Nibionno: il Parco Lambro presenta il progetto di risanamento della Roggia di Tabiago, diventata una 'discarica' a cielo aperto

Mercoledì sera si è svolto, presso la sala consiliare del comune di Nibionno, un incontro promosso dai rappresentanti del Parco Valle Lambro, i quali hanno illustrato ai presenti l'idea di un progettivo relativo alla Roggia di Tabiago.
Alla serata hanno preso parte anche Claudio Usuelli e Umberto Bonacina, sindaci di Nibionno e Costa Masnaga, l'assessore nibionnese all'ambiente ed ecologia Roberto Gemetto, i volontari della Protezione Civile di Nibionno guidati da Mario Gatto, alcuni rappresentanti del Comitato Bevere, alcuni cittadini e membri di altre associazioni del territorio.



Un'immagine dei rifiuti nella roggia

Come rappresentante della Regione Lombardia, era presente Mario Clerici, responsabile dei contratti di fiume per quanto riguarda i corsi del Lambro, Olona e Cuma. Dopo una breve introduzione circa l'importanza di sottoscrivere un contratto di fiume da parte del dott. Lino Longobardi del Parco Valle Lambro, la proposta di riqualificazione dell'asta fluviale è stata presentata dall'ingegnere Stefano Minà il quale, accanto alle criticità del fiume, ne ha illustrato le opportunità e le possibili strategie d'azione.



Da sinistra, l'ing. Stefano Minà e il dott. Longobardi del Parco Valle Lambro

"Ciò di cui ci occupiamo questa sera è una botte piccola, un corso d'acqua minore del bacino del Lambro ma con notevoli disagi e problematicità. Questo non significa che sia meno importante, perchè anche i corsi secondari hanno le loro esigenze" ha spiegato Minà.
La Roggia di Tabiago è un torrente di modesta lunghezza che nasce nel comune di Costa Masnaga, all'altezza di Centemero, attraversando nel suo percorso anche i comuni di Bulciago e Nibionno. "Già all'uscita di Centemero il colore dell'acqua è grigio" ha detto l'ing. Minà.



Il pubblico intervenuto alla serata


Il tracciato del fiume si sviluppa in prossimità della SS36 e la maggior parte dei rifiuti solidi si trovano proprio nei punti in cui le sponde confinano direttamente con la Lecco - Milano. Il ramo più settentrionale del torrente "corre" parallelamente ad un tratto di superstrada, mentre la parte più meridionale è quella di Bulciago dove, prima di affluire nel Lambro, il torrente riceve l'apporto di un ramo minore che sorge all'altezza della zona industriale.



"L'idrologia delle sorgenti del ramo è stata sconvolta e in questa zona ci sono notevoli cumoli di vegetazione morta misti a rifiuti. La zona che abbiamo trovato durante l'ultima ispezione del 2011 nelle peggior condizioni è però quella di Tabiago. Qui il territorio è stato utilizzato come discarica a cielo aperto" ha affermato l'ingegnere del Parco Valle Lambro. La qualità delle acque e dell'habitat è pessima e in molti aree, oltre alla presenza di numerosi attraversamenti, si può notare come l'alveo sia artificializzato.



Di fronte al degrado legato ad una notevole incuria e alla compromissione delle sorgenti, l'ente Parco ha dunque elaborato un piano di riqualificazione che nella serata di mercoledì ha presentato agli amministratori dei comuni che hanno sottoscritto il Contratto di Fiume.
"La nostra idea sarebbe quella di creare una sorta di tampone per evitare che l'inquinamento a monte, all'altezza di Centemero, si propaghi poi a valle. Sulla Valassina abbiamo pensato ad una fascia tampone per impedire agli idrocarburi di arrivare alla Roggia. A Bulciago invece vorremo cercare di ricostruire un minimo di corridoio fluviale dato che in quel punto il fiume viene trattato come se fosse un fosso di drenaggio"
ha aggiunto Stefano Minà. Quella che richiede una soluzione più mirata è la parte terminale del fiume, a valle nella zona di Gaggio.




L'idea sarebbe infatti quella di proteggere alcuni versanti con siepi o recinzioni nascoste da siepi, creando però anche altri percorsi alternativi per garantire l'avvicinamento al fiume. Nel progetto è previsto anche un sentiero ciclo-pedonale che prenda avvio dalla fascia boscata a Gaggio e arrivi fino a circa le scuole di Nibionno.





Accanto a ciò, dovranno essere adottate delle misure di governo delle acque tra cui l'alleggerimento della rete fognaria, la limitazione dei carichi concentrati e distribuiti attraverso la rimozione degli scarichi abusivi e la creazione di sistemi di raccolta e stoccaggio in superficie.





Importante in questa direzione risulta essere anche l'applicazione di un regolamento di pulizia idraulica affiancato ad un coordinamento della polizia fluviale. "Bisogna iniziare a sanzionare anche questi tipi di reato. Dal 25 ottobre inoltre partirà presso il Parco un corso di sei lezioni per formare guardie ecologiche. L'obiettivo sarebbe poi quello di creare un team che si occupi del controllo del territorio" ha infine aggiunto il tecnico.


Simona Alagia
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