bassa e speriamo entro settembre di poter deliberare. Al momento però non potevamo fare altro".
Ha scelto invece di diminuire l'importo rispetto alla vecchia Ici l'amministrazione di Valgreghentino, che ha stabilito di mantenere l'aliquota dello 0,4% per le prime case incrementando quella per la seconda fino allo 0,92%, uno dei valori più alti nel lecchese. Il mancato introito nel passaggio dall'Ici (5,2%) all'IMU per i residenti sarà "compensato" da quanto il comune incasserà per attività commerciali e seconde case. "Abbiamo scelto di non pesare sulle famiglie, alzando l'aliquota per le seconde case ma senza arrivare al massimo, per non mettere in difficoltà negozi e attività che costituiscono la maggior parte di immobili rientrante nella categoria" ha spiegato il sindaco Ernesto Longhi. Sopra il 9‰ anche Merate che per i suoi numerosissimi negozi e le aziende ha deliberato il 9.1‰ ritenendo di non poter fare altrimenti per far quadrare i bilanci. La scelta è andata così ad abbattersi su chi produce reddito, costringendo a mettere mano al portafoglio con esborsi pesanti e oltre il doppio rispetto agli anni precedenti. E in un periodo come quello di crisi e di contrazione dei consumi, si può immaginare l'umore dei contribuenti o di chi possiede anche un secondo mini-appartamento.
CIRCONDARIO CASATESE
Nel casatese i comuni hanno preferito operare un maggior ritocco delle aliquote relative a seconde case, immobili artigianali e commerciali, mentre per quel che concerne le abitazioni principali si riscontrano situazioni più prossime al valore base.
Lampante il caso di Nibionno che ha approvato l'aliquota su seconde case e altri immobili, più elevata dell'intero circondario, ovvero l'8,9 per mille, nonostante la presenza sul territorio di numerose realtà aziendali e artigianali. Più contenuto invece, l'aumento sulle prime case, con un 4,5 per mille.
Il comune che ha optato per l'incremento maggiore sulla prima casa è stato invece Monticello dove mercoledì sera il consiglio comunale ha votato le nuove aliquote, fissate al 4,9 e all'8,6 per mille. Valori stabiliti con l'obiettivo di garantire un gettito sufficiente alle casse comunali per poter far quadrare il bilancio.
Per quanto riguarda gli altri comuni, escludendo il caso di Bulciago, Castello Brianza e Sirtori che non hanno ancora provveduto all'approvazione delle aliquote Imu, mantenendo per il momento i valori statali, i dati si attestano tra il 4 per mille, confermato dai comuni di Barzanò, Missaglia e Viganò, al 4,5 per mille di Nibionno, Barzago e Casatenovo sino al 4,8 per mille di Cassago e Cremella.
Tornando a seconde case e altri fabbricati, dopo il caso di Nibionno già citato in precedenza, troviamo con un'aliquota dell'8,6 per mille , i comuni di Casatenovo, Monticello e Viganò. Quest'ultimo pur operando un aumento significativo su seconde case e fabbricati commerciali e industriali (la cui presenza risulta significativa sul territorio) ha deciso di mantenere al minimo l'aliquota sull'abitazione principale.
Barzago e Cassago con il 7,9 per mille hanno confermato la volontà di operare un ritocco quasi minimo sulle attività artigianali e commerciali, per non penalizzare il settore economico già messo in ginocchio dalla crisi. Un aumento modesto anche quello portato avanti dall'amministrazione barzanese del sindaco Aldeghi che questa sera proporrà al consiglio comunale il valore del 7,8 per mille, mantenendo al minimo l'abitazione principale (4 per mille).
Valori base anche per Missaglia che già a gennaio ha deciso di mantenere più contenuta possibile la pressione fiscale (4 e 7,6 per mille), per non penalizzare sia residenti che imprenditori e commercianti.
