Bosisio: consegnata al Comune la ‘prima’ bandiera dei combattenti e reduci (ANCR)
Cerimonia solenne e molto partecipata per la consegna di un piccolo "tesoro" storico alla pubblica amministrazione. Presso il centro studi di Bosisio Parini si è tenuto infatti un consiglio comunale in sessione straordinaria per celebrare un gesto significativo compiuto dalla famiglia Binda, residente in paese. E' stata infatti donata al Comune una bandiera storica, forse la prima della sezione locale dell'associazione nazionale combattenti e reduci (ANCR), appartenuta al compianto Alessandro Binda, presidente della stessa. I figli Antonietta, Gioconda e Gianni hanno quindi donato simbolicamente alla cittadinanza il prezioso ricordo legato al padre.
Il sindaco Giuseppe Borgonovo ha ricordato che è il terzo vessillo, in ordine cronologico, che viene donato al Comune: dopo quella portata dai combattenti e reduci durante le manifestazioni che si svolgono sul territorio, è stata regalata quella dei partigiani e infine quest'ultima, che si può considerare un po' come la bandiera "madre" di quella attualmente sfoggiata nel corso dei pubblici eventi.
La scelta di celebrare questo gesto il 7 gennaio non è stata per nulla casuale in quanto, proprio in questa data, ricorre il compleanno del tricolore italiano (7 gennaio 1797 a Reggio Emilia), adottato in seguito quale emblema della Repubblica mediante un riferimento contenuto nell'articolo 12 della Costituzione.
"La bandiera verrà messa sotto una teca per conservarla e valorizzarla al meglio" ha affermato il primo cittadino.
La parola è quindi passata al presidente del Comitato per la conservazione della memoria della Grande Guerra che ha ricordato l'importanza di "voler ripercorrere gli eventi che caratterizzarono quegli anni "dal basso verso l'alto", partendo dalla storia familiare, la microstoria di chi visse i fatti".
Dopo aver rievocato il 219esimo compleanno del tricolore, nato a Reggio Emilia come vessillo della Repubblica Cispadana, Claudio Grimoldi ha ben illustrato i dettagli meno conosciuti della bandiera Combattenti e reduci, con il fregio racchiuso tra due fronde arboree: "quercia, a rappresentare la forza e la dignità del popolo italiano, ulivo, la volontà di pace della nazione".
Secondo quanto emerso da uno studio presso l'archivio storico comunale, a Bosisio risultava già attiva negli anni Venti un'associazione con il nome di ANC. "Sottolineo una cosa: caratterista comune a tutte le associazioni tra combattenti è la presenza, nello stemma, dell'elmetto Adrian, lo stesso della nostra statua al monumento ai Caduti, con il caratteristico crestino, il cui nome "esattissimo" è "elmo metallico modello 1916".
Fu il primo elmetto in uso all'Esercito Italiano, vera icona della Grande Guerra" ha aggiunto Grimoldi, rammentando che la vecchia statua del fante presente al monumento locale è scomparsa a seguito delle requisizioni del bronzo per la fabbricazione di guerra risalente al biennio 1940-42.
E' poi seguito l'intervento di Gioconda (clicca qui per leggere il testo integrale) che, in rappresentanza della famiglia, ha ricordato l'importanza di questo vessillo, "emblema della Pace, conquistata a costo di enormi sacrifici e, per molti, della loro stessa vita. E' un simbolo importante, al quale gli ex-combattenti delle due guerre tenevano in modo speciale, e per questo motivo è stata conservata con cura fino ai nostri giorni quale Oggetto Sacro e inalienabile, in memoria di tutti coloro che ora non sono più tra noi, ma che ci hanno lasciato in eredità la Pace e la Libertà in cambio della loro vita. Possa questo importante cimelio entrare a far parte della storia di Bosisio per servire da monito alle generazioni future, affinché comprendano l'importanza di quei Valori acquisiti con coraggio ed abnegazione e che tutt'ora sono alla base della Democrazia e del benessere comune".
