Dolzago: Tiziana Molteni e suo cugino Fabio Citterio descritti come ''killer tragicomici''. Trent'anni per aver ucciso Caroppa

La vittima
Antonio Caroppa
Antonio Caroppa
"E' Santo Valerio Pirrotta il soggetto che organizza effettivamente il tutto" ha spiegato in aula, a porte chiuse, dando la sua interpretazione all'accaduto, l'avvocato Perillo che non ha potuto fare a meno, anche dinnanzi al giudice, di porre una serie di domande. "Vi siete chiesti perché, nonostante le conoscenze che aveva, si è rivolto alla Molteni e a Citterio, due incensurati, mai nemmeno controllati dai Carabinieri? E perché Santo Valerio Pirrotta è in Corte d'Assise? Forse perché sperava che i due non andassero a testimoniare contro di lui. E perché in Corte d'Assise non ci sono le parti civili? Questo forse era l'intento del deus ex machina".

Gli imputati: Tiziana Molteni e Fabio Citterio
"Non erano andati ad ammazzare" ha spiegato Perillo ricordando come dei 4 elementi su cui si fonda la premeditazione - l'arma, la reiterazione dei colpi, la distanza tra assassino e vittima e il punto del corpo a cui si mira - solo il primo "regga" nel caso specifico.
Della stessa visione anche l'avvocato Zotti che, in aula, ha ribadito come a suo modo di vedere, la premeditazione sia stata costruita dall'accusa "con la corsa del gambero", "andando a cercare appigli dove non ci sono" associandosi dunque alla richiesta di derubricazione del reato proposta da Perillo e chiedendo il minimo della pena anche per la sua assistita, presente in Tribunale (così come Citterio), irriconoscibile rispetto alle foto scattate al momento dell'arresto visto il cambio di colore dei capelli, passati da rossi a castano scuro, e il volto visibilmente solcato dai segni del tempo.
La proposta avanzata dalla difesa è stata etichettata però come "ripugnante" dall'avvocato Federico Piccichè, legale di parte civile per i fratelli Sebastiano e Maria Caroppa che ha chiesto un risarcimento di 100.000€ per ognuno dei suoi assistiti, richiesta a cui ha fatto seguito quella dell'avvocato Valentina Sgroi che, per conto di Stefania Iannoli e della figlioletta avuta dalla vittima, ha domandato un anticipo di 350.000€ per cadauna. Presente durante le requisitorie, la compagna di Antonio Caroppa ha lasciato, congiuntamente ai cognati, l'aula tra le lacrime nel momento in cui ha preso la parola Fabio Citterio. Il tecnico informatico ha voluto infatti ribadire, in coda alle parole già spese dal suo avvocato, di aver sempre avuto una condotta esemplare fino al momento della separazione dalla consorte e dalla successiva conoscenza con Santo Valeria Pirrotta che avrebbe soggiogato lui e la Molteni. "Non avevo mai fatto male nemmeno a una mosca, non so nemmeno come chiedere scusa" sembra abbia dichiarato l'imputato prima dell'apertura della camera di consiglio.
Nel primo pomeriggio, la sentenza di condanna a 30 anni di reclusione per entrambi gli imputati contro cui la difesa ha già preannunciato ricorso.
"Faremo appello in totale serenità" ci ha spiegato Perillo dicendosi "deluso e rammaricato".
"Aspettiamo le motivazioni" gli ha fatto eco Zotti che ha parlato di "atmosfera inquisitoria sotto ogni profilo, che non ha lasciato spazio alla valutazione della questione della premeditazione".
Proseguirà intanto in corte d'Assise a Como il procedimento a carico di Santo Valerio Pirrotta, unico dei tre imputati per l'omicidio di Paderno a non aver scelto la strada del rito abbreviato: rischia l'ergastolo.
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