Nibionno: cerimonia di fondazione del gruppo Alpini con il 5° reggimento da Vipiteno, le autorità e i gagliardetti delle sezioni
È una giornata storica per Nibionno quella di oggi, domenica 3 marzo. Entrerà infatti negli annali la festa per la fondazione della locale sezione dell’Associazione Nazionale Alpini, che ha visto la presenza di numerose autorità, del 5º Reggimento Alpini (reparto dell'Esercito Italiano dipendente dalla Brigata alpina "Julia" con sede a Vipiteno in Provincia di Bolzano), della fanfara valtellinese, dei gagliardetti di tutte le sezioni presenti, dei gonfaloni delle associazioni, di una rappresentanza dei bambini della scuola primaria, oltre che un’ampia partecipazione della cittadinanza che ha esposto dalle proprie abitazioni il tricolore italiano. Il gruppo di Nibionno, che conta 25 componenti, si è costituito lo scorso dicembre: è il 72esimo della provincia di Lecco.
La mattinata ha preso il via con il ritrovo alle 9 per l’ammassamento presso il piazzale della palestra di Via Kennedy, a cui è seguita la cerimonia dell’alzabandiera, prima della formazione del corteo che ha raggiunto la chiesa dei Santi Simone e Giuda di Tabiago dove si è tenuta la solenne celebrazione eucaristica, animata dalla corale e concelebrata dai parroci don Luigi Bianchi e don Mario Carzaniga, rappresentante della parrocchia di Cibrone dove si è concluso il corteo.
''É un momento emozionante per l’intera comunità. Salutiamo le autorità e gli alpini che hanno una storia meravigliosa, che l’Italia non può dimenticare per tutto quello che hanno fatto'' è il pensiero con cui don Luigi ha accolto gli alpini in chiesa. Durante l’omelia il religioso si è invece soffermato su due parole: la libertà e l’amore.
''I giudei, per libertà, intendono un privilegio, essendo discendenti di Abramo e non essendo mai stati schiavi. Per Gesù, la libertà è un dono. Solo se il figlio vi farà liberi, diceva, vi donerà la libertà. Ma è anche una scelta: se rimarrete fedeli alla mia parola, Gesù vi farà liberi. Che cos’è l’amore? È un donare. La libertà oggi spesso la si ritiene un privilegio, dove ciascuno fa quello che vuole. Dentro, siamo davvero liberi? Siamo liberi dai capricci, dai soldi, dalla voglia di successo? Tante volte, in nome del potere, si viola la libertà degli altri. Tante volte si è liberi da Dio ma non dai nostri capricci. Essere libero è anche una conquista e una scelta'' ha proseguito don Luigi, ricordando le due guerre mondiali durante le quali, sul territorio nazionale, gli alpini si sono contraddistinti per la strenua difesa del territorio. ''Dopo la disfatta di Caporetto, nel primo conflitto, gli austriaci che venivano dalle montagne sono stati fermati proprio dalle penne nere. Ricordiamo la grande conquista e la difesa del rifugio del Quinto alpini, sul Gran Zebru, al Passo Gavia. Quanti morti, ma lì gli alpini hanno fermato l’invasore''.
Per quel che riguarda invece la Seconda Guerra Mondiale, il parroco ha ricordato il ponte di Perati, simbolo dell’inizio della campagna di Grecia e l’abbandono del suolo albanese, che era sotto occupazione fascista, ma anche la campagna di Russia a cui prese parte - fra gli altri - pure il beato don Carlo Gnocchi, che proprio da questa esperienza si dedicò all'opera di carità verso orfani di guerra e mutilati.
''Che bello quando gli alpini del paese sono venuti a dirmi che c’era il gruppo disponibile ad aiutare in oratorio. Questo è l’amore: il donare, il piccolo gesto, il sorriso, il saluto. Vi ringrazio, voi alpini, che continuate questa storia'' ha aggiunto don Luigi. ''Da giovane prete avevo fatto gli esercizi spirituali a Santa Caterina di Valfurva. Un anziano mi aveva raccontato che sul gran Zebrù, da un lato c’erano gli italiani, dall’altro gli austriaci che facevano a gara per arrivare in cima al monte, e un volta arrivati condividevano il pranzo, i momenti ed erano amici. Durante la guerra, siccome erano amici, si erano messi d’accordo e sparavano in aria. Quando il generale Cadorna si accorse, spostò questi alpini in Piemonte. Ora vi chiedo facciamo in modo di diventare tutti amici: in fondo al nostro cuore c’è il desiderio di essere liberi e diventare più amici''.