La bandiera, che è stata probabilmente utilizzata dagli anni 1946 fino agli anni Sessanta circa dalla sezione locale dell'ANCR e ricamata nel laboratorio di San Vincenzo, traccia in maniera indelebile il segno del tempo con il passaggio dalla monarchia alla repubblica: "Lo stemma sabaudo e la soprastante corona reale, tracciati al centro e ripetuti nel ricamo in campo rosso, erano il simbolo apposto in campo bianco sui tricolori usati in "zona di guerra" durante il primo conflitto e verosimilmente sono stati "vittime" del Referendum del 1946. Nel momento in cui la bandiera qui esposta stava per essere completata, ritenuti ormai retaggio di un passato che il popolo italiano aveva rigettato con il voto popolare, sono stati di proposito nascosti dai simboli tracciati successivamente sopra di essi e ben evidenziati dal ricamo" ha spiegato Gioconda, riepilogando il significato dei simboli rappresentanti e ricordando che insieme a questa sono state rinvenute, tra i ricordi legati al padre, altre quattro bandiere tricolori prive di decorazioni e utilizzate come ornamento sui platani nella cerimonia di inaugurazione del monumento ai caduti.
La figlia di Alessandro ha poi ricordato le attività svolte dall'associazione nel periodo in cui è rimasta attiva (nel periodo di massimo fulgore ha avuto cento iscritti), come i nomi dei componenti del direttivo, dei presidenti che si sono succeduti, della rendicontazione precisa e attenta delle spese e della faticosa realizzazione, a proprie spese, della statua oggi presente sul monumento dei caduti.
In sala è stato poi proiettato un filmato storico riguardante proprio il momento dell'inaugurazione del Monumento ai Caduti: la bambina, Agnese Molteni, che all'epoca aveva letto il bollettino della Vittoria, a distanza di sessanta anni, è tornata davanti alla platea per rileggere il medesimo documento.
Si è infine tenuta la consegna ufficiale della bandiera che è stata poi insignita di un particolare merito: rappresenta infatti la cittadinanza onoraria conferita nel 2015 a tutti i caduti della prima guerra mondiale.
Il momento in cui la bandiera viene insignita della cittadinanza onoraria
Il sindaco Giuseppe Borgonovo ha ricordato che è il terzo vessillo, in ordine cronologico, che viene donato al Comune: dopo quella portata dai combattenti e reduci durante le manifestazioni che si svolgono sul territorio, è stata regalata quella dei partigiani e infine quest'ultima, che si può considerare un po' come la bandiera "madre" di quella attualmente sfoggiata nel corso dei pubblici eventi.
La scelta di celebrare questo gesto il 7 gennaio non è stata per nulla casuale in quanto, proprio in questa data, ricorre il compleanno del tricolore italiano (7 gennaio 1797 a Reggio Emilia), adottato in seguito quale emblema della Repubblica mediante un riferimento contenuto nell'articolo 12 della Costituzione.
Nella foto sopra, al microfono Gioconda Binda, figlia di Alessandro e sotto Cluadio Grimoldi, presidente del Comitato per la conservazione della memoria della Grande Guerra
"La bandiera verrà messa sotto una teca per conservarla e valorizzarla al meglio" ha affermato il primo cittadino.
La parola è quindi passata al presidente del Comitato per la conservazione della memoria della Grande Guerra che ha ricordato l'importanza di "voler ripercorrere gli eventi che caratterizzarono quegli anni "dal basso verso l'alto", partendo dalla storia familiare, la microstoria di chi visse i fatti".
Dopo aver rievocato il 219esimo compleanno del tricolore, nato a Reggio Emilia come vessillo della Repubblica Cispadana, Claudio Grimoldi ha ben illustrato i dettagli meno conosciuti della bandiera Combattenti e reduci, con il fregio racchiuso tra due fronde arboree: "quercia, a rappresentare la forza e la dignità del popolo italiano, ulivo, la volontà di pace della nazione".
