Bulciago: all'incontro definiti i vari scenari di pericolo. Il più grave è la nube d'acido cloridrico, un'ipotesi più che remota

Rilascio nell'aria di una nube gassosa a bassa soglia olfattiva di 300 Kg di acido cloridrico, provocato da una foratura nel serbatoio di stoccaggio. É questo lo scenario più esteso di incidente a rischio rilevante che potrebbe verificarsi nell'azienda Sicor, ex Teva, situata a ridosso della sp342 in territorio bulciaghese.

Da sinistra l'ing.Marcella Battaglia (vigili del fuoco) il dottor Stefano Simeone
della Prefettura di Lecco e il sindaco di Bulciago, Luca Cattaneo


Il caso più estremo, ipotizzato e inserito anche nel Piano di Emergenza esterno della ex chimica, è stato ben illustrato nel pomeriggio odierno durante l'assemblea pubblica convocata presso la sala conferenze "Sandro Pertini" della biblioteca comunale di Bulciago.
La dispersione tossica di acido cloridrico in forma gassosa è legata ad una possibilità remota di accadimento, secondo una stima di un'occasione su 50mila anni, come accertato dai referenti di Arpa e Vigili del Fuoco intervenuti alla seduta. Tuttavia, tutti gli enti preposti hanno ritenuto necessario evidenziare le eventuali conseguenze del caso.

Prima a sinistra Gisella Foglieni di Arpa

Innanzitutto è stato calcolato un perimetro di 585 metri attorno allo stabilimento di Bulciaghetto. Quest'ultimo corrisponderebbe alla zona di danno, ossia la prima fascia esterna allo "scoppio" dell'emergenza. La zona di attenzione, ovvero di estensione massima del pericolo, corrisponderebbe invece a 2100 metri. Evidentemente la pericolosità maggiore interesserebbe Bulciago e, a seguire, gli altri sei comuni coinvolti nel raggio di propagazione preventivata: Nibionno, Barzago, Garbagnate Monastero, Costa Masnaga, Cremella, Cassago.

Sono state l'ingegner Marcella Battaglia, vice presidente del Comando Provinciale Vigili del Fuoco Lecco, e la dott.ssa Gisella Foglieni dell'Arpa ad illustrare nei dettagli l'ipotesi di un tale grave avvenimento. Dichiarata l'emergenza nella zona di attenzione, scatta l'allerta, che può cessare come anche evolversi in senso negativo diventando allarme, da revocare solo con la fine dell'emergenza.

A partire da Bulciago, e poi per tutti i comuni, la procedura prevede poi lo sgombero dell'aria attorno alla "ex Teva" - con la chiusura di strade mediante appositi "cancelli", ovvero transenne con cartelli di deviazione - e la diffusione dell'informazione alla cittadinanza mediante auto-parlanti affissi sopra le volanti della polizia locale, chiamata ad intervenire in tale ipotetica situazione insieme all'azienda stessa con la squadra d'emergenza, i Vigili del Fuoco, i mezzi di soccorso. Il compito di dichiarare le fasi di emergenza spetta tuttavia al Prefetto, chiamato ad interagire con i posti di comando ipotizzati - insieme a quelli sanitari - sui sette territori comunali.

Tra le misure cautelari e protettive indicate per la popolazione, sicuramente quella di mettersi al riparo in luoghi chiusi, evitando di uscire per strada e di inalare così la sostanza nociva.
Come specificato anche dai rappresentanti dell'ASL, il dott. Giovanni Achille (direttore del Dipartimento Prevenzione Medica) e la dott.ssa Rita Cattaneo (responsabile Servizio Igiene e Sanità Pubblica), ogni dubbio sul contenimento della sostanza all'interno dell'azienda deve far scattare il Piano d'emergenza. Gli effetti di un possibile rilascio dell'acido cloridrico sotto forma gassosa sarebbero gravi dal punto di vista respiratorio, con irritazioni cutanee. Consigliato dunque lavarsi immediatamente e, se infastiditi, sciacquarsi gli occhi per almeno 15 minuti. Tutta la popolazione è suscettibile, ma un'attenzione particolare andrà riservata ai soggetti più deboli.

In primo piano nelle due immagini il dottor Giovanni Achille e la dott.ssa Rita Cattaneo di Asl

Ma non è tutto. La situazione più gravosa, illustrata con attenzione dai relatori dell'assemblea, è solo una dei 36 scenari di incidenti o scoppi ipotizzati secondo le due condizioni più sfavorevoli dal punto di vista meteorologico che, come nel caso dell'acido cloridrico, riguarderebbero le ore notturne (in cui la possibilità di propagazione è più ampia rispetto al giorno).
Questo perché le sostanze presenti nella ditta Sicor e considerate pericolose, per l'ambiente o anche perché tossiche e/o infiammabili, sono ben 45. Ognuna di queste descritta, inoltre, con schede di sicurezza allegate al Piano dell'azienda bulciaghese.

Insomma, rappresentazioni di incidenti che ci si augura di non vedere mai e di cui, comunque, è stato importante essere informati. Nell'eventualità ciascuno dovrà fare la sua parte perché - come espresso anche dai relatori dell'incontro - il meccanismo partecipativo è la migliore "risposta" in caso di emergenza.

Simona Alagia
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