Annone: stato di salute del lago. Partito il progetto per la destratificazione termica

E' tornato in salute il lago di Annone Brianza? Non ancora perché c'è ancora lavoro da fare per il miglioramento delle acque del bacino ovest, quello di dimensioni minori. La serata di mercoledì 2 febbraio, presso la sala consiliare di Villa Cabella, è servita per fare il punto sullo stato di salute del lago: una conferenza che si tiene annualmente per mettere in luce criticità ed elementi positivi degli interventi.

All'incontro, oltre al "biologo del lago" Alberto Negri, erano presenti i sindaci dei comuni di riferimento (Patrizio Sidoti per Annone Brianza, Chiara Narciso per Oggiono, Angelo Isella per Civate) e l'assessore del comune di Galbiate. A moderare l'assemblea l'assessore Simone Scola di Civate, coordinatore del progetto di controllo del lago. Al tavolo erano anche presenti Mattia Micheli, vice presidente della Provincia di Lecco, gli esponenti politici regionali Mauro Piazza, Raffaele Straniero e Antonello Formenti, Giuseppe Mauri, vice presidente dell'autorità di bacino e dei laghi minori, l'ingegnere Roberto Gnecchi di Lario Reti Holding e l'ingegnere Azzurra Milani, che sta seguendo il progetto dell'intervento di risanamento del bacino ovest per il quale è stato ricevuto un finanziamento regionale di 345.000 euro.

Una sequenza di eventi che ha portato alla situazione attuale. Negli anni Ottanta le concertazioni di fosforo erano superiori ai 200 mg, venti volte in più della norma con conseguenze che hanno portato a fioriture algali, moria ittica e poca trasparenza. Le cause sono state l'elevato carico inquinante degli immissari e il rilascio di fosforo. A livello di soluzioni si è provveduto alle riduzione del carico esterno e interno: è stato fatto un collegamento dello scarico fognario e l'aspirazione delle acque di fondo.

Nell'ultimo ventennio, nel bacino est, si sono progressivamente ridotte le quantità di elementi inquinanti come solfuri, azoto, ammoniaca e fosfati (dal 2008, il livello di solfuri è costantemente diminuito), mentre l'ossigeno è aumentato. "Il carico interno è stato in parte risolto con l'impianto aspirazione acque di fondo. Nel periodo estivo, quando l'acqua calda si trova in superficie e l'acqua fredda è sul fondo, l'ossigeno tende a diminuire e si innescano processi di rilascio di fosforo dei sedimenti - ha spiegato il biologo Negri - Si accumulano composti tossici e noi andiamo ad aspirare, facendo uscire l'acqua di fondo senza ossigeno, ricca di fosforo e altre sostanze tossiche". Quest'acqua viene convogliata nell'impianto sotto la superstrada 36 dove viene fatta la depurazione. Dal 2009 al 2021, l'impianto funziona per una media di 100-110 giorni all'anno, variabile in base alle condizioni metereologiche. "All'inizio, quando la concentrazione è bassa, non conviene usare le tre pompe: man mano che aumenta il fosforo si aggiunge una pompa" ha specificato Negri. Quando le tre pompe sono in funzione, si asportano 6 km di fosforo al giorno. Mediamente dal 2008 al 2021, sono stati tolto 467 Kg. di fosforo all'anno per un totale di 5,5 tonnellate.

L'ammoniaca invece non si può eliminare e così viene abbassata la concentrazione grazie alla diluizione con l'acqua di superficie. A oggi, ne è stata tolta quasi 9 volte di quanta ne sarebbe uscita in condizioni naturali, circa 30 tonnellate in più rispetto a quella uscita se non ci fosse stato l'impianto. Per quanto riguarda l'ossigeno ci sono quasi 6 mg, grazie al debito tolto dal fondo.