Secondo quanto emerso da uno studio presso l'archivio storico comunale, a Bosisio risultava già attiva negli anni Venti un'associazione con il nome di ANC. "Sottolineo una cosa: caratterista comune a tutte le associazioni tra combattenti è la presenza, nello stemma, dell'elmetto Adrian, lo stesso della nostra statua al monumento ai Caduti, con il caratteristico crestino, il cui nome "esattissimo" è "elmo metallico modello 1916".
I tre figli di Alessandro Binda mostrano la bandiera con il sindaco Giuseppe Borgonovo e Claudio Grimoldi
Fu il primo elmetto in uso all'Esercito Italiano, vera icona della Grande Guerra" ha aggiunto Grimoldi, rammentando che la vecchia statua del fante presente al monumento locale è scomparsa a seguito delle requisizioni del bronzo per la fabbricazione di guerra risalente al biennio 1940-42.
E' poi seguito l'intervento di Gioconda (clicca qui per leggere il testo integrale) che, in rappresentanza della famiglia, ha ricordato l'importanza di questo vessillo, "emblema della Pace, conquistata a costo di enormi sacrifici e, per molti, della loro stessa vita. E' un simbolo importante, al quale gli ex-combattenti delle due guerre tenevano in modo speciale, e per questo motivo è stata conservata con cura fino ai nostri giorni quale Oggetto Sacro e inalienabile, in memoria di tutti coloro che ora non sono più tra noi, ma che ci hanno lasciato in eredità la Pace e la Libertà in cambio della loro vita. Possa questo importante cimelio entrare a far parte della storia di Bosisio per servire da monito alle generazioni future, affinché comprendano l'importanza di quei Valori acquisiti con coraggio ed abnegazione e che tutt'ora sono alla base della Democrazia e del benessere comune".
Sopra, al microfono Gioconda Binda e sotto il sindaco Borgonovo
La bandiera, che è stata probabilmente utilizzata dagli anni 1946 fino agli anni Sessanta circa dalla sezione locale dell'ANCR e ricamata nel laboratorio di San Vincenzo, traccia in maniera indelebile il segno del tempo con il passaggio dalla monarchia alla repubblica: "Lo stemma sabaudo e la soprastante corona reale, tracciati al centro e ripetuti nel ricamo in campo rosso, erano il simbolo apposto in campo bianco sui tricolori usati in "zona di guerra" durante il primo conflitto e verosimilmente sono stati "vittime" del Referendum del 1946. Nel momento in cui la bandiera qui esposta stava per essere completata, ritenuti ormai retaggio di un passato che il popolo italiano aveva rigettato con il voto popolare, sono stati di proposito nascosti dai simboli tracciati successivamente sopra di essi e ben evidenziati dal ricamo" ha spiegato Gioconda, riepilogando il significato dei simboli rappresentanti e ricordando che insieme a questa sono state rinvenute, tra i ricordi legati al padre, altre quattro bandiere tricolori prive di decorazioni e utilizzate come ornamento sui platani nella cerimonia di inaugurazione del monumento ai caduti.
Il pubblico al centro studi per la cerimonia
La figlia di Alessandro ha poi ricordato le attività svolte dall'associazione nel periodo in cui è rimasta attiva (nel periodo di massimo fulgore ha avuto cento iscritti), come i nomi dei componenti del direttivo, dei presidenti che si sono succeduti, della rendicontazione precisa e attenta delle spese e della faticosa realizzazione, a proprie spese, della statua oggi presente sul monumento dei caduti.
In sala è stato poi proiettato un filmato storico riguardante proprio il momento dell'inaugurazione del Monumento ai Caduti: la bambina, Agnese Molteni, che all'epoca aveva letto il bollettino della Vittoria, a distanza di sessanta anni, è tornata davanti alla platea per rileggere il medesimo documento.
Si è infine tenuta la consegna ufficiale della bandiera che è stata poi insignita di un particolare merito: rappresenta infatti la cittadinanza onoraria conferita nel 2015 a tutti i caduti della prima guerra mondiale.
M.Mau.