Cassago: si avvia alla conclusione il processo per il crac della galassia Perego. In aula ultimi testi, la sentenza entro l'anno

Il tribunale di Lecco
Si è concentrata sulle posizioni del legale Roberto Di Bisceglie e del commercialista Antonio Carlomagno, l'ultima udienza del processo penale ingenerato dal fallimento della Perego Strade e delle società riconducibili alla famiglia di imprenditori edili di Tremoncino di Cassago, nonché della Fratelli Oricchio di Nibionno.
Giovedì mattina in tribunale a Lecco, dinnanzi al collegio giudicante presieduto dal dottor Enrico Manzi - con a latere i colleghi Salvatore Catalano e Gian Marco De Vincenzi - sono stati ascoltati gli ultimi testi citati dalle difese. L'udienza ha registrato l'assenza dell'imputato Gianfranco Fariello e del suo legale, con il primo che ha inviato comunicazione al tribunale segnalando l'impossibilità a prendere parte all'udienza per via di un problema di salute.
L'udienza è poi entrata nel vivo con la deposizione di Elena Perego, amministratrice della Perego General Contractor, citata come testimone dalla difesa Di Bisceglie. Assistita dal legale di fiducia, l'avvocato Davide Monteleone - essendo stata imputata in un procedimento parallelo, con sentenza passata in giudicato - la cassaghese ha sintetizzato il suo percorso professionale nell'azienda di famiglia. Assunta nel 2004 con un contratto di lavoro part-time dalla Perego Strade, quattro anni più tardi è entrata a far parte della Perego General Contractor, nata dalle ceneri della prima. ''Amministratrice tra virgolette'' ha dichiarato Elena Perego. ''In sostanza mi occupavo di registrare fatture e seguivo i dipendenti''. Sul ruolo dell'avvocato Di Bisceglie all'interno della società di Tremoncino, la teste ha dichiarato di non averlo mai visto negli uffici della Perego. ''Pavone (l'allora amministratore di fatto della Perego General Contractor) mi diceva che era un consulente e che ci avrebbe aiutato a sistemare i problemi dell'azienda'' ha affermato la giovane. ''Non mi risulta avesse cariche societarie, mi è stato detto che ci avrebbe dato una mano con i finanziamenti''.

L'ingresso dell'ex azienda cassaghese
Una deposizione durata una manciata di minuti. Elena Perego ha lasciato presto il posto a Claudio Scotti, consulente finanziario della società di Tremoncino citato dalla difesa di Antonio Carlomagno. Sarebbe stato proprio quest'ultimo, commercialista dell'azienda cassaghese, ad ingaggiare il teste, chiedendogli di prestare una consulenza a favore dell'attività dei Perego. ''Ho lavorato per la società per un periodo breve, dal 2007 e sino all'inizio dell'anno successivo'' ha raccontato Scotti rivolgendosi al collegio e al pubblico ministero Alessandra Dolci della DDA di Milano.
''Conoscevo Carlomagno ed era stato lui a chiedermi se potevo dare una mano. Ho seguito più che altro il settore bancario: allora il rapporto con gli istituti di credito era ancora buono. Ricordo che feci ottenere un finanziamento di circa 1milione di euro: di lavoro ce n'era e le banche erano disponibili''
. Scotti ha poi spiegato di relazionarsi di frequente con Ivano Perego, suo punto di riferimento in azienda. E sul ruolo di Carlomagno? ''Penso che anche lì svolgesse l'attività di commercialista, ma non ne so di più. L'ho incrociato soltanto una volta alla Perego, ma dell'aspetto amministrativo non mi interessavo'' ha proseguito.
Per quanto riguarda Andrea Pavone, il teste ha riferito di averlo incontrato una volta, ma non in Perego, bensì nello studio di un avvocato milanese con il quale collaborava. ''Soltanto più tardi, nell'agosto 2008, ricevetti una chiamata da Ivano Perego che mi chiedeva informazioni su un certo Pavone, con il quale era entrato in contatto in quel periodo'' ha dichiarato Scotti. Ha voluto comprendere meglio il ruolo del teste all'interno della società edile di Cassago, l'avvocato di parte civile, Stefano Pelizzari. ''Carlomagno mi aveva chiesto se fossi disponibile a collaborare, penso fosse andato via un consulente, ma non ne sono certo. Abitando nelle vicinanze, mi recavo in Perego tre mattine alla settimana, fermandomi un'oretta circa. Nulla di più'' ha affermato il teste, concludendo così la propria deposizione.
E' stata poi la volta dell'avvocato Sergio Biondi, altro teste citato dalla difesa Carlomagno, al quale era legato da un rapporto di collaborazione professionale. Lavorando nel medesimo studio del commercialista - dove aveva in locazione una stanza - il testimone ha avuto modo di conoscere - di riflesso -  le vicende dell'azienda di Cassago. ''Credo che Carlomagno seguisse per Perego la contabilità, ma svolgeva l'attività da esterno all'impresa'' ha dichiarato, addentrandosi poi nel progetto che il commercialista milanese aveva pensato per l'azienda di Cassago. In sostanza si trattava della fusione di quattro società

Il logo della Perego General Contractor
del gruppo (Perego Strade, Perego Holding, Iris e Alpe costruzioni) per ottenere un'economia di gestione delle stesse e in contemporanea un aumento di capitale. Un'ipotesi che - secondo quanto riferito dal teste - avrebbe però incontrato le resistenze di Ivano Perego.
''Lui puntava all'aumento di capitale tramite il conferimento di una cava: il progetto non era condiviso da Carlomagno, ma credo che alla fine si fece così, perchè era quello che chiedeva Perego''
ha proseguito Biondi, parlando delle divergenze di vedute che in quel periodo vedevano su posizioni opposte Ivano Perego e il suo commercialista. ''Carlomagno gli aveva consigliato di utilizzare prudenza nell'operazione di aumento di capitale, prendendo tempo, ma in realtà si fece tutto subito nonostante lui non fosse d'accordo. A giudicare da come andarono le cose successivamente, quanto suggerito da Carlomagno si rivelò corretto''.
Nel 2008, al culmine di una serie di divergenze, il rapporto tra i due ''non si chiuse bene''. ''Mi risulta che Carlomagno vantasse dei crediti nei confronti della Perego per mancati pagamenti contabili'' ha concluso il teste.
La successiva (e ultima) deposizione del geometra Bruno Pola si è invece concentrata proprio sul valore economico e sugli aspetti tecnici della cava citata dal teste Biondi.
L'udienza è stata aggiornata al prossimo 22 ottobre per verificare la completezza del materiale probatorio e lasciare spazio ad eventuali dichiarazioni spontanee da parte degli imputati. Oltre che di Antonio Carlomagno, Gianfranco Fariello e Roberto Di Bisceglie, il collegio sta procedendo nei confronti di Giovanni Barone, il broker Ruggero Colombo e l'ex assessore provinciale di Milano, Antonio Oliverio.
Successivamente sarà fissata la data per la discussione finale del procedimento, la cui sentenza potrebbe arrivare entro la fine dell'anno.
G. C.
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