Acqua: Idroservice non rispetta la delibera provinciale, fuori legge l’incarico in house?

Dopo la pausa estiva il tema dell'acqua, possibilmente pubblica, e più in generale della vicenda che vede protagonisti Idrolario Srl, Idroservice Srl, Lario Reti Holding Spa e il dominus di tutto, Vittorio Proserpio, balza nuovamente sotto i riflettori per diverse ragioni.

La prima è che l'affidamento del servizio idrico a Idroservice Srl - dopo la rinuncia di Lelio Cavalier, nominato A.U. di Idrolario a assumere l'affidamento, rinuncia pronunciata dopo appena 10 giorni dalla nomina e senza interpellare i soci (e a questo punto non si esclude un'azione di rivalsa nei suoi confronti) - scade a fine anno. Quindi una decisione va assunta e stavolta possibilmente duratura in modo da consentire all'azienda che sarà incaricata, di programmare investimenti di lungo periodo effettuando così ammortamenti in linea con la tipologia dell'investimento stesso.



A destra Gianfranco Castelli

La seconda è che, come spesso accade, a sorpresa e senza mettere a disposizione i documenti necessari, è stata convocata per il 2 ottobre l'assemblea di Idrolario Srl che dovrebbe avere come oggetto, tanto per gradire, niente meno che la scissione di un ramo d'azienda da conferire a Idroservice. Se ciò accadesse Idrolario Srl avrebbe soltanto il patrimonio, reti e strutture fisse, che, come tale, è indisponibile in quanto capitale non monetizzabile sul mercato. Insomma seppure alleggerita dall'indebitamento sarebbe una società priva di oggetto e scopo sociale. Da chiudere. Ma restituendo le reti ai comuni che le avevano a suo tempo cedute? Un pasticcio. Idroservice, dunque, secondo il disegno di Proserpio e dei suoi sodali di centrosinistra guidati dal sindaco di Lecco Virginio Brivio dovrebbe ottenere la gestione del servizio idrico. Ma la sua posizione non in linea con la norma che regola l'affidamento in house non avendo ottemperato a quanto disposto dal Consiglio Provinciale ossia che entro il 30 giugno scorso la Srl avrebbe dovuto assumere la qualifica di società di primo livello con controllo analogo, dove i soci sono direttamente i comuni e non Lario Reti Holding. Un'anomalia che potrebbe costare cara a amministratori e soci votanti nelle varie assemblee. E' di qualche giorno fa la notizia che la sezione controlli e verifiche della Corte dei Conti di Milano ha convocato il Sindaco di Merate per un'audizione sull'intera vicenda. Di cui pare che i cinque giudici già dispongano di un voluminoso fascicolo.

La terza, a domanda "tacita" se Andrea Massironi seguirà la strada tracciata dal suo predecessore Andrea Robbiani confermando il recesso da Lario Reti Holding, la risposta è sì. E per diverse buone ragioni. La prima è che Robbiani chiedendo di uscire dalla Spa non ha esercitato un libero arbitrio ma ha solo applicato la Legga (art.3 L.244/2007) che sancisce la dismissione di partecipazioni non strumentali all'attività istituzionale. Lario Reti, nei fatti, esercita un'attività prettamente finanziaria da quando, nel dicembre 2012 ha deliberato e attuato lo scorporo delle attività fin lì condotte, in società di scopo. La Legge prevede che le dismissioni delle partecipazioni in società non strategiche debba avvenire entro il 31 dicembre prossimo. Piuttosto che chiedersi cosa farà Merate bisognerebbe domandarsi che cosa faranno gli altri comuni che nulla hanno sinora deliberato nel senso imposto dalla Legge. La volontà precisa espressa da Andrea Massironi la si può trovare nelle variazioni di bilancio esaminate dalla Commissione Finanze nel tardo pomeriggio del 23 settembre. Tra le maggiori spese è stata inserita l'imputazione per il Collegio arbitrale che dovrà periziare Lario Reti al fine di stabilire il valore della quota posseduta da Merate, il 2.96%. La cifra è di 44mila euro (contro i 180mila euro che erano circolati sulla stampa) comprendendo in ciò i costi degli arbitri, del CTU e del legale. Anche Lario Reti ha accettato di farsi carico della somma (metà ciascuno) per i tre professionisti indicati tutti dal tribunale. Dunque, indietro non si torna. Anche perché, per concludere, confutando dati pubblicati di recente, non verrebbe meno il canone concessorio di 370mila euro per la distribuzione del gas. La rete è gestita da Lario Reti Gas che l'ha ottenuta dopo un'apposita gara pubblica. Alla scadenza della concessione ci sarà un'altra gara e Merate continuerà a incassare il canone dal nuovo gestore. Come continuerà ad incassare l'affitto per i locali oggi utilizzati da Idroservice e Acel. Si tratta di accordi specifici che prevedevano, in fase di cessione di Ecosystem Spa e Ecosystem gas Srl il mantenimento di sportelli a Merate. E ci mancherebbe che fosse il contrario, che i cittadini cioè dovessero andare a Lecco o a Valmadrera per discutere di nuovi allacciamenti, bollette e così via. Dunque anche i 60mila euro circa di affitto non saranno messi in discussione.

Andrea Massironi

Al centro di tutta questa aggrovigliata vicenda resta la necessità assoluta di assicurare il servizio idrico alla cittadinanza, con annesse reti fognarie e impianti di depurazione. Merate al tavolo non si presenterà soltanto per dire no alla scissione del ramo d'azienda di Idrolario a favore di Idroservice. Anche se dovrà dirlo per mantenersi "dentro" la legge e non incorrere in eventuali sanzioni per procurati danni erariali. Presenterà una sua proposta. Quale, forse sarà esposta dal Sindaco stesso in apertura del Consiglio comunale convocato per martedì 30 settembre a partire dalle ore 20.30.

Claudio Brambilla
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