Cassago, moto-catamarano: è il progetto di Ivan Giussani
Se nei giorni scorsi abbiamo raccontato la storia Ivan Giussani, noto youtuber appassionato di motori, quest'oggi diamo spazio al suo ultimo progetto: una moto-catamarano cioè un innovativo veicolo che tramite l’accelerazione, dando gas alla manopola di una due ruote, consente di muoversi su uno specchio d’acqua, come una vera e propria imbarcazione.
Il progetto è tanto folle quanto geniale e affonda le proprie radici nel periodo estivo, in particolare durante una calda mattinata estiva in cui Ivan, scorrendo le varie immagini e storie sui social si è imbattuto nella foto di un catamarano. ''Il collegamento è stato immediato, ho deciso di costruire una moto-catamarano utilizzando una delle sette moto che già possiedo'' ci ha detto.
Il primo step è stato quindi la ricerca e il successivo acquisto del materiale necessario per la realizzazione del mezzo. In primis sono stati comprati 12 tubi arancioni in PVC, generalmente impiegati per le fognature e utilizzati per realizzare due scafi composti da 6 tubi ciascuno. In questo sostanzialmente vengono create due canoe da unire, con tanto di prua. Un'unione ottenuta grazie alla realizzazione di una struttura costituita da pannelli di compensato marino verniciati e impermeabilizzati.
In seconda battuta le forze sono state concentrate nello sviluppo di un sistema di rulli e ingranaggi e una trasmissione che deve arrivare ad una pala la quale permette di fare marcia avanti o indietro. Il tutto girerà grazie alla costruzione di un piattello sotto la ruota anteriore che, con un sistema di tiranti, arriverà in fondo all’imbarcazione e grazie a dei timoni consentirà di direzionare a destra o a sinistra.
Un accorgimento strategico importante è stato l’acquisto delle curve aperte piuttosto lunghe per ottenere l’idrodinamicità cioè per evitare la formazione di una resistenza eccesiva dell’acqua nei confronti dello scafo.
Successivamente sono stati utilizzati colla e nastro telato per sigillare, dopo aver posizionato le guarnizioni in ogni tappo filettato.
''Uno degli aspetti critici che ci attanagliava era il peso che la struttura realizzata avrebbe dovuto sostenere. A tal proposito abbiamo fatto un test al lago con 300 kg sopra alla struttura ed ha funzionato'' ha proseguito il cassaghese.
Dopo aver risolto un problema derivante dalla foratura di un tubo, è stata realizzata una specie di gabbia metallica in sostituzione del nastro telato utilizzato in precedenza al fine di ottenere una maggior solidità. L’utilizzo di un rivestimento in PVC è stato fondamentale per prevenire eventuali danneggiamenti dei tubi dovuti al contatto diretto con il metallo. A questo punto è stato utilizzato il compensato marino per realizzare le passerelle laterali e la zona centrale, sulla quale poi sarebbe stata installata la moto. Esaurita la parte strutturale del progetto, si è passati a quella meccanica finalizzata principalmente alla costruzione del perno che deve girare insieme al rullo, marcie, retromarcia e sterzo.
''Il primo tentativo non è andato a buon fine in quanto l’attrito e l’eccesso di velocità hanno reso vane le saldature, e i metodi di fissaggio degli ingranaggi non funzionavano a dovere, surriscaldandosi''.
Sostanzialmente la barra filettata fungeva da utensile sulla piastra allargando i fori e le dilatazioni varie.
Tutto sembrava perduto, ma il coinvolgimento di Antonio e del figlio Lele, due artigiani metalmeccanici di Besana, ha letteralmente salvato il progetto. I problemi da risolvere erano sostanzialmente due: evitare il blocco della componente meccanica dopo pochi secondi; innestare marcia avanti o retromarcia.
