Molteno: il maltempo di inizio settembre ha causato danni per 500mila euro

Nella sala consiliare del Comune di Molteno lunedì 30 settembre non c’erano posti liberi: tra il pubblico numerosi cittadini delle aree colpite dall’esondazione dei torrenti Bevera e Gandaloglio dell’8 settembre 2024. In discussione c’era infatti un articolato documento presentato dal gruppo di minoranza Molteno Bene Comune per chiedere lumi su quanto fatto dal Comune e sulle azioni di prevenzione che l’amministrazione intende attuare per mitigare il rischio
''È la prima interrogazione che proponiamo e nasce dalla necessità dei cittadini di chiarire quanto avvenuto l’8 e 9 settembre perchè è importante dare una risposta alle famiglie. Ci sono tanti punti di domanda, tanti temi da affrontare tra cui il ponte su Viale Consolini, l’esondazione nella zona artigianale di Raviola e le condizioni della vasca di sedimentazione del Bevera'' ha chiarito Giovanni Galimberti, capogruppo di Molteno Bene Comune, prima di dare lettura dei contenuti dell'atto posto all'ordine del giorno. 
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A sinistra Giovanni Galimberti, capogruppo di minoranza

''L’evento ci ha colpiti trasformando i vostri problemi in nostri interessi. Eventi calamitosi come l’esondazione non possono essere totalmente eliminati ma efficacemente gestiti'' ha esordito Andrea Bassani, assessore ai lavori pubblici ed edilizia privata, chiarendo come gli eventi meteorologici siano sempre più estremi ed eccezionali e come l’impegno dell’amministrazione si concentrerà sulla prevenzione e la gestione del rischio. ''È importante evitare di strumentalizzare queste situazioni: i problemi di rischio idrogeologico non possono essere risolti, ma devono essere gestiti''.
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È seguita poi una disamina approfondita e puntuale del tema in trattazione, con risposta alle domande della minoranza. In merito ai sopralluoghi, Bassani ha specificato che si sono svolti sin dalle prime fasi dell’evento eccezionale fino a risoluzione, con il coordinamento della presenza della protezione civile e l’accoglienza delle esigenze immediate della popolazione. ''Durante l’evento, il sindaco era in riunione diretta con il Prefetto e la settimana successiva abbiamo avuto il sopralluogo del sottosegretario regionale e del vicepresidente della Provincia di Lecco. Abbiamo percorso quasi interamente il letto dei due torrenti per verificare se c’erano anomalie. Ad oggi è in corso la relazione, di cui anticipo alcuni dati: l’evento ha avuto un'eccezionalità importante ed è stato l’evento con il più alto impatto dal 2010. Sono piovuti 100 mm di pioggia: in poche ore ha scaricato sul bacino idrografico del Lambro la quantità di pioggia che mediamente cade in un mese''.
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Al centro  Andrea Bassani, assessore ai lavori pubblici ed edilizia privata

Sull’ex area Segalini, l’assessore ha specificato ''che l’allagamento ha coinvolto l’intera area e non è stato possibile raggiungere la zona. Si è notato che la linea ferroviaria costituisce una sorta di diga, limitando lo spandimento dell’acqua nei campi: il manufatto ferroviario non consente il normale spandimento delle acque del Gandaloglio''.
Per quanto riguarda i danni subiti dai cittadini, il Comune ha richiesto lo stato di emergenza e poi ha fatto una raccolta di richieste da far pervenire in Regione. ''Fino ad ora abbiamo ricevuto 33 segnalazioni, principalmente legate ad abitazioni e, in alcune casi, sono arrivate richieste in forma aggregata. La quantificazione dei danni non è possibile fornirla ma è necessario vagliare le richieste arrivate. Mercoledì arriveranno i tecnici della Regione che documenteranno la richiesta e stabiliranno i danni. Dalle nostre stime, siamo a circa 350.000 euro. Con le segnalazioni ricevute si arriva a 500.000 euro''.
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Per quanto riguarda i rapporti con Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po), Bassani ha affermato che sono stati mantenuti i contatti ed è stata richiesta la manutenzione che ha però visto coinvolta la protezione civile del Comune. Si sta predisponendo ora una relazione da inviare all’ente per sollecitare una manutenzione straordinaria. ''Abbiamo identificato alcuni punti critici anche se in realtà la situazione è più critica sul Gandaloglio'' ha sottolineato l’assessore. "Il Bevera, sul nostro territorio, ha una sezione artificiale tra Sirone e l’incrocio con l’area Segalini in cui vi è un canale di magra che all’80% è occluso da detriti di sabbia mentre la sezione di piena risulta pressoché pulita. Il Gandaloglio ha una sezione dell'alveo più ridotta e questa viene ulteriormente limitata dalla presenza di importanti banchi di sabbia ed è necessario intervenire. Nei tratti tombati in zona Segalini, c’è un deposito di materiale sabbioso sul fondo dell’alveo ma non ci sono depositi e cumuli preoccupanti. Diversa la situazione di confluenza tra i due torrenti: c’è un tombotto ferroviario con una sezione idraulica inferiore ed è presente una grossa banchina di sabbia che limita la portata del deflusso. C’è poi l’afflusso dei Pascoli che è occluso da vegetazione e sabbia. Insieme alla protezione civile, ci siamo incontrati diverse volte per la gestione: vorremmo produrre documenti specifici per l’emergenza idraulica e rendicontare ad Aipo''.
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Il banco della maggioranza

