Lecco: approvato in Provincia un ordine del giorno unitario tra tutte le forze politiche per dire no a nuovi siti estrattivi

Nella seduta di mercoledì 28 novembre con un ordine del giorno congiunto tra tutte le forze politiche presenti al consiglio provinciale è stata dettata la linea di indirizzo presentata alla Giunta di Daniele Nava per dire no allo sfruttamento di nuovi siti di estrazione, concentrando eventuali prospettive di implementazione di escavazione sui giacimenti già aperti.

La giunta provinciale

A seguito infatti del cosiddetto "Piano cave" erano state individuate aree potenzialmente interessanti perché produttrici di materiale inerte, ghiaioso o roccioso (quest'ultimo caso riferito però ad altre zone della provincia) e dunque sfruttabili per il campo dell'edilizia. Una ipotesi che aveva portato a mobilitarsi migliaia di cittadini, riunitisi anche in appositi comitati, preoccupati per la prospettiva di impatti ambientali, acustici, viabilistici davvero inimmaginabili e rischiosi.
"Il suolo rappresenta un bene finito e non rinnovabile e la definizione di un limite al consumo e allo sfruttamento deve essere un compito fondamentale delle amministrazioni locali" si legge nel documento approvato "che devono tenere conto del bene e delle necessità della comunità che rappresentano piuttosto che dell'interesse di pochi, ponendo il valore della qualità della vita al di sopra di qualsiasi interesse economico".

Il testo dell'ordine del giorno

Proteste, striscioni, migliaia di firme raccolte, conferenze si erano moltiplicati nei mesi scorsi su tutto il territorio, provocando anche spaccature non indifferenti all'interno degli stessi partiti (come la frizione nel Carroccio verso l'ormai ex segretario provinciale Pucci Ceresa).
La scelta di questo ordine del giorno che invita a "concentrare eventuali prospettive di implementazione di escavazione sui giacimenti già aperti" è un segnale della compattezza dell'intero consiglio verso un argomento tanto sentito quanto determinante per il consenso popolare.
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