Le soluzioni trovate da Antonio e Lele sono state geniali. Per risolvere il primo problema sono state utilizzate bronzine e un materiale plastico chiamato polizene verde. In questo modo sono state escluse le barre filettate create inizialmente e sono state ricreati i perni dal pieno con il tornio. L’inserimento delle bronzine e del polizene verde e l’aggiunta di ingrassatori hanno permesso al sistema di girare per ore senza intoppi.
Per fissare la marcia avanti o indietro è stato impiegato un freno della bicicletta che va ad azionare un pistoncino contenente una molla. Il pistoncino fuoriesce e va a prendere un foro posto su una piastra. Tirando e rilasciando la leva si innesterà marcia avanti o indietro.
A questo punto le risorse sono state concentrate sulla costruzione del rotore per far muovere la struttura grazie all’inserimento di una barra filettata e di una corona.
''All’inizio avevo previsto di utilizzare il KTM, come moto da posizionare sul catamarano, ma a seguito di vari ragionamenti ho deciso di impiegare la mia nuova moto elettrica da 80 cavalli''. Le motivazioni dietro questo cambiamento sono molteplici: non è consentito navigare con mezzi a motore nel tratto di lago scelto per il test ed è necessario far girare i rulli il più lentamente possibile (come il pedalò) e con la moto elettrica è più semplice farlo.
Ieri, 13 novembre, Ivan ha pubblicato su Youtube il video della prova definitiva al lago ed è stato bellissimo vedere la presenza di una folla così numerosa per assistere all’evento. Toccante la presenza del nonno.
Il catamarano è stato messo in acqua e fra la gioia e lo stupore generale tutto ha funzionato. Dando gas la struttura si muove. La marcia di avvicinamento è stata lunga e ha previsto il coinvolgimento emotivo e pratico dei genitori di Ivan, a testimonianza di quanto sia importante la famiglia.
Il tutto è stato documentato da diversi video-episodi postati sul canale YouTube. Fino ad ora i vari episodi della costruzione hanno registrato numeri urlo quali visualizzazioni nell’ordine dei cinque zeri e la sesta posizione in ''tendenze'', per quanto riguarda l’ultima puntata.
La moto catamarano è un progetto incredibile a partire dal concepimento fino ad arrivare alla realizzazione della componente meccanica. Quello portato da Ivan è un esempio sano dell’utilizzo dei social network.
Il progetto è tanto folle quanto geniale e affonda le proprie radici nel periodo estivo, in particolare durante una calda mattinata estiva in cui Ivan, scorrendo le varie immagini e storie sui social si è imbattuto nella foto di un catamarano. ''Il collegamento è stato immediato, ho deciso di costruire una moto-catamarano utilizzando una delle sette moto che già possiedo'' ci ha detto.
Il primo step è stato quindi la ricerca e il successivo acquisto del materiale necessario per la realizzazione del mezzo. In primis sono stati comprati 12 tubi arancioni in PVC, generalmente impiegati per le fognature e utilizzati per realizzare due scafi composti da 6 tubi ciascuno. In questo sostanzialmente vengono create due canoe da unire, con tanto di prua. Un'unione ottenuta grazie alla realizzazione di una struttura costituita da pannelli di compensato marino verniciati e impermeabilizzati.
In seconda battuta le forze sono state concentrate nello sviluppo di un sistema di rulli e ingranaggi e una trasmissione che deve arrivare ad una pala la quale permette di fare marcia avanti o indietro. Il tutto girerà grazie alla costruzione di un piattello sotto la ruota anteriore che, con un sistema di tiranti, arriverà in fondo all’imbarcazione e grazie a dei timoni consentirà di direzionare a destra o a sinistra.
Un accorgimento strategico importante è stato l’acquisto delle curve aperte piuttosto lunghe per ottenere l’idrodinamicità cioè per evitare la formazione di una resistenza eccesiva dell’acqua nei confronti dello scafo.
Successivamente sono stati utilizzati colla e nastro telato per sigillare, dopo aver posizionato le guarnizioni in ogni tappo filettato.