Venendo agli interventi di regimentazione di Bevera e Gandaloglio, che fanno parte della più ampia area del fiume Lambro, l’assessore ha ricordato i più recenti che negli ultimi dieci anni hanno comportato un esborso economico di 10 milioni di euro da parte di Regione Lombardia. Le opere che hanno permesso di gestire il rischio sono il cavo Diotti (un sistema di regolamentazione artificiale del lago di Pusiano), la vasca di laminazione a Inverigo/Nibionno/Veduggio con Colzano (un’opera di regolamentazione del Lambro) e la vasca di laminazione a Costa Masnaga sul torrente Bevera (con l’utilizzo della cava di Brenno come laminazione).
''In questo contesto, anche il nostro territorio avrà la sua attenzione. L’opera che permetterà di mitigare il rischio idrogeologico è il progetto Paoletti, la vasca di laminazione in corso di realizzazione a Oggiono. I lavori di sistemazione tra Bevera e Gandaloglio hanno un costo di 12 milioni di euro e sono divisi in due lotti: la prima parte permetterà al Gandaloglio di superare la ferrovia che non consente il deflusso naturale a farà convogliare l’acqua nella vecchia zona di spandimento del Gandaloglio. È in corso d’opera ed è gestita dal comune di Oggiono. Sul secondo lotto, di cui è stato approvato il definitivo e ci si aspetta sia pronta alla fine dell’anno prossimo, la gestione è affidata al Parco Valle del Lambro''.
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A destra accanto al segretario dr.Valerio Esposito, il sindaco Giuseppe Chiarella

Inoltre, il Comune di Molteno ha dato la propria disponibilità a essere capofila del by-pass tra due i torrenti che salvaguarderà il centro abitato e, negli anni passati, ha svolto interventi di sistemazione della scogliera per 800.000 euro e quest’anno ha concluso un altro tratto dal valore di 50.000 euro. ''Sono interventi che hanno efficacia con un tempo di ritorno di 50 anni, ovvero quanto ci si aspetta che un evento si possa ripetere in un arco temporale" ha proseguito Bassani. "La scorsa settimana abbiamo ricevuto una richiesta da Lario Reti Holding che si mette a disposizione per realizzare la sistemazione degli scavi idrogeologici: è un ottimo strumento per mappare la situazione del sistema di scarichi all’interno del comune. Dovrebbe partire a ottobre e durare un paio d’anni''. 
Quanto alle azioni di sostegno, l’assessore ha precisato: ''L’amministrazione si è mossa in favore degli artigiani colpiti favorendo lo sgombero, mettendo a disposizione cassoni, coordinando la protezione civile e la Caritas che ha fornito materiale da condividere. Continuiamo a mantenere alta l’attenzione dell’emergenza e siamo in contatto con gli enti superiori''.
Alle richieste della minoranza su come si intende procedere nel piano di governo del territorio (PGT) la cui nuova stesura dovrà essere completata entro il 2026, Bassani ha risposto che il rischio idrogeologico è presente nel comune e il PGT coprirà anche la gestione del rischio idraulico; l'obiettivo è quello di ricollegarsi all’ambiente naturale per cercare di vivere i due torrenti ''non come elementi negativi, ma ricucendo il rapporto tra il fiume cittadino e gli elementi naturali presenti sul nostro territorio con interventi che permetteranno di mitigarne gli effetti e fruirne in maniera positiva''.
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Al termine della puntuale risposta dell’assessore, il sindaco ha fornito alcune precisazioni: ''Molteno da sempre è una zona paludosa ed è attraversata da due fiumi che non possono essere eliminati - le parole di Giuseppe Chiarella - quello che possiamo fare è mitigare il rischio. Nelle due aziende parzialmente allagate, ci hanno detto che i margini hanno retto: l’effetto altrimenti sarebbe stato più dirompente. Questo fa capire che le opere servono e devono essere fatte. Cambia il clima, cambiano gli eventi, si può arginare il problema ma non si può eliminare. La disamina dell’assessore è chiara, precisa, senza false promesse. Non siamo qui a dire che cercheremo di rimborsare tutti i danni: serve fare tutti i passaggi burocratici corretti perché altrimenti si vanifica possibilità di risarcimento. La richiesta di calamità naturale è stata formulata dalla Regione allo Stato e, se questo non darà l’approvazione, si dovrà seguire la procedura di Regione. Il by-pass è un’opera importante per salvaguardare tutto il centro storico e abitato di Molteno e verrà pronta entro il 2026. Con gli eventi eccezionali, tutte queste opere non potranno eliminare completamente il rischio perché in quelle zone c’è il fiume. Quello di settembre è stato un evento eccezionale e, come tale, non prevedibile. Noi possiamo avere un ruolo di vigilanza per spronare gli enti superiori a riconoscere i danni, quantomeno non totalmente, subiti dai cittadini''.
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I consiglieri di minoranza

Sono seguiti gli interventi della minoranza: ''L’amministrazione eredita una situazione pesante da un punto di vista idrogeologico'' ha detto Giorgio Binda. ''Il fiume non deve sbattere sul ponte, ma passare sotto e in zona Segalini potrebbe essere un problema. Il Comune sta facendo di più di quello che dovrebbe ma dovrebbe interpellare Aipo, che è l’ente gestore del reticolo. Per i reticoli principali, ci sembra ingiusto che il Comune e la protezione civile debbano sobbarcarsi queste cose. Sono stati fatti tanti interventi da Aipo ma a salvaguardia di Milano e non di questa parte della Brianza. Chiediamo al Comune di fare sistema con i comuni limitrofi, chiedendo ad Aipo di intervenire sul reticolo''.
Il capogruppo di minoranza Galimberti, dichiarandosi soddisfatto della risposta, ha concluso: ''Bene la risposta politica, però, visto che siamo stati quasi epicentro, mi sarei aspettato che i tecnici di regione Lombardia fossero venuti qui subito dopo l'evento, come è accaduto altrove. Ringrazio per la risposta precisa e puntuale perché ai cittadini serviva un momento di chiarimento''.
Michela Mauri
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