Viganò: 'nanotecnologie' per i lavori di restauro del Municipio

Hanno scomodato addirittura le “nanotecnologie” i tecnici che in questi mesi si sono occupati di restituire a nuova vita il Municipio di Viganò, avvalendosi dei più moderni materiali edili disponibili sul mercato capaci di sfruttare a piene mani soluzioni ingegneristiche di avanguardia.
Oggi, terminati i lavori, il palazzo di via Risorgimento si presenta ai cittadini in una veste completamente rinnovata, a partire dalla colorazione esterna tornata a presentare i toni della calce e gli evidenti contrasti forniti dai dettagli in pietra molera.



Il Municipio al termine dei lavori. Qui sotto la situazione prima degli interventi



Il recupero dell’edificio, nato da una coprogettazione fra i tecnici del Comune e la Soprintendenza per i beni culturali e architettonici di Milano, ha voluto restituire al Municipio il suo aspetto originale, pesantemente modificato negli anni a seguito di restauri e interventi estetici condotti con materiali impropri e in modo irrispettoso nei confronti della sua storia.
Gli interventi più delicati, al di là del comparto estetico, si sono concentrati sulla messa in sicurezza delle profonde crepe strutturali che avevano caratterizzato negli ultimi tempi diversi muri del fabbricato, lasciando solchi di forte entità. Le fessure sono quindi state “tappate” dalle malte cosiddette nanotecnologiche ( nano = un miliardesimo di metro, 5mila volte più piccolo del diametro di un capello), capaci di sfruttare per l’appunto particelle di dimensioni nanometriche in grado di garantire tenuta e resistenza al materiale, prevenendo per il futuro ulteriori spostamenti o fessurazioni all’interno delle pareti.
Tecniche di avanguardia volute appunto per restituire al suo antico splendore uno dei “gioielli” architettonici di Viganò, l’antica “Viganorem” citata nei documenti del 1162 a firma nientemeno che dell’imperatore Federico Barbarossa.


Persino la scelta del colore non è stata casuale, ma frutto di una ricerca sul campo condotta mediante rilievi stratigrafici che hanno permesso di risalire al primo strato di colore a contatto con i muri, ricoperto nei decenni da numerose mani di vernice e prodotti coloranti.
Il grigio del primo intonaco è stato quindi riportato alla luce e rinforzato, per dare maggiore forza e risalto ai ricchi ornamenti in pietra molera che adornano i muri perimetrali dell’edificio, precedentemente poco valorizzati e pressoché sconosciuti alla cittadinanza.
Il restauro conservativo voluto soprattutto dalla Soprintendenza ha richiesto inoltre l’impiego di uno speciale prodotto “biocida”, in grado di eliminare efficacemente muffe, alghe e organismi biologici che negli anni si erano insediati a contatto con i canali di scolo o i punti più umidi dei muri, creando vere e proprie “colonie”.


Il risultato finale è oggi sotto agli occhi di tutti: il palazzo municipale, la “casa” di tutti i cittadini viganesi, dismessa la tinta di quel “giallo brianza” tanto caro ai cascinali si presenta austero e severo, con una linea semplice e pulita che valorizza appieno i piccoli dettagli e la storia di questo centro divenuto negli anni il fulcro della vita amministrativa locale.
A. M.
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