Barzanò: Alfio Sironi racconta il suo viaggio a piedi per 400 km, dal Conero all'Argentario

400 chilometri e 18 giorni di viaggio per attraversare l'Italia. Ma non da Nord a Sud, lungo le vie percorse tutti i giorni e durante la storia da migliaia di viaggiatori.

Alfio Sironi

Un viaggio da est a ovest, da mare a mare, da monte a monte, attraverso sentieri, strade e paesaggi ancora sconosciuti al turismo di massa. Un viaggio che Alfio Sironi - professore di geografia, capogruppo di maggioranza a Casatenovo e appassionato di cammini - ha raccontato venerdì in una serata organizzata dall'associazione Molo e dalla biblioteca civica di Barzanò.


"Sono partito da Ancona a luglio, con un piccolo gruppetto di amici" le sue parole, prima di proiettare nella sala civica monsignor Colli di Barzanò le fotografie più belle e significative del suo viaggio. Da Osimo a Orbetello, diciotto le tappe raccontate con le immagini, per un'avventura "programmata con carta e penna, sulle orme di un libro firmato da Enrico Brizzi". Una serata non solo per parlare di un'esperienza ma anche per rilfettere su questa parte di Italia così selvaggia e ricca di bellezza. "Il Conero è la montagna che domina il mar Adriatico, vicino a cui sorge Ancona. La prima tappa è stata Osimo, un paese di collina con una vasta rete di camminamenti sotterranei scavati nel tufo".

Claudia Beretta dell'associazione Il Molo


Poi, a piedi per la pianura marchigiana, tra Treia e San Severino Marche, con un occhio attento al paesaggio e ai suoi abitanti, inscindibilmente legati. "Si tratta di un territorio estremamente abbandonato. I campi sono ancora coltivati a ritocchino, secondo la linea di massima pendenza mentre le cascine sono funzionali e ridotte all'essenziale".


Dall'immensità delle grotte di sant'Eustachio fino ai più piccoli dettagli di un girasole o di una farfalla: camminare a piedi permette di guardare, non solo vedere. "Uno dei pregi del cammino è l'estensione del tempo. Camminare 20-30 chilometri al giorno cambia le priorità, le mette in ordine: si pensa alle cose essenziale, tra cui dormire e mangiare. La cena insieme, alla sera, era sacra; del resto ci sono ottimi piatti locali da provare, come il cinghiale. Si tratta di strade spesso non molto frequentate e immerse nella vegetazione; spesso mancavano le indicazioni ma non abbiamo usato GPS o altro: a volte è bello anche perdersi. Lungo i sentieri non sono segnati i confini tra le regioni. Ci siamo trovati in Umbria, ad Assisi, Todi, Orvieto. Poi nel Lazio, con il lago di Bolsena. Raggiunta la metà del cammino, il Borgo di Santo Stefano, abbiamo percorso l'ultimo tratto, in Toscana, fino a raggiungere la spiaggia ad Orbetello. L'ultima sera abbiamo cenato proprio lì".


Tra natura e paesaggi, anche l'incontro con tante persone. "Nelle ultime tappe il cammino si unisce con la via Francigena ed è occasione per trovare tanti pellegrini di tutto il mondo. Gli abitanti di queste zone dimostrano una grandissima accoglienza, apertura, una soavità di porsi. In un bar abbiamo incontrato un medico marchigiano che ci ha raccontato di essere un cavaliere templare. A Nocera Umbra abbiamo fatto un giro per la città con il vicesindaco che ci ha mostrato i lavori di ristrutturazione dopo il terremoto del '97. I soldi sono arrivati e sono stati ben spesi, ma molti non vogliono tornare ad abitare nel centro storico, perché ormai abituati alle comodità della periferia. Così anche a Gualdo Cattaneo, dove abbiamo chiacchierato con un residente. Questi bellissimi centri storici, spesso zone rosse a causa delle scosse, subiscono un terremoto più silenzioso: quello dell'abbandono".

 
Quello da Adriatico a Tirreno è un cammino non ancora turistico e poco frequentato. "Si tratta di paesaggi che nascondono nelle loro pieghe piccoli gioielli: città e centri storici bellissimi. Questo cammino offre esperienze paesaggistiche ottime, anche se non è ancora ben organizzato come altri a livello europeo. Fa effetto pensare che questi paesaggi così dolci sono stati colpiti dal terremoto: è l'altra faccia della natura. In questo caso, i cammini potrebbero dare una mano alla gente del posto", ha concluso Sironi.


"Grazie ad Alfio per questo racconto e grazie a tutti voi per la bella serata", le parole di Claudia Beretta, dell'associazione Il Molo.
Nell'anno europeo dei cammini, la serata si è conclusa con una panoramica dei cammini europei, famosi o meno, con uno scambio di idee e opinioni sulla bellezza del viaggio a piedi. "In Italia, in particolare, il cammino offre tantissime opportunità: prima di tutto, infatti, è occasione di scambio" ha ricordato Sironi.
Laura Vergani
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