Al termine dell’omelia è seguito il solenne momento della benedizione del gagliardetto alla presenza della madrina, del presidente della sezione di Lecco Emiliano Invernizzi e del capogruppo della sezione di Nibionno Claudio Frigerio. In conclusione di messa è stata letta la preghiera degli alpino e il parrocco ha impartito la benedizione finale con la reliquia del beato Carlo Gnocchi.
Il corteo ha poi raggiunto la piazza del municipio per l’onore ai caduti: dinnanzi al monumento hanno preso la parola, per leggere una poesia, gli alunni della scuola primaria Bruno Munari di Nibionno che nelle scorse settimane avevano incontrato il gruppo Alpini costituito da pochi mesi. La cerimonia è proseguita con una sfilata per le vie del paese, fino a raggiungere il piazzale della chiesa di Cibrone dove si sono tenuti gli interventi delle autorità.
Il primo a prendere la parola è stato il ''padrone di casa'', il presidente della neo costituita sezione di Nibionno, Claudio Frigerio. ''Ringrazio il mio gruppo che è stato voluto un po' da tutti. Siamo partiti in 4 persone e oggi ne contiamo 25, riuscendo a coinvolgere 18 alpini dormienti (ovvero coloro che non sono mai stati iscritti a nessun gruppo ndr) e siamo contenti di questo risultato. Ringrazio il mio gruppo che è stato sul pezzo da due mesi a questa parte. Ringrazio tutti per non dimenticare nessuno''.
Il sindaco di Nibionno Laura Di Terlizzi si è soffermata su due parole: grazie e onore. ''Sono onorata che si sia riusciti davvero a realizzare questo sogno, questo progetto e tutti quelli che sanno quanto ci tenevo avere un gruppo alpini - ha detto - È un grande onore perché gli alpini hanno reso grande l’Italia e perché i loro valori possano essere tramandati e diffusi ai bambini. Impegno, passione, resistenza, sono tutti valori che vogliamo vengano tramandati ai ragazzi e alle nuove generazioni che arriveranno. Sosterrò gli alpini fino a quando avrò l’onore di rappresentare questo paese per gli ideali e il cammino di solidarietà utili a rappresentare la comunità. Gli alpini sono uomini di montagna, conoscono la fatica e l’impegno: da oggi abbiamo un aiuto in più, un’associazione importante''.
Alla cerimonia è intervenuta anche la presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann: ''Ogni gruppo rappresenta un presidio per la comunità e utile a rispettare e onorare la nostra Italia. Con gli alpini siamo abituati a fare festa, ma pensiamo a quanto sono solenni le loro cerimonie e al rispetto che hanno verso il tricolore che loro, per tutta la vita, hanno tatuato nel cuore''.
In rappresentanza di Regione Lombardia, è intervenuto il consigliere Gian Mario Fragomeli del Partito Democratico. ''Non si poteva mancare a questo evento'' ha commentato, ringraziando per l’invito. ''Facciamo un riconoscimento alla storia degli alpini italiani e lombardi e li ringraziamo per quello che hanno fatto. Nei momenti difficili della nostra regione ci hanno supportato e non sono stati solo gli alpini di Bergamo. Oggi è un giorno importante a Nibionno: una sede degli alpini non è un immobile; già l’ingresso espliciterà i valori della nostra repubblica e della nostra costituzione. La sede è un presidio dimostra che sono pronti alla chiamata per tutto l’anno''.
Il tenente colonnello Cristiano Regi ha aggiunto: ''Siamo onorati di essere qui. Alcuni colleghi che prestano servizio per strade sicure in Lombardia oggi ci hanno raggiunto e questo dimostra quanto siamo gruppo''. Emiliano Invernizzi, presidente Ana Lecco, si è soffermato sulle emozioni della giornata: ''Durante la preghiera mi sono passati davanti gli alpini che non ci sono più e ho pensato se ci fossero stati ora a vedere un gruppo in nascita. Oggi nella terra di Nibionno abbiamo piantato un’altra colonna mozza come quella sull’Ortigara (il Calvario degli Alpini sull’altopiano di Asiago, ndr) per non dimenticare: sono le gesta che hanno compiuto gli alpini di un tempo e ora noi trasmettiamo quei valori. Dopo quei tremendi fatti, è nata l’associazione nazionale. Questo gruppo deve portare i valori sempre e ovunque dell’associazione d’arma che rappresentano: il primo dovere è quello di ricordare, da cui prendere la grinta e il coraggio perché troppe persone oggi non sanno più lottare. Bisogna lottare per la pace anche qui, nelle nostre terre e famiglie. La lotta vera è per la nostra società, che sta perdendo la rotta e quei punti fermi che sono stati per millenni il vero indirizzo dei nostri cuori''.
