Il Congo in rivolta: da Kinshasa il racconto di Padre Rinaldo della Consolata di Bevera
E' davvero tesa la situazione a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo. Qui nelle scorse ore, migliaia di manifestanti sono scesi in strada per protestare contro l'immobilismo della comunità internazionale di fronte allo sgretolarsi della sicurezza nell’Est del Paese.
In questa zona i ribelli dell'M23, un gruppo armato anti-governativo sostenuto dal Ruanda, stanno proseguendo la propria avanzata, tanto che la città di Goma si trova stretta in una morsa di violenza e paura. Gli scontri hanno seminato il panico tra i civili, costringendo migliaia di famiglie a lasciare le proprie case.
A Kinshasa sono scoppiate le proteste anti-ruandesi; i partecipanti ai disordini delle scorse ore hanno portato bandiere congolesi e giurato fedeltà al presidente Felix Tshisekedi, bruciando pneumatici e bloccando le strade della capitale.
La situazione è talmente critica da aver spinto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a convocare una riunione d’emergenza per scongiurare il rischio di una guerra regionale.
Il nostro pensiero, in queste ore estremamente difficili per lo stato africano, è andato a Padre Rinaldo Do, missionario della Consolata rientrato in Congo negli scorsi mesi dopo aver trascorso un periodo di riposo nella casa di Via Romitaggio a Bevera.
''Da martedì sono a Kinshasa capitale. Dalle televisioni state seguendo cosa capita'' ci ha detto il religioso. ''Ieri la città era in subbuglio: migliaia di giovani in strada per appoggiare l'esercito congolese contro l'aggressione del Ruanda. Purtroppo invece di manifestare in maniera non violenta, hanno iniziato a barricare strade, bruciare ambasciate, saccheggiare negozi e supermercati. La violenza non ci aiuta'' ha aggiunto il missionario originario della provincia di Brescia, ma molto legato al nostro territorio.
Basti pensare che gli Alpini di Casatenovo lo scorso ottobre avevano promosso una cena benefica in oratorio a Valaperta, con il ricavato devoluto proprio alla missione congolese di Padre Rinaldo (ne avevamo parlato QUI).
''Congo e Ruanda: due paesi vicini, ma da tempo in guerra. Nella rivolta dei giovani c'è una rabbia contro il presidente, il governo, i deputati...a causa loro la gente soffre molto. ''Da ieri - ha proseguito - sono nella Nunziatura del Papa in attesa di ritornare a casa quando ci sarà calma nelle strade''.
Per Padre Rinaldo Do, in Congo dal 1991 (QUI avevamo raccontato la sua storia), non si tratta della prima esperienza in un clima di così forte tensione. ''Ho vissuto diverse guerre e saccheggi...a volte abbiamo dovuto addirittura scappare nella foresta, tornare e riprendere la nostra attività da capo'' ci ha detto, riferendosi al periodo tra il 1998 e il 1999. ''Questo Paese è troppo ricco, ci sono diversi interessi. Non si ascolta la Chiesa, nè le parole del Papa che aveva detto: giù le mani dal Congo. Questa è una nazione libera, ma si deve riorganizzare. Purtroppo c'è una grande responsabilità da parte dei politici che non seguono gli interessi del popolo. Stiamo assistendo ad una retrocessione orribile''.
In questa zona i ribelli dell'M23, un gruppo armato anti-governativo sostenuto dal Ruanda, stanno proseguendo la propria avanzata, tanto che la città di Goma si trova stretta in una morsa di violenza e paura. Gli scontri hanno seminato il panico tra i civili, costringendo migliaia di famiglie a lasciare le proprie case.
A Kinshasa sono scoppiate le proteste anti-ruandesi; i partecipanti ai disordini delle scorse ore hanno portato bandiere congolesi e giurato fedeltà al presidente Felix Tshisekedi, bruciando pneumatici e bloccando le strade della capitale.
La situazione è talmente critica da aver spinto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a convocare una riunione d’emergenza per scongiurare il rischio di una guerra regionale.
Il nostro pensiero, in queste ore estremamente difficili per lo stato africano, è andato a Padre Rinaldo Do, missionario della Consolata rientrato in Congo negli scorsi mesi dopo aver trascorso un periodo di riposo nella casa di Via Romitaggio a Bevera.
''Da martedì sono a Kinshasa capitale. Dalle televisioni state seguendo cosa capita'' ci ha detto il religioso. ''Ieri la città era in subbuglio: migliaia di giovani in strada per appoggiare l'esercito congolese contro l'aggressione del Ruanda. Purtroppo invece di manifestare in maniera non violenta, hanno iniziato a barricare strade, bruciare ambasciate, saccheggiare negozi e supermercati. La violenza non ci aiuta'' ha aggiunto il missionario originario della provincia di Brescia, ma molto legato al nostro territorio.
Basti pensare che gli Alpini di Casatenovo lo scorso ottobre avevano promosso una cena benefica in oratorio a Valaperta, con il ricavato devoluto proprio alla missione congolese di Padre Rinaldo (ne avevamo parlato QUI).
''Congo e Ruanda: due paesi vicini, ma da tempo in guerra. Nella rivolta dei giovani c'è una rabbia contro il presidente, il governo, i deputati...a causa loro la gente soffre molto. ''Da ieri - ha proseguito - sono nella Nunziatura del Papa in attesa di ritornare a casa quando ci sarà calma nelle strade''.
Per Padre Rinaldo Do, in Congo dal 1991 (QUI avevamo raccontato la sua storia), non si tratta della prima esperienza in un clima di così forte tensione. ''Ho vissuto diverse guerre e saccheggi...a volte abbiamo dovuto addirittura scappare nella foresta, tornare e riprendere la nostra attività da capo'' ci ha detto, riferendosi al periodo tra il 1998 e il 1999. ''Questo Paese è troppo ricco, ci sono diversi interessi. Non si ascolta la Chiesa, nè le parole del Papa che aveva detto: giù le mani dal Congo. Questa è una nazione libera, ma si deve riorganizzare. Purtroppo c'è una grande responsabilità da parte dei politici che non seguono gli interessi del popolo. Stiamo assistendo ad una retrocessione orribile''.
G.C.