Il bacino ovest, invece, versa ancora in condizioni che meritano attenzione: un segnale negativo è la condizione di ipertrofia che raggiunge da giugno a settembre. Nel fondo aumenta concentrazione di ferro, che raggiunge picchi di 5 mg/litro (volumi altissimi causati prevalentemente dagli scarichi immessi nel passato) e fosforo, che tocca i 700 mg/litro sul fondo quando l'ossigeno è a zero. Questo significa che nel periodo estivo metà lago è senza ossigeno, quindi significa che i pesci possono usufruire di metà lago. In particolare a destare maggiore preoccupazione è il torrente Riomaggiore che presenta concentrazioni molto elevate nell'arco dell'anno di fosforo.

"Il migliore degli interventi sarebbe il dragaggio, che però ha costi esorbitanti, circa 2.000.000 euro, in parte derivanti solo dallo smaltimento dei fanghi" ha commentato il biologo, che ha presentato l'altra soluzione pensata per migliorare la qualità delle acque. Si tratta della destratificaizone termica, che significa insufflare aria, impendendo che d'estate ci sia aria calda sopra e fredda sotto. In breve, si mantiene l'aria in circolazione per tutta l'estate e impedendo che l'ossigeno sul fondo vada a zero. "Con un compressore e un tubo forato, si insuffla aria a 50 cm dal fondo: l'aria che sale crea una circolazione della massa d'acqua, mantenendo il lago in rimescolamento per tutta l'estate. Sul bacino ovest, è semplice da applicare perché ha forma a cono e perché, quando c'è ossigeno sul fondo, il fosforo non viene rilasciato. Inoltre, prevediamo di posizionare a 9 metri di profondità una sonda che misura l'ossigeno e fa partire il compressore quando l'ossigeno scende sotto i 5 mg/litro. Si avrebbe così un intervento migliore e ancora più centrato". I costi ammontano 345.000 euro e hanno ricevuto il finanziamento nell'ambito del programma regionale per gli interventi per la ripresa economica. I comuni rivieraschi, Lario Reti Holding e la Provincia di Lecco hanno sottoscritto il protocollo di intesa per la progettazione definitiva-esecutiva, che porterà poi alla realizzazione dei lavori.

Ne ha spiegato l'avanzamento l'ingegnere Azzurra Milani: "Sono state svolte le indagini per individuare la consistenza del lago: una volta restituiti i dati geologici, si farà una valutazione di progettazione. È stata proposta a Regione la destratificazione perché quella del dragaggio, oltre ai costi, dava maggiori perplessità" ha detto, ricordando che anche la gestione dell'impianto del bacino est è possibile grazie a convenzione stabilita dalla provincia di Lecco, che copre i costi di fornitura e di energia elettrica e dal contributo di Regione Lombardia.

L'ingegnere Gnecchi di Lario Reti Holding ha presentato le indagini effettuate sugli emissari del lago per cercare eventuali perdite fognarie. La proposta dell'ente consiste nel creare una cabina di regia per il coordinamento e le pianificazione delle attività di gruppo.

Non solo la salute delle acque. L'attenzione dei comuni, con la collaborazione della Provincia, con cui si sta definendo un accordo di programma, riguarda anche la fruibilità degli spazi: "Questo genere di interventi sulle ciclopiste sono importanti e cerchiamo di favorirli sul territorio, unendo l'esigenza di maggiore sicurezza al turismo e alla scoperta delle nostre bellezze territoriali - ha sottolineato il vice presidente della Provincia, Mattia Micheli - Come Provincia, per onestà intellettuale, ammetto che ad oggi abbiamo fatto poco: le risorse sono state trovate dai comuni. Noi ci siamo messi a disposizione per fare sintesi delle esigenze e mettere a disposizione il know how per stabilire le risorse necessarie per realizzare la ciclopista. La Presidente è molto soddisfatta del lavoro, mentre a me ha fatto piacere vedere che anche in questi interventi la Provincia sta avendo ruolo importante e non marginale: ci siamo, ci saremo sempre e qualora ci siano altre necessità, noi siamo a disposizione delle amministrazioni per recuperare risorse che a oggi la provincia non ha e che, grazie alla regione, ci permetteranno di avere un ruolo importante".

M.Mau.
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