In conclusione il consigliere nazionale Ana, Renato Spreafico, già ''guida'' delle penne nere di Sirtori, ha espreso un pensiero all'indirizzo del capogruppo di Nibionno: ''Gli rivolgo i miei auguri invitandolo a non spaventarsi per i grossi sacrifici che ci saranno perché si raccolgono soddisfazioni. Dare al prossimo è la cosa più bella che si possa fare''.
Poi la lettura della missiva del presidente nazionale Ana, Sebastiano Favaro: ''Essere nel nostro mondo vuole dire amicizia, disponibilità, condivisione, solidarietà uniti al dovere, al sacrificio e al volontariato gratuito''.
La cerimonia si è conclusa con l’ammaina bandiera, sulle note dell’Inno di Mameli. É stata una giornata ricca di emozioni, di amore per la Patria, il tricolore italiano e tutti i valori che questo rappresenta.
La mattinata ha preso il via con il ritrovo alle 9 per l’ammassamento presso il piazzale della palestra di Via Kennedy, a cui è seguita la cerimonia dell’alzabandiera, prima della formazione del corteo che ha raggiunto la chiesa dei Santi Simone e Giuda di Tabiago dove si è tenuta la solenne celebrazione eucaristica, animata dalla corale e concelebrata dai parroci don Luigi Bianchi e don Mario Carzaniga, rappresentante della parrocchia di Cibrone dove si è concluso il corteo.
''É un momento emozionante per l’intera comunità. Salutiamo le autorità e gli alpini che hanno una storia meravigliosa, che l’Italia non può dimenticare per tutto quello che hanno fatto'' è il pensiero con cui don Luigi ha accolto gli alpini in chiesa. Durante l’omelia il religioso si è invece soffermato su due parole: la libertà e l’amore.
''I giudei, per libertà, intendono un privilegio, essendo discendenti di Abramo e non essendo mai stati schiavi. Per Gesù, la libertà è un dono. Solo se il figlio vi farà liberi, diceva, vi donerà la libertà. Ma è anche una scelta: se rimarrete fedeli alla mia parola, Gesù vi farà liberi. Che cos’è l’amore? È un donare. La libertà oggi spesso la si ritiene un privilegio, dove ciascuno fa quello che vuole. Dentro, siamo davvero liberi? Siamo liberi dai capricci, dai soldi, dalla voglia di successo? Tante volte, in nome del potere, si viola la libertà degli altri. Tante volte si è liberi da Dio ma non dai nostri capricci. Essere libero è anche una conquista e una scelta'' ha proseguito don Luigi, ricordando le due guerre mondiali durante le quali, sul territorio nazionale, gli alpini si sono contraddistinti per la strenua difesa del territorio. ''Dopo la disfatta di Caporetto, nel primo conflitto, gli austriaci che venivano dalle montagne sono stati fermati proprio dalle penne nere. Ricordiamo la grande conquista e la difesa del rifugio del Quinto alpini, sul Gran Zebru, al Passo Gavia. Quanti morti, ma lì gli alpini hanno fermato l’invasore''.
Per quel che riguarda invece la Seconda Guerra Mondiale, il parroco ha ricordato il ponte di Perati, simbolo dell’inizio della campagna di Grecia e l’abbandono del suolo albanese, che era sotto occupazione fascista, ma anche la campagna di Russia a cui prese parte - fra gli altri - pure il beato don Carlo Gnocchi, che proprio da questa esperienza si dedicò all'opera di carità verso orfani di guerra e mutilati.
''Che bello quando gli alpini del paese sono venuti a dirmi che c’era il gruppo disponibile ad aiutare in oratorio. Questo è l’amore: il donare, il piccolo gesto, il sorriso, il saluto. Vi ringrazio, voi alpini, che continuate questa storia'' ha aggiunto don Luigi. ''Da giovane prete avevo fatto gli esercizi spirituali a Santa Caterina di Valfurva. Un anziano mi aveva raccontato che sul gran Zebrù, da un lato c’erano gli italiani, dall’altro gli austriaci che facevano a gara per arrivare in cima al monte, e un volta arrivati condividevano il pranzo, i momenti ed erano amici. Durante la guerra, siccome erano amici, si erano messi d’accordo e sparavano in aria. Quando il generale Cadorna si accorse, spostò questi alpini in Piemonte. Ora vi chiedo facciamo in modo di diventare tutti amici: in fondo al nostro cuore c’è il desiderio di essere liberi e diventare più amici''.
Al termine dell’omelia è seguito il solenne momento della benedizione del gagliardetto alla presenza della madrina, del presidente della sezione di Lecco Emiliano Invernizzi e del capogruppo della sezione di Nibionno Claudio Frigerio. In conclusione di messa è stata letta la preghiera degli alpino e il parrocco ha impartito la benedizione finale con la reliquia del beato Carlo Gnocchi.