CIRCONDARIO OGGIONESE
Nel circondario di Oggiono le aliquote più elevate sono quelle approvate dal comune di Ello con un 5,5 per mille sull'abitazione principale e il 9,8 per mille sugli altri fabbricati: dalle seconde case alle realtà commerciali e aziendali. Una decisione presa dal commissario prefettizio Laura Motolese durante il suo periodo di ''governo'' del piccolo comune del Monte di Brianza, a seguito della caduta dell'ex giunta Zambetti. La riconfermata sindaca ha già, in più di un'occasione, promesso il suo impegno per ridurre la pressione fiscale alla cittadinanza, decisamente elevata allo stato attuale, soprattutto sugli immobili diversi dall'abitazione principale, nonostante sia da considerare la scarsa presenza di attività commerciali ed industriali a Ello.
A seguire nella classifica delle aliquote più elevate troviamo Dolzago, dove l'amministrazione del sindaco Isella ha optato per un deciso aumento di entrambi i valori Imu, portando al 5 per mille l'abitazione principale e al 9 per mille gli altri fabbricati: seconde case, negozi e attività industriali e artigianali. Valori che il comune dolzaghese ha deciso di proporre per assicurarsi un adeguato gettito, in modo da far quadrare il bilancio. Anche in questo caso si è optato per un incremento maggiore sull'aliquota delle seconde case e altri fabbricati, aumentata di + 1,4 per mille rispetto al valore statale.
A Bosisio e a Suello i sindaci hanno preferito apportare aumenti più significativi sulle abitazioni principali, tenendo conto degli incentivi legati alle detrazioni per i figli a carico, con aumenti più contenuti invece su seconde case e altri immobili, tenuto conto del periodo economico poco felice.
A Rogeno è accaduto invece il contrario: aliquota dell'abitazione principale al minimo e aumento deciso sulle seconde case e altri fabbricati pari all'8,5 per mille. A Colle Brianza infine, l'aumento è stato calibrato su entrambe le aliquote: 4,9 per mille per l'abitazione principale e 8,8 per mille sugli altri fabbricati.
Alcune amministrazioni comunali hanno deciso inoltre di tenere al minimo la pressione fiscale per non gravare sui bilanci familiari, già messi a dura prova dal momento per nulla facile: è il caso di Cesana, Costa Masnaga, Garbagnate e Molteno che hanno confermato le aliquote statali del 4 e 7,6 per mille.
Non hanno ancora deliberato infine, i comuni di Annone, Oggiono e Sirone, che hanno comunque anticipato la volontà di mantenere i valori proposti dallo Stato.
CIRCONDARIO MERATESE
In testa alla classifica dei 17 comuni del circondario meratese, per quanto riguarda l'aliquota IMU sull'abitazione principale troviamo Imbersago e Verderio Superiore entrambi con il 5‰. Seguono Merate, Osnago e Verderio Inferiore con il 4.8‰ e Airuno, Calco, Olgiate, Paderno con il 4.5‰. Solamente otto comuni hanno scelto, almeno per il momento poichè la delibera ufficiale di consiglio definitiva non c'è per tutti, di assestarsi sul 4‰.
Per quanto riguarda l'IMU sugli altri immobili, come dicevamo, la classifica per il meratese è guidata da Osnago (9.8‰), paese a vocazione industriale e commerciale, che tuttavia ha inserito a bilancio questa aliquota provvisoria per "la quadra dei conti" ma spera di poterla ritoccare al ribasso nel mese di settembre. Secondo gradino per Merate, altro comune che ha deciso di recuperare gettito dalle attività produttive e industriali con un'aliquota del 9.1‰.
Terzo posto per Olgiate, Calco, Imbersago con il 9.6‰. Otto comuni hanno scelto la base del 7.6‰, tenendo comunque la possibilità di un ritocco dopo l'estate. Singolare la scelta di Brivio che per banche e compagnie assicurative ha applicato una differenziazione scegliendo un'aliquota del 9.1‰.
