Annone B.za: vertice sulla ''Riva acciaio'', chiesta la ricollocazione dei 40 dipendenti

C'è ancora incertezza sul futuro della Riva acciaio di Annone Brianza che nelle scorse settimane ha annunciato la chiusura dello stabilimento a partire dal mese di settembre. Un'esigenza manifestata dalla proprietà in un incontro tenutosi il mese scorso e che sarebbe stata recentemente confermata.
Proprio quest'oggi, mercoledì 8 luglio, si è tenuto un altro vertice tra la dirigenza aziendale, le rappresentanti sindacali unitarie (Rsu), le organizzazioni sindacali presso Confindustria, dove dallo scorso febbraio si tengono incontri mensili per seguire le vicende dell'impresa.

Immagine di repertorio di un presidio dei lavoratori dell'azienda annonese

"L'azienda ha confermato che per ragioni economiche non riesce a tenere aperto lo stabilimento. Dal canto nostro stiamo lavorando per garantire ai lavoratori le maggior tutele possibili" ha spiegato Giorgio Ciappesoni della Fim Cisl di Lecco.
I problemi riguardano anche l'aspetto della competitività: il mercato della rete elettrosaldata per l'edilizia appare ormai quasi fermo, mentre ci sarebbe una forte concorrenza di prodotti provenienti dall'estero e venduti a un costo nettamente inferiore. Sarebbero infatti questi i principali motivi per i quali è stata annunciata la chiusura dello stabilimento annonese. Tuttavia, l'azienda da diverso tempo ha già fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, anche a seguito delle vicende che dal 2013 hanno coinvolto l'Ilva di Taranto, parte del gruppo Riva. I due anni di contratto di solidarietà erano stati prorogati per altri due e il prossimo settembre scadranno. Sugli spiragli futuri dei quaranta dipendenti si apre la riflessione delle organizzazioni sindacali la cui priorità è appunto quella di tutelare i lavoratori. Una, in particolare, è la necessità esposta ai vertici aziendali, vale a dire la ricollocazione in altra realtà: "In via prioritaria preferiremmo che la forza lavoro sia traghettata verso un altro impiego. Siamo però consapevoli che con i tempi che stiamo vivendo non è così facile" ha aggiunto Ciappesoni, annunciando anche una strada alternativa qualora la prima dovesse fallire. "Se il ricollocamento non dovesse riuscire, stiamo pensando a un eventuale "risarcimento del danno" con un'incentivazione economica all'esodo".
Ci sono inoltre da attendere le novità legislative sugli ammortizzatori sociali che, previste per la fine del mese, potrebbero far emergere qualche altro scenario.
Il tavolo con i vertici aziendali è quindi ancora aperto: la discussione continuerà nelle prossime settimane e, si prevede, anche nel mese di settembre.
M.Mau.
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