Il corteo ha poi raggiunto la piazza del municipio per l’onore ai caduti: dinnanzi al monumento hanno preso la parola, per leggere una poesia, gli alunni della scuola primaria Bruno Munari di Nibionno che nelle scorse settimane avevano incontrato il gruppo Alpini costituito da pochi mesi. La cerimonia è proseguita con una sfilata per le vie del paese, fino a raggiungere il piazzale della chiesa di Cibrone dove si sono tenuti gli interventi delle autorità.
Il primo a prendere la parola è stato il ''padrone di casa'', il presidente della neo costituita sezione di Nibionno, Claudio Frigerio. ''Ringrazio il mio gruppo che è stato voluto un po' da tutti. Siamo partiti in 4 persone e oggi ne contiamo 25, riuscendo a coinvolgere 18 alpini dormienti (ovvero coloro che non sono mai stati iscritti a nessun gruppo ndr) e siamo contenti di questo risultato. Ringrazio il mio gruppo che è stato sul pezzo da due mesi a questa parte. Ringrazio tutti per non dimenticare nessuno''.
Il sindaco di Nibionno Laura Di Terlizzi si è soffermata su due parole: grazie e onore. ''Sono onorata che si sia riusciti davvero a realizzare questo sogno, questo progetto e tutti quelli che sanno quanto ci tenevo avere un gruppo alpini - ha detto - È un grande onore perché gli alpini hanno reso grande l’Italia e perché i loro valori possano essere tramandati e diffusi ai bambini. Impegno, passione, resistenza, sono tutti valori che vogliamo vengano tramandati ai ragazzi e alle nuove generazioni che arriveranno. Sosterrò gli alpini fino a quando avrò l’onore di rappresentare questo paese per gli ideali e il cammino di solidarietà utili a rappresentare la comunità. Gli alpini sono uomini di montagna, conoscono la fatica e l’impegno: da oggi abbiamo un aiuto in più, un’associazione importante''.
Alla cerimonia è intervenuta anche la presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann: ''Ogni gruppo rappresenta un presidio per la comunità e utile a rispettare e onorare la nostra Italia. Con gli alpini siamo abituati a fare festa, ma pensiamo a quanto sono solenni le loro cerimonie e al rispetto che hanno verso il tricolore che loro, per tutta la vita, hanno tatuato nel cuore''.
Il tenente colonnello Cristiano Regi ha aggiunto: ''Siamo onorati di essere qui. Alcuni colleghi che prestano servizio per strade sicure in Lombardia oggi ci hanno raggiunto e questo dimostra quanto siamo gruppo''. Emiliano Invernizzi, presidente Ana Lecco, si è soffermato sulle emozioni della giornata: ''Durante la preghiera mi sono passati davanti gli alpini che non ci sono più e ho pensato se ci fossero stati ora a vedere un gruppo in nascita. Oggi nella terra di Nibionno abbiamo piantato un’altra colonna mozza come quella sull’Ortigara (il Calvario degli Alpini sull’altopiano di Asiago, ndr) per non dimenticare: sono le gesta che hanno compiuto gli alpini di un tempo e ora noi trasmettiamo quei valori. Dopo quei tremendi fatti, è nata l’associazione nazionale. Questo gruppo deve portare i valori sempre e ovunque dell’associazione d’arma che rappresentano: il primo dovere è quello di ricordare, da cui prendere la grinta e il coraggio perché troppe persone oggi non sanno più lottare. Bisogna lottare per la pace anche qui, nelle nostre terre e famiglie. La lotta vera è per la nostra società, che sta perdendo la rotta e quei punti fermi che sono stati per millenni il vero indirizzo dei nostri cuori''.
In conclusione il consigliere nazionale Ana, Renato Spreafico, già ''guida'' delle penne nere di Sirtori, ha espreso un pensiero all'indirizzo del capogruppo di Nibionno: ''Gli rivolgo i miei auguri invitandolo a non spaventarsi per i grossi sacrifici che ci saranno perché si raccolgono soddisfazioni. Dare al prossimo è la cosa più bella che si possa fare''.
Poi la lettura della missiva del presidente nazionale Ana, Sebastiano Favaro: ''Essere nel nostro mondo vuole dire amicizia, disponibilità, condivisione, solidarietà uniti al dovere, al sacrificio e al volontariato gratuito''.
La cerimonia si è conclusa con l’ammaina bandiera, sulle note dell’Inno di Mameli. É stata una giornata ricca di emozioni, di amore per la Patria, il tricolore italiano e tutti i valori che questo rappresenta.
Michela Mauri