''Uno degli aspetti critici che ci attanagliava era il peso che la struttura realizzata avrebbe dovuto sostenere. A tal proposito abbiamo fatto un test al lago con 300 kg sopra alla struttura ed ha funzionato'' ha proseguito il cassaghese.
Dopo aver risolto un problema derivante dalla foratura di un tubo, è stata realizzata una specie di gabbia metallica in sostituzione del nastro telato utilizzato in precedenza al fine di ottenere una maggior solidità. L’utilizzo di un rivestimento in PVC è stato fondamentale per prevenire eventuali danneggiamenti dei tubi dovuti al contatto diretto con il metallo. A questo punto è stato utilizzato il compensato marino per realizzare le passerelle laterali e la zona centrale, sulla quale poi sarebbe stata installata la moto. Esaurita la parte strutturale del progetto, si è passati a quella meccanica finalizzata principalmente alla costruzione del perno che deve girare insieme al rullo, marcie, retromarcia e sterzo.
''Il primo tentativo non è andato a buon fine in quanto l’attrito e l’eccesso di velocità hanno reso vane le saldature, e i metodi di fissaggio degli ingranaggi non funzionavano a dovere, surriscaldandosi''.
Sostanzialmente la barra filettata fungeva da utensile sulla piastra allargando i fori e le dilatazioni varie.
Tutto sembrava perduto, ma il coinvolgimento di Antonio e del figlio Lele, due artigiani metalmeccanici di Besana, ha letteralmente salvato il progetto. I problemi da risolvere erano sostanzialmente due: evitare il blocco della componente meccanica dopo pochi secondi; innestare marcia avanti o retromarcia.
Le soluzioni trovate da Antonio e Lele sono state geniali. Per risolvere il primo problema sono state utilizzate bronzine e un materiale plastico chiamato polizene verde. In questo modo sono state escluse le barre filettate create inizialmente e sono state ricreati i perni dal pieno con il tornio. L’inserimento delle bronzine e del polizene verde e l’aggiunta di ingrassatori hanno permesso al sistema di girare per ore senza intoppi.
Per fissare la marcia avanti o indietro è stato impiegato un freno della bicicletta che va ad azionare un pistoncino contenente una molla. Il pistoncino fuoriesce e va a prendere un foro posto su una piastra. Tirando e rilasciando la leva si innesterà marcia avanti o indietro.
A questo punto le risorse sono state concentrate sulla costruzione del rotore per far muovere la struttura grazie all’inserimento di una barra filettata e di una corona.
''All’inizio avevo previsto di utilizzare il KTM, come moto da posizionare sul catamarano, ma a seguito di vari ragionamenti ho deciso di impiegare la mia nuova moto elettrica da 80 cavalli''. Le motivazioni dietro questo cambiamento sono molteplici: non è consentito navigare con mezzi a motore nel tratto di lago scelto per il test ed è necessario far girare i rulli il più lentamente possibile (come il pedalò) e con la moto elettrica è più semplice farlo.
Ieri, 13 novembre, Ivan ha pubblicato su Youtube il video della prova definitiva al lago ed è stato bellissimo vedere la presenza di una folla così numerosa per assistere all’evento. Toccante la presenza del nonno.
Il catamarano è stato messo in acqua e fra la gioia e lo stupore generale tutto ha funzionato. Dando gas la struttura si muove. La marcia di avvicinamento è stata lunga e ha previsto il coinvolgimento emotivo e pratico dei genitori di Ivan, a testimonianza di quanto sia importante la famiglia.
Il tutto è stato documentato da diversi video-episodi postati sul canale YouTube. Fino ad ora i vari episodi della costruzione hanno registrato numeri urlo quali visualizzazioni nell’ordine dei cinque zeri e la sesta posizione in ''tendenze'', per quanto riguarda l’ultima puntata.
La moto catamarano è un progetto incredibile a partire dal concepimento fino ad arrivare alla realizzazione della componente meccanica. Quello portato da Ivan è un esempio sano dell’utilizzo dei social network.
Mattia Giovenzana